Cor unum: il «pane della carità» per aiutare i poveri

09 Novembre 1998 | di
 
   
Panis caritatis: è il nome dell'iniziativa sponsorizzata dal Vaticano in vista del Giubileo del duemila che viene proposta agli italiani. Per ogni pagnotta acquistata,100 lire vengono destinate - attraverso il Pontificio consiglio Cor Unum («Un cuore solo») - alle situazioni di emergenza alimentare più gravi del pianeta. Il «pane della carità » è ben riconoscibile: una pagnotta tonda, divisa in dodici spicchi attorno a un cerchio, simbolo dei 12 apostoli attorno a Gesù; è pane fresco, salato, messo in vendita a un prezzo di       mercato (sulle 3.000 lire al chilo).      

All'iniziativa -proposta alla Santa Sede da una multinazionale produttrice di farina collegata a una ditta italiana distributrice - ha già  aderito la federazione dei panificatori italiani, che rappresenta circa il 50 per cento delle 32.000 panetterie del Paese. «Dalla disponibilità  degli italiani, dipenderà  lo sviluppo del progetto», ha spiegato monsignor Cordes, presidente di Cor Unum, impegnato ad animare, nel segno della solidarietà , il 1999, ultimo anno di preparazione al Giubileo che il Papa ha espressamente definito come «anno della carità ».

Tra i primi beneficiari del panis caritatis, vi saranno la zona dei Grandi Laghi, la Guinea-Bissau e il Sudan. «Il 'pane della carità ', al di là  dell'aspetto materiale - ha osservato l'arcivescovo Sepe, segretario del Comitato per il grande Giubileo - ha lo scopo di sensibilizzare i cristiani a vivere nella concretezza il precetto dell'amore verso i fratelli». «Solo nel 1998 - ha rilevato Trevor Rowe, portavoce del 'World food program' - si prevede che 14 milioni di bambini moriranno di fame e per malattie ad essa relative. Non solo: ogni notte, oltre 800.000.000 di persone vanno a letto a stomaco vuoto». «Ciò che rende il 'pane della carità ' un'iniziativa così gradita - ha aggiunto - è che giunge in un       momento in cui gli aiuti umanitari stanno costantemente diminuendo».

     

Bolivia: affidati alla Chiesa cattolica 220 centri educativi statali

 Mentre in Italia le scuole cattoliche non riescono a ottenere la tanto auspicata parità  con gli istituti statali, nonostante le continue sollecitazioni giunte dai vescovi e dallo stesso Giovanni Paolo II, in Bolivia è stata fatta una scelta decisamente significativa. Il ministero dell'Educazione ha, infatti, affidato la gestione di 220 centri educativi statali di Cochabamba alla Chiesa. La convenzione è stata una risposta a una specifica e insistente richiesta dei genitori che, di fronte alle carenze del sistema educativo pubblico, hanno espresso la propria volontà  di affidare i figli, soprattutto minori, alle scuole di ispirazione cattolica. Il ministro ha dichiarato che la scelta compiuta «cerca di garantire la continuità  negli impegni e nell'educazione religiosa». Di fatto, la Chiesa ha assunto il totale controllo dei servizi scolastici della regione, che conta oltre 400.000 abitanti, e per far fronte a tale nuovo impegno, la diocesi ha promosso un congresso dipartimentale della scuola cattolica.     

Germania: sarà  ricostruito il monastero distrutto dopo la Riforma

A oltre 450 anni dalla sua distruzione, uno dei più importanti monasteri cistercensi femminili tedeschi del Medioevo verrà  ricostruito entro il duemila. Si tratta del monastero di Helfta, nella regione orientale Sassonia-Anhalt, raso al suolo dopo la Riforma luterana, nel 1525.      

Fondata nel 1258, nel periodo di massima espansione dell'ordine cistercense, l'abbazia divenne uno dei più importanti monasteri femminili dell'Europa centrale, ospitando fino a 200 religiose. Dopo il passaggio della Sassonia alla Riforma, le religiose dovettero abbandonare l'abbazia di cui oggi restano solo rovine, quelle stesse dalle quali sorgerà  il nuovo edificio, voluto dalla diocesi di Magdeburgo e da un'associazione che nel 1994 ha acquistato i 14 ettari di terreno circostanti. I lavori sono già  cominciati e il costo dell'opera - 12 milioni di marchi - verrà  coperto da denaro offerto da benefattori.

 

Vaticano: si apre il Sinodo per l'Oceania

 Dal 22 novembre al 12 dicembre, si svolgerà  in Vaticano l'assemblea speciale del Sinodo dei vescovi per l'Oceania, che si colloca nella serie dei Sinodi continentali voluti dal Papa in preparazione al grande Giubileo del duemila (quelli per l'Europa, l'Africa, l'America e l'Asia sono stati già  celebrati). Il tema scelto è «Gesù Cristo: seguire la sua Via, proclamare la sua Verità , vivere la sua Vita. Una chiamata per i popoli dell'Oceania».     

