Dopo la guerra il rilancio

La ripresa, dopo la tragedia della guerra,è difficile. Ma c’è tanta voglia di fare. Dal 1953 iniziano le pubblicazioni le edizioni straniere e una per gli italiani all’estero.
12 Luglio 1998 | di

Passata la guerra, il 'Messaggero', diretto dal 1944 al 1946 da padre Erminio Leonardelli e poi fino al 1949 da padre Giovanni Luisetto, riprende a fatica le pubblicazioni: solo sei numeri per gli anni 1946-1947. Però via via si riorganizza. Per qualche tempo la rivista sembra improvvisata, senza un preciso progetto editoriale, in alcuni numeri (tra il 1948 e il 1950) prevale un intento fortemente apologetico, in difesa della chiesa, del papa e dei buoni costumi. Il tono a volte è risentito. A più riprese viene pubblicato, ad esempio, l'elenco di giornali e riviste 'proibiti'. L'elenco è lunghissimo, poche tra le pubblicazioni in edicola si salvano. Tra quelle ancora in circolazione, o non ancora dimenticate, ritroviamo 'Annabella', 'Grazia', 'Intimità ', 'Intrepido', 'Confidenze di Liala', 'Eva', 'Audace', 'Politecnico', 'Settimana Incom'. E anche il settimanale 'Tempo', per alcune immagini spinte, il cui direttore, non gradendo di essere nella lista dei reprobi, reagisce accusando i frati di essere 'maliziosi e peccatori', perché 'l'immoralità  non sta tanto nelle immagini quanto nello stato d'animo con cui vengono considerate'. Ne nasce una in-focata polemica.

Una curiosità : nel luglio del 1949 il 'Messaggero' pubblica con rilievo la lettera della mamma di Ezio Loik, il calciatore del grande Torino e sette volte nazionale, scomparso nella tragedia di Superga. '...Era tutto il mio sostegno - scrive - , e ora la sua triste fine mi lascia un dolore profondo; soltanto la grande fede che ho nel Signore, solo quella potrà  sollevare in parte lo strazio che mi lacera il cuore'.

Nel 1953, sotto la direzione di padre Francesco Saverio Pancheri, prende il via una rubrica destinata ad avere in seguito, in forme diverse, crescente spazio e successo: il dialogo con i lettori. Per ora si tratta di risposte a interrogativi dei lettori su problemi teologici e morali raccolte sotto l'occhiello A chi ci interroga, mentre la seconda e terza pagina di copertina ospita la Posta in famiglia.

Il numero delle pagine è ancora ridotto (16 più copertina), ma la rivista comincia a muoversi inserendo nuovi settori di interesse: dopo la rubrica delle lettere, compare quella dei libri Letti per voi e una lunga serie di testimonianze di personaggi che 'hanno avuto bisogno di Dio', dopo esserne stati per qualche tempo lontani.

Tra il 1953 e il 1958 il 'Messaggero' decide di allargare la cerchia dei lettori della rivista, coinvolgendo persone di altri paesi europei ed extraeuropei nei quali è più viva la devozione al Santo di Padova: nascono così le varie edizioni straniere, che non sono traduzioni (o lo sono solo in parte) di quella italiana; ognuna ha una propria redazione, si avvale di giornalisti e corrispondenti di lingua madre, e pone attenzione, oltre alle classiche tematiche antoniane, ai problemi e alle situazioni dei paesi cui sono dirette. Nel 1953 prendono il via l'edizione spagnola e quella inglese; nel 1954 è la volta della francese, seguita nel 1957 da quella tedesca e l'anno successivo dall'edizione portoghese: per quest'ultima si tratta di un ritorno perché per un periodo, dal 1927 al 1931, si era stampata un'edizione del bollettino per il Portogallo, terra natale di sant'Antonio.

Nel 1954 vede la luce anche un'edizione per gli italiani emigrati all'estero, ai quali veniva inviata la stessa rivista che usciva in Italia. La nuova edizione è voluta fortemente da padre Guido Masnovo (direttore dal 1955 al 1961). Avendo trascorso, come cappellano, un certo periodo di tempo tra i nostri lavoratori in Belgio, padre Masnovo aveva conosciuto i loro problemi di solitudine e di isolamento e aveva maturato l'idea di uno strumento che recasse loro, con la voce del Santo, il ricordo dell'Italia lontana, e li aiutasse a crescere spiritualmente e umanamente, prendendo anche conoscenza dei loro diritti di lavoratori e di emigranti: elementi, questi, ai quali la rivista negli anni ha tenuto fede, diventando punto di riferimento e di aggregazione per molte comunità  di nostri connazionali all'estero, interessati, soprattutto ai nostri giorni, alla riscoperta della loro identità , delle loro radici culturali.

Nel 1958, nel sessantesimo anno di vita, del 'Messaggero', padre Guido Masnovo, acquista con il contributo dei lettori una nuova rotativa, delle Officine Cerutti di Casale Monferrato, che consente di cambiare veste e formato al bollettino, passando alle misure di quello attuale. Il passaggio avviene con il numero di giugno e con la benedizione del pontefice Pio XII. Inizialmente le pagine sono solo sedici, aumenteranno via via fino a raggiungere, ma in anni vicini a noi, le cento.

Il cambiamento segna la volontà  dei religiosi della basilica di rilanciare il bollettino, sfruttando tutte le sue potenzialità , che sono notevoli, avendo a disposizione un numero di abbonati che si aggira sul milione.

'Il nostro 'Messaggero', rinnovato nello spirito e abbellito nella forma, grazie alla potente macchina che voi avete voluto regalarci per questo sessantesimo - scrive il direttore - seguiterà  a portare nel nome del santo Taumaturgo di Padova un messaggio di bontà , di fede e di fratellanza a milioni di anime. Esso continuerà  nei nostri tempi burrascosi, l'opera di apostolato, di consiglio e di incoraggiamento al bene, che sant'Antonio svolse con tanta efficacia sette secoli fa'.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017