DOVE ABITI?

È questa una domanda importante. Rispondendo ad essa, noi diamo precise informazioni su noi stessi, e allo stesso tempo ci sentiamo sicuri, sappiamo di avere mura entro cui ripararci, e soprattutto persone che ci amano. Ma non a tutti è andata così bene..
08 Febbraio 1997 | di

Come tante bamboline una dentro l'altra, il Villaggio S. Antonio, grazie anche a tanti devoti del Santo, vive di varie esperienze sul fronte dell'emarginazione, che vanno dall'handicap ai bambini in difficoltà .

Le comunità  alloggio per handicappati adulti (Barchessa) e per minori allontanati dalla propria famiglia su decreto del tribunale dei minorenni (Casa dell'alleanza), sono una di queste realtà .

Qui accogliamo persone 'ferite', e non sappiamo se facciano più male le ferite della carne o quelle degli affetti: hanno vissuto sulla propria pelle, e spesso in maniera drammatica e violenta, l'abbandono, alcune volte quello fisico, molto di più quello dell'affetto.

Nel momento in cui ne avevano più bisogno si sono trovati soli, senza nessuno che si facesse carico di loro, costretti - se ne erano in grado, altrimenti peggio per loro - a crescere in fretta, ad arrangiarsi o, peggio, a regredire a uno stato quasi vegetativo.

Come Giuseppe che ora ha 10 anni (i nomi sono naturalmente inventati), hanno ben presto imparato che non basta essere messi al mondo per avere la certezza di essere anche desiderati: i suoi lo hanno sempre circondato di tante cose, magari di marca, facendo anche molti sacrifici, ma lui non ci è mai cascato. Non si può confondere l'amore con le scarpe da ginnastica!

Aldo, che di anni ne ha 9, ha pensato invece di diventare un bambino cattivo: rompe tutto, le maestre lo sopportano a fatica, nessun compagno vuol stare con lui, e lui stesso si definisce 'un delinquente'. Ma che ci volete fare? Tra un padre violento e una madre che neppure gli preparava da mangiare, lui aveva ben capito che l'unico modo per gridare la sua esistenza era, appunto, quello. Della serie: sgridatemi, picchiatemi, punitemi, ma almeno accorgetevi che io ci sono!

Era una casa molto carina...

Punto fondamentale, allo stesso tempo mezzo e obiettivo, del nostro servizio a questi fratelli e sorelle che, come Maria e Giuseppe, stanno ansiosamente cercando 'una locanda per la notte', è allora il ricreare il più possibile un contesto normale e positivo per la persona, sia essa un ragazzino o un handicappato: un contesto familiare.

Intendiamo questo sia in senso fisico (un luogo ben preciso, con degli ambienti ben definiti, che l'ospite possa identificare come la sua casa, la sua stanza, ecc.) che relazionale (un sistema di rapporti affettivi armonici e non spersonalizzati, un modo di stare assieme, un'atmosfera, ecc.).

Così, la casa o l'appartamento in cui viviamo non è semplicemente dormitorio o ristorante, è cosa nostra. Assieme, grandi e piccoli, ci viviamo dentro, condividiamo gli stessi spazi, la tavola, le pulizie.

...ma le persone lo erano di più!

Lo stile e l'atmosfera è in realtà  il principale mezzo educativo che abbiamo tra le mani, e il tipo di rapporti che in essa viene a crearsi è di fondamentale importanza: è il clima caldo e accogliente che trasforma un edificio in una casa.

Casa diventa così sinonimo di accoglienza, affetto, intimità , ma anche di sicurezza, festa, protezione e riposo.

Da questo punto di vista ognuno è educatore dell'altro: il ragazzo del ragazzo, l'adulto del ragazzo e viceversa, la persona normodotata dell'handicappato e viceversa; e non c'è più nessuna rilevante differenza tra un momento e l'altro, ma tutto, la quotidianità  tanto quanto l'evento straordinario, diventa educativo: mangiare assieme, guardare la Tv oppure no, giocare, fare i compiti, raccontare una favola per la buonanotte hanno la stessa importanza che l'intervento educativo specifico e diretto. Sono i rapporti caldi e affettivi che aiutano a crescere!

Uno stile, d'altro canto, essenziale e non consumistico, diciamo francescano, nella conduzione della casa, può aiutare a passare dalle cose alle persone, e ad apprezzare più i gesti e i rapporti che non i soldi o gli oggetti costosi.

E così può succedere che proprio tra una pentola e l'altra Dino, dopo mesi di caparbio mutismo, ritrovi la strada per il proprio cuore e riesca a esprimere tutta la sua angoscia (ne sarà  andata di mezzo la qualità  della cena, ma tant'è!).

Tra speranza e realtà 

Le comunità  alloggio della Barchessa e della Casa dell'alleanza intendono essere una alternativa concreta all'istituzionalizzazione, e nella loro normalità  (normali abitazioni, inserite nel territorio), offrire dei percorsi di speranza a chi, magari, della vita è già  stanco (anche a dieci anni...).

La speranza è la risurrezione: vale a dire, non la creazione di un'altra realtà , ma la trasformazione di questa realtà  in una più grande pienezza di vita. È una maniera di essere e un particolare punto di vista, quello proprio delle beatitudini evangeliche. È sollecitazione interiore, linguaggio profetico, alternativa di libertà : non è mai linguaggio deterministico rivolto al peggio, anche se non è neppure facile ottimismo. La speranza è un modello aperto, non un modello sicurezza, perché fa balenare la luce di possibilità  prima inimmaginabili. Magari solo per diventare realisticamente attenti ai piccoli cambiamenti, quelli più sicuri e duraturi.

Come quella volta che Stefano si è fatto asciugare i capelli da Elisabetta. Cosa c'è di straordinario in ciò? Veramente molto, se aveste conosciuto prima Stefano e come si rinchiudeva a riccio ogni qual volta un adulto gli si avvicinava.

Un anno per gli altri

In comunità , a condividere la vita di questi ragazzi e handicappati, ci sono alcuni adulti professionalmente preparati allo scopo. Costoro sono affiancati dai ragazzi e dalle ragazze dellAnno di volontariato francescano: una esperienza che il Villaggio S. Antonio offre a giovani dopo i diciotto anni, desiderosi di vivere più intensamente e donare un anno della propria vita.

Per ulteriori informazioni, puoi rivolgerti a:

Villaggio S. Antonio, via Cappello, 79 - 35027 Noventa Padovana (PD) - tel. 049/625055 - fax 049/625751 - CCP n° 17468356.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017