Dai banchi di scuola alle barelle di Lourdes

Nell’ambito del premio
07 Giugno 2002 | di

Dove sei stato in gita scolastica?, non si può certo definire una domanda originale tra i ragazzi di oggi. Sorprendente è, invece, la risposta che hanno dato quarantadue ragazzi della terza e quarta B del liceo classico Oliveti di Locri: Sono stato a Lourdes. Ma come? Non a Parigi o a Monaco di Baviera, come i coetanei, che sognano per tutto l`€™anno quei pochi giorni di viaggio, culturale sì, ma anche divertente e, a volte, trasgressivo?

Sembrava una provocazione o uno scherzo, all`€™inizio. Invece, il professor Francesco Giordano era serissimo: Perché non proponiamo ai nostri studenti, al posto della solita gita scolastica, un viaggio come barellieri al santuario di Lourdes, sul treno bianco dell`€™Unitalsi? Superata la perplessità  iniziale, altre colleghe hanno aderito all`€™iniziativa che si è così concretizzata in un vero e proprio viaggio di formazione: educazione alla solidarietà  e all`€™altruismo. Dopotutto, la scuola deve essere anche questo, non solo insegnamenti e nozioni. L`€™adesione alla proposta `€“ dicono ora unanimi professori e alunni `€“ è andata oltre le aspettative, e quel viaggio è stato più utile di qualsiasi corso teorico sul volontariato o sul servizio sociale.

Addirittura un premio. L`€™Arciconfraternita di sant`€™Antonio, legata alla basilica del Santo, assegna ogni anno il premio della Bontà , intitolato al giovane Andrea Alfano d`€™Andrea, a quanti si sono distinti per un gesto di amore fraterno.

Uno dei riconoscimenti del 28° concorso è andato proprio agli studenti e ai professori protagonisti dell`€™iniziativa di Lourdes. Il 7 aprile, dopo la messa celebrata in basilica da monsignor Marcello Costalunga, già  delegato pontificio, i giovani calabresi hanno ritirato, tra gli applausi, il loro premio.

È stata un`€™esperienza gratificante. Faticosa, ma veramente bella, ha assicurato la professoressa Pollicheni, che ha condiviso con i suoi studenti i giorni sul treno della speranza. Vedere tanti ragazzi, che di solito sembrano stanchi e tristi senza un motivo preciso, entusiasti di poter aiutare chi nella vita è stato meno fortunato, ci ha dato una certezza: questi giovani hanno capito che c`€™è più felicità  nel dare che nel ricevere.

Quei genitori preoccupati. I professori che hanno accompagnato a Padova gli studenti, non hanno nascosto un certo orgoglio per il premio attribuito a questa loro iniziativa. Soprattutto quando ripensano alle preoccupazioni di alcuni genitori, forse troppo protettivi verso i loro figli, che avevano cercato di bloccare il viaggio per eventuali traumi che gli studenti avrebbero potuto avere nell`€™impatto con la malattia e con il dolore.

I ragazzi, invece, non si sono dimostrati affatto così fragili e insicuri come spesso li si dipinge. Sono stati capaci di utilizzare tutte le loro energie per trasportare i malati, imboccarli e curarli. Non solo. Sono stati vicini a loro anche nei momenti di tempo libero e di preghiera, invece di prendersi un po`€™ di riposo. Con i malati hanno saputo creare un rapporto di amicizia, che va ben oltre la pura assistenza.

Il professor Giordano, animatore dell`€™iniziativa, intervenendo alla premiazione, ha ricordato che i semi di bontà  sparsi lo scorso anno con il viaggio a Lourdes, hanno già  prodotto i loro frutti. Quest`€™anno le classi dell`€™Istituto Oliveti che hanno scelto di imitare i loro compagni sono diventate quattro. E c`€™è chi dice che la bontà  non è contagiosa!

Altri riconoscimenti. Oltre al liceo di Locri, sono stati premiati dall`€™Arciconfraternita di sant`€™Antonio i bambini delle scuole elementari e medie che si sono distinti per i loro componimenti sul tema dell`€™impegno della Chiesa nel terzo Millennio. Al termine della cerimonia del concorso della Bontà , padre Domenico Carminati, rettore della basilica, ha voluto ringraziare a nome di tutti i frati e dei partecipanti, Leonardo Di Ascenzo, nuovo e giovane priore dell`€™Arciconfraternita antoniana.

Con la sua dedizione nell`€™organizzare il concorso, ha saputo mettere ben in luce lo spirito che anima questa manifestazione. Lo stesso spirito che apparteneva al Santo di Padova, sempre attento ai più piccoli germogli di bontà , che non devono passare inosservati.

padre Alessandro Ratti

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017