Dove i giovani diventano frati
Otto giovani emozionati, accompagnati dai canti e dalle preghiere dell'intera fraternità della basilica, hanno offerto la loro vita al Signore professando la regola di san Francesco. Il 27 agosto, infatti, hanno emesso i loro primi voti i novizi che, dallo scorso settembre, avevano vissuto la loro preparazione a questo solenne impegno nel convento di sant'Antonio.
Da secoli, la comunità dei francescani del Santo accoglie coloro che si sentono chiamati a verificare la propria vocazione alla vita religiosa. L'anno di noviziato è un tempo di intensa spiritualità e preghiera; quasi un lungo ritiro che serve a staccarsi per un po' dai ritmi frenetici della vita di oggi per dedicarsi al colloquio più intenso con il Signore.
I novizi sono ospitati in un'ala del chiostro che da loro prende il nome il chiostro del Noviziato, solitamente non visitabile dai pellegrini proprio per assicurare riservatezza e silenzio ai frati e a coloro che lo saranno. I futuri religiosi vestono l'abito della prova, in tutto uguale a quello dei frati professi se non per un particolare: sul loro cordiglio non compaiono i caratteristici tre nodi, che tradizionalmente significano i voti di obbedienza, povertà e castità . I novizi, infatti, non hanno ancora preso i voti: il giorno della professione semplice annodano anche loro tre volte la corda francescana, a perenne memoria della loro consacrazione.
L'età media di coloro che hanno appena terminato il noviziato è di appena 23 anni, sono tutti giovanissimi. Provengono da tutta Italia e anche dall'estero: Veneto, Lazio, Puglia, Sicilia e perfino dal Libano. Fra George, 21 anni, è libanese: Sono contento di fare la professione - ci dice -, ma soprattutto sono convinto. Sono felice di continuare a cercare la mia strada, e questo mi da un senso di contentezza, insieme al timore del compiere i grandi passi della vita.
Incontriamo anche gli altri giovani frati, accaldati per la temperatura a dir poco tropicale di quest'estate, eppure raggianti e pronti a parlare della loro esperienza.
Luca di Roma, Antonino, Marcello e Tonino, siciliani, sono d'accordo nel definire la caratteristica del noviziato: un tempo di preghiera. I novizi - ci spiegano - ascoltano e meditano quotidianamente la parola di Dio con la pratica della Lectio divina, oltre alla preghiera personale e comunitaria.
Con la famiglia antoniana
Non tutti sanno che alle preghiere di questi giovani vengono anche affidate le intenzioni che arrivano al Messaggero di sant'Antonio, in particolare quelle dei tredici martedì. Sostando in adorazione davanti al Santissimo Sacramento, i novizi portano nel cuore le preoccupazioni, le ansie e le richieste di tante e tante persone.
Anche attraverso questa continua intercessione, nel loro anno di noviziato i giovani frati scoprono con più profondità la persona di sant'Antonio. Uno di loro ci assicura: Ho visto la potenza della preghiera che si irradia dalla tomba di Antonio. Tanti devoti hanno trovato qui una conversione interiore: il vero miracolo è un cuore risanato da Dio. Anche attraverso l'intercessione del Santo. Anch'io ho considerato sant'Antonio come amico e compagno di cammino in questo tempo di noviziato verso la consacrazione. Massimo, di Brindisi ribadisce: Mi ha colpito molto vedere l'affetto e la fiducia grande della gente nei confronti di Antonio. Si sente sant'Antonio vivo in questo luogo. Mi ha sorpreso poi la presenza di tante persone che vengono dalla mia terra e affrontano viaggi lunghi e pesanti, spesso anche veloci, pur di avere un contatto rapido, ma importante con il nostro Santo.
Alessandro, trevigiano, dice: Ho conosciuto Antonio come un fratello di tutti. In particolare, leggendo i tanti messaggi che gli vengono lasciati, l'ho conosciuto come un santo vicino alla gente, a cui scrivono i bambini come gli anziani, senza distinzione, le persone più diverse.
Emanuele, di Messina, porta la sua testimonianza: La gente sa che venendo da sant'Antonio trova un santo vicino che li ascolta, magari attraverso i frati. Avendo fatto servizio alla tomba del Santo per qualche mese, ho visto che il Signore usa anche queste vie che sembrano semplici, ma molte persone hanno bisogno di sentire, di toccare la vicinanza del Signore.
Il senso profondo di una scelta
Chiedendo loro di dire il succo dell'esperienza del noviziato, si esprimono così: Mesi intensi trascorsi nella preghiera e nella riflessione, insieme agli altri fratelli. Tanto impegno e fatica nel non avere sempre le risposte pronte sulla propria vita. Ma l'esperienza del noviziato è arricchente, per la fede e per la conoscenza di noi stessi. Il senso profondo della scelta dell'essere frati ce lo rivela una frase: Facendo questa scelta, il Signore chiama noi a diventare portatori di speranza, che non viene da noi stessi, ma dal rimanere con lui nella vita della comunità .
Padre Antonio è stato il loro maestro, guida esperta posta accanto al gruppo dei novizi per accompagnarli nei primi passi della vita francescana: È stato un anno particolarmente bello - afferma padre Antonio - un'esperienza unica di preghiera e di rinovamento, devo ringraziarne il Signore! Sono molto contento di tutti i novizi. Giovani e disponibili a rispondere al Signore per servirlo.
Dopo aver assunto i loro voti religiosi, i neo-professi lasciano il convento del Santo per proseguire la loro formazione negli studi teologici e nelle prime esperienze pastorali. Il loro maestro li saluta così: L'augurio che faccio loro è di perseverare nel cammino della vita religiosa, di non aver paura delle fatiche e di essere sempre veri con se stessi. La verità verso se stessi apre la porta allo Spirito Santo. Lo Spirito suscita verità e l'adesione alla verità dipende da noi. Auguro a questi nuovi frati di essere docili allo Spirito che sempre invita a conoscere meglio il Signore Gesù. Anche noi, come famiglia antoniana, ci uniamo nell'augurare un buon cammino ai nuovi frati.