Danimarca. Una miss figlia di tre culture
14 Marzo 2012
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Gli occhi color ghiaccio sono senz’altro un’eredità del papà danese. I tratti del viso e i capelli scuri, invece, rimandano alle assolate terre sicule, da dove la mamma franco-italiana proviene. Manager nel settore marketing per un negozio di moda on line, Marianne Coy Jørgensen è una miss a cavallo tra più culture che vive ad Aalborg, ma sogna di trasferirsi in Italia. Una speranza in parte realizzata nel 2010, quando la ventisettenne arrivò a Jesolo (Venezia) per partecipare al concorso di bellezza Miss Italia nel mondo.
«Sono legatissima alle mie origini italiane. I miei genitori hanno cresciuto me e mio fratello maggiore insegnandoci la lingua danese e francese, ma trasmettendoci, allo stesso tempo, le basi della tradizione mediterranea».
Figlia di tre culture, Marianne ripercorre le pagine di un’epopea familiare che, dal Sud Italia, ha spinto i suoi parenti sempre più a Nord. «Mia madre nacque a Trapani da padre siciliano e madre francese, di Bordeaux.
A sette anni si trasferì in Francia con i nonni e lì completò i suoi studi. Per due anni tornò a vivere a Trapani, prima di rientrare in Francia, incontrare papà a Parigi e sposarlo in Danimarca».
Nonostante le numerose influenze culturali, a casa Jørgensen la tradizione italiana ha sempre occupato un posto speciale. «Ogni volta che andavo a trovare mio nonno – ricorda Marianne – rimanevo affascinata dal suo amore per la terra natale e ascoltavo per ore i suoi racconti di guerra, di emigrazione, di famiglia. Aveva un grande temperamento, un grande cuore e tanta generosità: sono cresciuta pensando che questi siano i tratti salienti degli italiani».
Conscia della grande opportunità offerta dalla sua conoscenza delle lingue (comprende perfettamente l’italiano, il francese e l’inglese, oltre al danese) Marianne Coy Jørgensen adora viaggiare in Italia e ricorda ancora oggi con emozione la sua prima vacanza in Sicilia. «Approdata a Trapani, avvertii subito un profondo legame con quei luoghi che fanno parte della storia della mia famiglia. Quando poi incontrai per la prima volta i cugini di mamma, mi sembrò di conoscerli da sempre».
Dalla cultura dell’ospitalità ai panorami mozzafiato, passando per la musica e il cinema, la passione di Marianne per il Belpaese non conosce confini. Non a caso il suo film preferito, La vita è bella, porta la firma di un italiano, il regista premio Oscar Roberto Benigni. È tuttavia in cucina che i geni tricolore di Marianne vengono prepotentemente a galla. Oltre al piatto forte – la pasta asciutta in tutte le sue varianti –, la giovane italo-danese ama cimentarsi nelle tante ricette della tradizione siciliana trasmesse dalla madre. Quando poi lavoro e tempo libero lo permettono, Marianne frequenta il club italiano che riunisce gli emigrati nello Jutland del Nord. «Un paio di volte all’anno ci vediamo tutti insieme per la festa della Repubblica e altre ricorrenze inserite nel calendario. Nell’associazione ci si sente tutti uniti – conclude la ragazza –: è bello condividere gli stessi valori, la stessa lingua e la cultura delle proprie origini».
«Sono legatissima alle mie origini italiane. I miei genitori hanno cresciuto me e mio fratello maggiore insegnandoci la lingua danese e francese, ma trasmettendoci, allo stesso tempo, le basi della tradizione mediterranea».
Figlia di tre culture, Marianne ripercorre le pagine di un’epopea familiare che, dal Sud Italia, ha spinto i suoi parenti sempre più a Nord. «Mia madre nacque a Trapani da padre siciliano e madre francese, di Bordeaux.
A sette anni si trasferì in Francia con i nonni e lì completò i suoi studi. Per due anni tornò a vivere a Trapani, prima di rientrare in Francia, incontrare papà a Parigi e sposarlo in Danimarca».
Nonostante le numerose influenze culturali, a casa Jørgensen la tradizione italiana ha sempre occupato un posto speciale. «Ogni volta che andavo a trovare mio nonno – ricorda Marianne – rimanevo affascinata dal suo amore per la terra natale e ascoltavo per ore i suoi racconti di guerra, di emigrazione, di famiglia. Aveva un grande temperamento, un grande cuore e tanta generosità: sono cresciuta pensando che questi siano i tratti salienti degli italiani».
Conscia della grande opportunità offerta dalla sua conoscenza delle lingue (comprende perfettamente l’italiano, il francese e l’inglese, oltre al danese) Marianne Coy Jørgensen adora viaggiare in Italia e ricorda ancora oggi con emozione la sua prima vacanza in Sicilia. «Approdata a Trapani, avvertii subito un profondo legame con quei luoghi che fanno parte della storia della mia famiglia. Quando poi incontrai per la prima volta i cugini di mamma, mi sembrò di conoscerli da sempre».
Dalla cultura dell’ospitalità ai panorami mozzafiato, passando per la musica e il cinema, la passione di Marianne per il Belpaese non conosce confini. Non a caso il suo film preferito, La vita è bella, porta la firma di un italiano, il regista premio Oscar Roberto Benigni. È tuttavia in cucina che i geni tricolore di Marianne vengono prepotentemente a galla. Oltre al piatto forte – la pasta asciutta in tutte le sue varianti –, la giovane italo-danese ama cimentarsi nelle tante ricette della tradizione siciliana trasmesse dalla madre. Quando poi lavoro e tempo libero lo permettono, Marianne frequenta il club italiano che riunisce gli emigrati nello Jutland del Nord. «Un paio di volte all’anno ci vediamo tutti insieme per la festa della Repubblica e altre ricorrenze inserite nel calendario. Nell’associazione ci si sente tutti uniti – conclude la ragazza –: è bello condividere gli stessi valori, la stessa lingua e la cultura delle proprie origini».
Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017