DinDonDan, l'app della Messa

Un’applicazione per trovare facilmente la chiesa più vicina con i relativi orari di apertura e delle celebrazioni. È l’idea innovativa e di successo di quattro giovani milanesi.
07 Febbraio 2020 | di

È una sera di dicembre del 2017. Quattro ragazzi, amici da sempre, si stanno gustando un hamburger in un fast food vicino a piazza Duomo, a Milano. Sono tutti studenti universitari: due futuri ingegneri, un designer in nuce e un prossimo esperto di politiche sulla sicurezza. Parlano, si divertono, fanno battute. Stanno organizzando una domenica insieme in montagna e, nella programmazione di tale giornata, vogliono a tutti i costi inserire anche la partecipazione alla Messa. I quattro, Angelo, Alessandro, Giacomo e Federico (classe 1996) alla loro fede tengono parecchio, come sempre accade ai giovani quando scoprono il potere liberante del credere. Ma non c’è proprio modo di scoprire online l’orario delle Messe nella piccola località montana in cui si recheranno. E non è una novità: in passato anche a Milano hanno sperimentato la stessa difficoltà, quando si trovavano lontani dalla loro parrocchia. «Possibile che non possiamo fare qualcosa per risolvere questo problema, mettendoci in gioco noi per primi?» si domandano allora. Nasce così, tra il serio e il faceto, DinDonDan, l’innovativa app (gratuita) che aiuta a trovare la chiesa più vicina e i relativi orari delle celebrazioni.

«Abbiamo preso talmente sul serio la sfida di quella sera – racconta oggi Federico –, che, dal febbraio successivo, ci siamo messi a sviluppare l’idea in modo sistematico. Nel primo periodo è stato soprattutto Alessandro, grazie ai suoi studi di ingegneria, a mettersi in gioco per la parte tecnica, poi siamo subentrati noi per reperire le varie informazioni e inserirle. Ottenuta una bozza di applicativo, abbiamo coinvolto altri centocinquanta amici affinché la testassero».

L’idea dei quattro era quella di coprire la sola città di Milano: già inserire duecentocinquanta chiese con i relativi dati pareva loro un impegno sufficientemente gravoso. Ma quando, una volta perfezionata la app sia per Android che per iOS (i due sistemi operativi mobili più diffusi), i ragazzi hanno deciso di metterla a disposizione di tutti, sono stati letteralmente travolti. «È stata una sorpresa incredibile – sottolinea Federico –. Avevamo pensato, infatti, a una applicazione partecipativa, vale a dire che chiunque avrebbe potuto inviarci una segnalazione e noi l’avremmo inserita. Bene, nel giro di una settimana, ci siamo ritrovati con messaggi che arrivavano non solo da tutta Italia, ma da tutto il mondo: da Hong Kong al Sudamerica, dall’Irlanda all’Islanda, a Israele…». 

A quel punto i ragazzi capiscono di non potersi più fermare. «Ci siamo ripromessi di cominciare con il Nord Italia, per arrivare poi, piano piano, a coprire anche il resto del Paese – avverte ancora Federico –. Obiettivo raggiunto nel febbraio del 2019, grazie ai suggerimenti avuti da tutti gli utenti e che noi abbiamo inserito dopo averli verificati. Certo, sarebbe stato più facile scegliere di automatizzare tale procedura, ma abbiamo preferito mantenere il momento di verifica per poter garantire (il più possibile, ovviamente, perché i dati sono molto variabili) una maggiore attendibilità». 

Ma perché, viene da chiedersi, non domandare i dati direttamente alle diocesi o alle parrocchie, invece che aspettare di riceverli dai fedeli? «Perché in questo progetto c’è la nostra visione di Chiesa – sottolineano i ragazzi –. Noi siamo convinti che “tutti siamo Chiesa”, anche noi laici, noi ragazzi e quindi perché non assumerci un ruolo da protagonisti in questa impresa? Meglio allora ricevere le notifiche dagli utenti, i quali magari possono indicarci in tempo reale anche le modifiche rispetto agli orari abituali». 

L’applicazione è molto intuitiva e semplice da utilizzare. Chi voglia averla sul proprio smartphone deve semplicemente scaricarla dall’Apple Store piuttosto che da Google Play. Poi, una volta aperta e ricevuta la notifica di attivare sul proprio cellulare la geolocalizzazione (se già non fosse attiva), tramite Google Maps può vedere subito le chiese più vicine. Cliccando sulla finestrella della chiesa che gli interessa, ottiene poi le informazioni che sta cercando. E c’è anche la possibilità di filtrare tali informazioni per giornata, orario e luogo.

«A volte ci è venuta la tentazione di mollare – confida Federico –, anche perché l’impegno è tanto, sia in termini di tempo che da un punto di vista economico, visto che al momento facciamo fronte noi a tutti i costi. Poi però ci rendiamo conto che stiamo facendo un’esperienza non solo divertente, ma che ci rende pure felici. Ogni giorno, infatti, ci arrivano segnalazioni di questo tenore: “Io sono un camperista, d’estate vado in giro con il camper e grazie a DinDonDan riesco ad andare a Messa”. Oppure: “Sono un consulente in una grande società, vado in giro per l’Italia tutti i giorni e grazie alla vostra app riesco ad andare a Messa in pausa pranzo oppure alla sera, lì dove mi trovo”. E quando ricevi questi messaggi senti che ne vale la pena, che quello che fai è utile e importante». 

Oggi, a distanza di poco più di due anni da quella sera di dicembre del 2017, la app ha raggiunto i 45 mila download e può contare su un database di circa 12 mila chiese. Non solo: da qualche mese una casa editrice fornisce gratuitamente ai ragazzi anche il vangelo della domenica commentato da un sacerdote. «Ci siamo resi conto che DinDonDan può diventare anche uno strumento per evangelizzare – puntualizza Federico –. Perché è capitato che qualche amico non credente, che aveva scaricato la app solo per amicizia, ricevuta la notifica che erano stati caricati il vangelo e il commento sia andato a leggerli e ci abbia detto: “Ma lo sapete che non è così male?”». 

Tramite l’applicazione, chi lo desidera può anche effettuare una donazione per contribuire alle spese sostenute dai ragazzi. «Non abbiamo ideato la app per arricchirci, vorremmo solo avere un aiuto per coprire i costi, per esempio dei server – informano Angelo, Alessandro, Giacomo e Federico –. Il nostro intento era semplicemente quello di dare un contributo alla Chiesa. E siamo convinti che DinDonDan, oltre a rivelarsi uno strumento utile, serva anche a mostrare un volto differente, giovane, di Chiesa ai tanti che pensano solo all’Istituzione paludata». E già, perché la maggior parte di coloro che utilizzano la app dei ragazzi milanesi ha un’età compresa tra i 25 e i 34 anni (attorno al 40 per cento degli utenti), poi, a debita distanza, ci sono i 45-54enni e solo al terzo posto la fascia tra i 15 e i 25 anni. 

E il futuro che cosa riserverà ai quattro pionieri? «Beh – risponde Federico –, siamo partiti da Milano, siamo arrivati in tutta Italia, speriamo di riuscire ora a coprire almeno le grandi città europee. Sempre con la speranza che, nel frattempo, arrivi anche qualcun altro a darci una mano...». 

 

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Data di aggiornamento: 07 Febbraio 2020

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