Dario Olivier. Tradizione formato cono

Presidente dell’Associazione dei gelatieri artigianali italiani in Germania, questo bellunese rappresenta oltre un migliaio di «artisti» custodi di un patrimonio sempre più multiculturale.
10 Aprile 2013 | di
Gelataio per passione, appassionato per tradizione. Con il cremoso dolce estivo che si gusta in cono o coppetta, Dario Olivier, 55 anni, originario di Zoldo in provincia di Belluno, ha un rapporto speciale. Questione di Dna? Forse sì, visto che già il nonno materno, Giovanni De Lorenzo, emigrato ad Hagen (nella Renania settentrionale) nel 1928, trovò da subito lavoro nella gelateria del cognato, salvo poi, due anni dopo, aprirne una propria nella vicina città di Witten. Oggi il nipote prosegue la tradizione tricolore nella Repubblica federale tedesca, dove ricopre la carica di presidente dell’Associazione dei gelatieri artigianali italiani in Germania (Uniteis e.V.). Fondata nel 1969, l’associazione riunisce circa mille gelatieri artigiani, in rappresentanza di 2.200 gelaterie distribuite nel territorio. Un patrimonio di cultura e qualità che spetta al nuovo presidente – eletto lo scorso gennaio – valorizzare e difendere.

Msa. Cosa significa il termine eisdiele (gelateria) per la Germania?
Olivier. La eisdiele ebbe il suo boom nel secondo dopoguerra, quando i tedeschi scoprirono l’Italia come meta di villeggiatura. L’arte di fare (e mangiare) il gelato racchiude in sé i ricordi dei giorni trascorsi a Caorle o Rimini, dove i giovani si mescolavano ai meno giovani e dove sono nati amori che ancora oggi resistono.

Dopo aver ricoperto il ruolo di vicepresidente dell’Uniteis e.V., ora lei ne è il presidente. Come affronta il nuovo incarico?
Il mio impegno è totale. Ben conoscendo le questioni da portare avanti, cercherò di terminare il lavoro iniziato dal mio predecessore, Dino Dall’Anese. E nel contempo, affronterò nuove proposte.

Una volta consolidate le attività principali, oggi l’associazione sta avviando una nuova fase «multiculturale». Come mai?
In Germania il gelatiere italiano è riconosciuto come l’artigiano che ha sdoganato un prodotto capace di cambiare il modo di vivere del popolo tedesco. Negli ultimi anni, poi, questa contaminazione si è allargata ad altre culture, tanto da far quasi scomparire i caratteri distintivi di ogni singola etnia. Risultato: oltre ai gelatieri tedeschi in continua ascesa, oggi nella Repubblica federale anche altri colleghi di origini diverse si stanno facendo strada.

Al di là del prodotto, cos’altro hanno esportato in Germania i gelatieri italiani?
Oltre alla manodopera e a un prodotto fresco e gradevole, questi emigrati arrivati nel dopoguerra hanno portato la loro simpatia e laboriosità, la capacità di sdrammatizzare nei momenti difficili, l’attaccamento alla famiglia. Valori condivisi e assimilati anche dai tedeschi.

Oggi, tuttavia, per restare a galla, allegria e buona volontà non sono sufficienti…
In un mondo dove l’informazione è alla base di qualsiasi impresa, anche il gelatiere deve aggiornarsi, preparandosi a 360 gradi. In specie, quello italiano deve convincersi che non bastano più la bandiera tricolore o un passaporto per avere successo.

Il 24 marzo si è svolta la prima giornata europea del gelato artigianale. Cosa ha significato per Uniteis e.V.?
Più della metà dei parlamentari europei ha dato il proprio consenso perché ciò potesse avvenire. Il gelato è il primo prodotto alimentare che riceve un simile riconoscimento. D’ora in poi il consumatore verrà messo al corrente dell’esistenza di più modi per realizzare il prodotto, e soprattutto potrà entrare in contatto con gli ingredienti principali che il gelatiere artigiano impiega, ovvero passione e conoscenza. Il merito di questo successo va ad Artglace (Associazione dei gelatieri europei), che ha reso possibile tutto questo.
Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017