È, questo, il continente forse meno conosciuto da tutti i punti di vista. Comprende un territorio di 8.508.769 kmq, in cui si distinguono quattro regioni: Australia, Nuova Zelanda, Papua Nuova Guinea e Isole Salomone (Pacifico). Sia il territorio che la popolazione (in totale 28.829.000 abitanti) sono concentrati, per la maggior parte, nei tre stati di Australia (18.290.000), Papua Nuova Guinea (4.400.000) e Nuova Zelanda       (3.570.000). Esiste una grande varietà  etnica, religiosa, linguistica e politica. Secondo i dati dell'ultimo «Annuario statistico della Chiesa» (1996), i cattolici in Oceania sono 8.047.000 (il 27,94 per cento della popolazione, con marcate diversificazioni tra i vari Stati). Le circoscrizioni ecclesiastiche nel continente sono 77, le parrocchie 2.390 e 1.979 le stazioni missionarie senza sacerdote residente. I vescovi sono 119, i sacerdoti diocesani 2.813 e quelli religiosi 2.296. I religiosi non sacerdoti sono 2.085 e le religiose 11.872. I seminaristi maggiori 861.      

Nel campo dell'istruzione, la Chiesa gestisce 595 scuole materne (31.873 alunni), 2.523 scuole elementari (538.618 alunni), 660 scuole medie (316.338 alunni) e assiste 8.888 studenti universitari. Nel campo della sanità , la Chiesa è presente con 140 ospedali, 167 ambulatori, 2 lebbrosari, 265 ospizi, 239 orfanotrofi, 79 nurseries, 221 consultori matrimoniali, 109 centri per l'educazione sociale, 257 istituzioni di altro genere. Da questo Sinodo ci si attende, tra l'altro, un nuovo impulso missionario e una ulteriore spinta alla comunione ecclesiale.

     

Rwanda: nell'anno del Giubileo il centenario di evangelizzazione

 L'anno giubilare del duemila per il Rwanda coinciderà  con il primo centenario di evangelizzazione e, per questo, rappresenterà  per la Chiesa del tormentato Paese africano un'occasione propizia per guardare con sincerità  al passato, senza paura di «affrontare la verità  storica qual essa è».     

L'auspicio è espresso da Giovanni Paolo II che, in un messaggio consegnato ai vescovi rwandesi in visita ad limina, sottolinea l'esigenza di tornare senza incertezze su questi primi cento anni di presenza cattolica sul territorio; cento anni fatti, spiega il papa, di «ammirevoli eroismi ma anche di infedeltà  al Vangelo, di grandi esempi ma anche di       zone d'ombra in cui l'appartenenza a Cristo non è stata sempre più forte dell'appartenenza alla comunità  degli uomini. Occorre, dunque, rendere ancora più dinamico quel 'risveglio spirituale' che la Chiesa locale sta vivendo nel presente, al fine di essere più vicina al popolo sofferente».      

Giovanni Paolo II chiede, in sostanza, di intensificare l'impegno pastorale nella formazione del clero, nell'educazione giovanile efamiliare, nel coinvolgimento dei laici. «La tragedia vissuta dal vostro popolo negli ultimi anni ha distrutto numerose strutture che ora dovete ricostruire perché la Chiesa prosegua la sua missione di servizio», ha       aggiunto il Papa, concludendo con un auspicio di pace per l'intera regione dei Grandi Laghi e per la Repubblica Democratica del Congo in particolare.

     

Parte da Loreto la preghiera quotidiana per l'Italia

 Dopo la prima iniziativa in tal senso, inaugurata dallo stesso Giovanni Paolo II nel 1994, è partita a Loreto la «preghiera quotidiana per l'Italia», con l'accensione di una lampada collocata sulla mensola dell'unica finestra della «Santa Casa» e l'implorazione della protezione del Paese alla Vergine. Nel messaggio, letto dal cardinale Camillo Ruini,       presidente della Conferenza episcopale italiana, dinanzi a 5.000 pellegrini e al presidente del Senato, Nicola Mancino, il Papa ricorda che compito dei cristiani è essere vigilanti nella preghiera e nel Vangelo per illuminare con la fiaccola della verità  e dell'amore di Cristo le varie realtà  sociali, politiche, culturali ed economiche. L'Italia - scrive sostanzialmente il Santo Padre - non deve dimenticare le sue radici cristiane, per farne linfa vitale della società . Con l'aiuto della Madonna, gli italiani potranno discernere i segni dei tempi, impegnandosi per una società  dal volto più umano.
Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017