Dove c’è Dio c’è futuro
Riflettendo su temi ed eventi che di recente hanno donato al mondo nuovi messaggi di speranza, emergono le riflessioni di Benedetto XVI nel suo viaggio apostolico in Germania, dal 22 al 25 settembre. Già nel primo discorso, tenuto a Berlino nella residenza ufficiale del Presidente federale, il Papa ha voluto chiarire d’essere giunto per incontrare la gente e parlare di Dio, sottolineando come nei confronti della religione ci sia «una crescente indifferenza nella società che, nelle sue decisioni, ritiene la questione della verità piuttosto come un ostacolo, e dà invece la priorità alle considerazioni utilitaristiche». E nel Bundestag, con saggezza umana e cristiana, ha messo in rilievo le radici giuridiche dell’Occidente, arricchite dai contributi della filosofia greca, della giurisprudenza romana e della religione cristiana, che ancor oggi orientano alla salvaguardia dell’intelligenza, della libertà e del rispetto della natura. Ai rappresentanti della comunità ebraica ha ricordato le spaventose conseguenze della Shoah, avvenute perché «dal no a Dio nasce il disprezzo per l’uomo»; e alla folla presente alla celebrazione nell’Olympiastadion ha esposto il ruolo della religione, base della convivenza umana, rifugio e sostegno in un tempo di inquietudine e di qualunquismo. Di particolare intensità è stata la celebrazione al santuario mariano di Etzelsbach, mentre innovativo è risultato essere l’incontro con i protestanti a Erfurt, nell’ex convento agostiniano dove Lutero, padre della Riforma, visse e celebrò la prima messa. Il Santo Padre ha ribadito l’impegno da parte di tutti i cristiani d’essere testimoni del Vangelo, impegnati nella difesa dei valori della vita e dei diritti dell’uomo. Un messaggio, questo, rivolto anche ai membri delle comunità musulmane presenti in Germania, riuniti presso la Nunziatura di Berlino.
Ricca di testimonianze giovanili è stata la veglia di preghiera di sabato 24 settembre, nel piazzale esterno della Fiera di Friburgo. Ispirandosi alle ciotole di fuoco tenute in mano da nove giovani che gli avevano raccontato la propria esperienza, il Papa si è soffermato sull’invito evangelico d’essere luce del mondo. «Sappiate osare di essere santi ardenti, nei cui occhi e cuori brilla l’amore di Cristo. Io confido che voi e tanti altri giovani qui in Germania siate fiaccole di speranza, che non restano nascoste. Dio è il vostro futuro». E nell’eucaristia conclusiva all’aeroporto di Friburgo, alla quale hanno partecipato anche molti italiani, forte è stato l’appello affinché la Chiesa, «con il cuore aperto che si lascia toccare dall’amore di Cristo», possa superare le sfide del presente e del futuro, distaccata dalla mondanità e liberata dal suo fardello materiale e politico.«Dove c’è Dio c’è futuro» è stato il motto che ha ispirato gli interventi del papa. Egli ha voluto porre la questione di Dio nel cuore degli uomini e nelle prospettive delle società che ricercano verità e giustizia. Viviamo, infatti, in contesti che stanno riducendo i principi della fede in Dio in una debole memoria: solo un rinnovamento spirituale e un impegno etico e culturale possono prospettarci un futuro migliore.