Dove puoi incontrare il Risorto

11 Aprile 2000 | di

L`€™incontro dei due discepoli di Emmaus, commentato nell`€™articolo precedente, fa parte della serie di racconti pasquali con cui i Vangeli annunciano l`€™avvenimento della risurrezione di Gesù Cristo. I Vangeli narrano che Gesù di Nazaret viene crocifisso fuori delle mura di Gerusalemme come un malfattore e sepolto nella tomba messa a disposizione dall`€™amico Giuseppe di Arimatea. I discepoli sono paralizzati dalla paura; il gruppo comincia a sciogliersi; tutto sembra essere finito.
Ma qualche settimana dopo, eccoli in pubblico a proclamare, con coraggio e appassionata convinzione, che Gesù è vivo, è risuscitato, è innalzato alla destra di Dio come Messia e Signore dell`€™universo. Costituiscono la prima comunità  cristiana e vivono uniti come «un cuore solo ed un`€™anima sola» (At 4,32). Si sentono inviati a proseguire la sua missione; per lui rischiano la vita, affrontano persecuzioni e tribolazioni di ogni genere. Sono uomini nuovi, come se fossero risuscitati anche loro. Essi affermano che ciò che ha cambiato la loro vita è l`€™evento della risurrezione di Gesù.
L`€™evento della risurrezione. Oggi molti sono affascinati da Gesù di Nazaret, uomo libero, fedele a Dio e a se stesso fino alla morte, uomo per gli altri, profeta di un mondo più giusto e più fraterno; ma non ammettono la sua risurrezione. Se così fosse, egli non sarebbe il Salvatore, ma soltanto un martire in più; la speranza umana resterebbe una povera speranza e la morte continuerebbe a dominare inesorabile. Senza la risurrezione, il Crocifisso non ci salverebbe; e la Chiesa non avrebbe più nulla da dire: «Se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede» (1Cor 15,14).
I discepoli, invece, affermano con sicurezza che è stato Gesù Cristo risorto a trasformarli. Non è stata una loro riflessione o immaginazione o esaltazione collettiva; Gesù si è fatto vedere vivo e ha donato loro lo Spirito Santo. Si è imposto alla loro incredulità  con una iniziativa tutta sua, con una nuova chiamata e un nuovo mandato.
Come sia avvenuta la risurrezione i discepoli non lo sanno, ma testimoniano che quell`€™avvenimento è reale e si manifesta nella storia attraverso segni concreti: il sepolcro vuoto, le apparizioni del Risorto `€“ che sono incontri reali con lui `€“ la loro conversione, i miracoli e le manifestazioni dello Spirito.
Ci dicono che con la risurrezione Gesù non è tornato alla vita mortale di prima, come Lazzaro, la figlia di Già iro o il figlio della vedova di Nain; è entrato in una dimensione superiore, ha raggiunto in Dio la condizione perfetta e definitiva di esistenza. Il loro linguaggio non riesce a descriverlo come veramente è; lo descrive attraverso analogie: affermano che il suo corpo è un «corpo spirituale» (lCor 15,44), trasfigurato secondo lo Spirito, vero ma diverso da quello terrestre, come la pianta è diversa dal seme (Catechismo degli adulti [CdA] 269).
Gesù Messia e Salvatore. Interpretando l`€™evento della risurrezione alla luce di alcuni testi dell`€™Antico Testamento, gli apostoli proclamano che Gesù è stato «costituito Figlio di Dio con potenza, mediante la risurrezione dai morti» (Rm 1,4). Il giorno di Pentecoste, Pietro afferma con decisione: «Sappia con certezza tutta la casa d`€™Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete ucciso» (At 2,36). E in un altro passo afferma che il Padre ha risuscitato Gesù alla vita gloriosa e lo ha costituito «capo e salvatore» (At 5,31).
Nella risurrezione Gesù Cristo riceve dal Padre lo Spirito Santo e lo comunica agli uomini, per renderli capaci di credere e di amare, per unirli a sé e ricondurli al Padre. Egli rinnova così tutte le cose e diventa il «capostipite» della nuova umanità .
Quando le prime comunità  cristiane professano la loro fede nel Signore risorto, affermano che Gesù «spogliò se stesso assumendo la condizione di servo... facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l`€™ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome. Perciò nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore» (Fil 2,7-11). Gesù è il «Signore» perché ha sconfitto la morte, ha superato lo scoglio della morte per sé e per noi e ci garantisce la vita oltre la morte; per questo egli può pretendere da noi fedeltà  e amore totale.
Pertanto, per i cristiani Gesù Cristo non è solo una guida morale o un grande maestro, ma è il Vivente che con la morte e risurrezione ci ha aperto un futuro definitivo di vita e di pace. «La vittoria sul male è sicura; la storia va verso la salvezza; l`€™ultima parola appartiene alla grazia di Dio» (CdA, 277). «La storia resta una drammatica lotta tra il bene e il male; ma Cristo vive in essa per orientarla nel senso del compimento ultimo attraverso le molteplici attuazioni dei valori di verità , libertà , comunione, pace, bellezza. La sua sovranità  si dispiega nel corso dei tempi, come servizio alla dignità  e alla vocazione dell`€™uomo, con un`€™attenzione preferenziale agli ultimi» (CdA, 281).
Dove incontrare il Risorto? Se Gesù Cristo è il nostro unico «Signore», abbiamo bisogno di lui per dare un futuro definitivo alla nostra vita. Dove incontrare il Signore Risorto? Come incontrarlo?
L`€™evangelista Luca, narrando l`€™esperienza pasquale dei due discepoli di Emmaus, attesta che il Signore risorto oggi è presente nella nostra vita e ci insegna come possiamo incontrarlo.

  • Gesù lo si incontra nella testimonianza di coloro che l`€™hanno incontrato. «È apparso a Simone»: la fede è un`€™esperienza personale, ma nessuno se la dà  per virtù propria; essa ci viene tramandata. La fede di Pietro, che ha visto il Risorto, e la testimonianza degli apostoli fanno sì che anche noi possiamo incontrarci con il Signore risorto.
  • Gesù lo si incontra negli avvenimenti della storia, letti alla luce delle Scritture: l`€™Antico Testamento aveva attestato che il Messia doveva soffrire; alla luce di quei testi, Gesù lascia intuire che gli avvenimenti della sua passione non sono la «fine» della sua vicenda storica, ma l`€™inizio di una vita nuova. È nella lettura attenta e amorosa della Scrittura e degli avvenimenti della vita quotidiana, interpretati alla luce di quella, che possiamo incontrare Cristo risorto.
  • Gesù lo si incontra nella comunità  cristiana: i discepoli di Emmaus erano fuggiti dal gruppo, per tornare al loro vecchio mondo. Essi fuggono, ma Gesù li raggiunge ed essi scoprono che possono vivere in Gesù risorto ritornando là  dove si trovano i fratelli.
  • Gesù lo si incontra nell`€™atto di spezzare il pane: Gesù risorto è presente nell`€™Eucaristia, ma anche ovunque si compiono gesti di solidarietà  e di condivisione, dove le persone si amano e si donano reciprocamente con amore sincero e gratuito.

CHE FARE?

  • Quali atteggiamenti della nostra vita quotidiana possono esprimere l`€™attualità  della risurrezione di Cristo?
  • Quali atteggiamenti impediscono lo sbocciare dei «germi» di risurrezione impiantati nel cuore del mondo?
Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017