Duello Schroeder-Stoiber

La locomotiva d’Europa è diventata un vagone che si fa trascinare. Chiunque vinca le elezioni, destra o sinistra, avrà un bel pò di guai da affrontare...
04 Settembre 2002 | di

A differenza delle elezioni francesi, queste tedesche del 22 settembre non dovrebbero riservare sorprese per quanto riguarda i duellanti: da una parte, il cancelliere uscente Schroeder, socialdemocratico, dall`€™altra, lo sfidante Edmund Stoiber, democratico-cristiano. Anche il confronto politico socialdemocratici-democristiani è tra i più tradizionali nella storia dell`€™Europa contemporanea. Entrambi i contendenti sono sulla sessantina, età  ancora vigorosa e considerata «saggia», ma, per il resto, le loro personalità  divergono.

Gerhard Schroeder viene da una storia da romanzo d`€™appendice, il padre morto in guerra, il padrigno operaio, un`€™infanzia difficile di lavoro e di studi notturni, sino a laurearsi in legge. Forse per rivalsa, è diventato un bon-vivant, fuma sigari cubani, è sposato a una bella donna di vent`€™anni più giovane, una giornalista, dopo tre precedenti matrimoni finiti col divorzio. È originario della Germania del Nord, dalle tradizioni protestanti con una certa rigidezza di vita, da lui superata.

Edmund Stoiber è, invece, bavarese e cattolico praticante, ma non ha nulla del suo maestro politico, che era stato il sanguigno e focoso Franz Josef Strauss, detto il «toro bavarese» per la sua foga vitalistica. Non ha avuto problemi a seguire studi regolari sino alla laurea in scienze giuridiche e politologia, ha una moglie cui è molto legato, mostra un carattere asciutto e uno stile efficiente. Tanto da essere definito «il prussiano di Monaco».

 

Economia in crisi

Il bilancio di quattro anni di governo rosso-verde (socialdemocratici e verdi) guidato da Schroeder con sano pragmatismo, è quello di un centro-sinistra moderato a stile europeo. Una eco-tassa sulla benzina, alcuni sgravi fiscali sulle concentrazioni aziendali in vista della competizione europea e una graduale, ma limitata, riduzione delle tasse per i contribuenti. Per il resto, difesa del «modello renano» `€“ caro anche al nostro Prodi `€“ e della «economia sociale di mercato», opposti al modello liberistico anglosassone e basati sulla concertazione e sul consenso delle parti sociali. Come si vede, molte analogie con la «terza via» che prevale nella sinistra moderata europea e nello stesso centro-sinistra di D`€™Alema e Rutelli.

Quella che era la «locomotiva d`€™Europa», da un decennio si è trasformata in vagone che anziché trainare si fa tirare. La crescita del Pil tedesco (Prodotto interno lordo, che misura la ricchezza creata in un Paese durante un anno) è sistematicamente inferiore, anno dopo anno, alla media europea. Non è casuale che la frenata corrisponda alla riunificazione, con la Germania dell`€™Est che ha assorbito finanziamenti statali che, secondo alcune stime, eguagliano quanto i Paesi occidentali nel loro insieme destinano ai Paesi in via di sviluppo. Quest`€™anno la Germania si è salvata dalla reprimenda (si chiama «avvertimento formale») dell`€™autorità  comunitaria che veglia sul «patto di stabilità » a garanzia dell`€™euro, per un soffio. Solo perché entrava in clima elettorale e non si voleva dare l`€™impressione di ingerenza esterna. Ma ha dovuto promettere solennemente di mirare al pareggio di bilancio nel 2004. C`€™è, quindi, chi parla di declino economico della Germania, di rimettere in discussione il «modello renano» considerato eccessivamente sbilanciato sul sociale e ossificato.

È il centro-destra, guidato, appunto, dal «prussiano di Monaco» Stoiber. La sua ricerca ricalca i punti del centro-destra europeo, ha molte somiglianze col programma del governo Berlusconi. Flessibilità  del lavoro, abolizione dell`€™eco-tassa sulla benzina, riduzione più forte delle tasse: però in forma e con accenti assai moderati rispetto altri partner europei e italiani. Stoiber ripete: «Non voglio fare promesse elettorali che poi non potrò mantenere». Oppure: «Temo le lettere blu di Bruxelles» (che invitano al rigore di bilancio). E considera l`€™«economia sociale di mercato», che pur vuole riformare, una conquista da non abolire.

 

L`€™emigrazione

I temi dell`€™economia sono, dunque, al centro del dibattito elettorale tedesco. L`€™emigrazione è anche presente `€“ in Germania gli immigrati sono 7,3 milioni, più del triplo dell`€™Italia, con 2 milioni di turchi islamici `€“ e Stoiber ha sfoggiato accenti populisti al riguardo, ma l`€™estremismo xenofobo sembra fuori gioco, anche se non è mai da sottovalutare. I Republikaner, che avevano avuto qualche successo in passato, sembrano in declino, i nazi-skin, presenti soprattutto nell`€™ex Germania dell`€™Est, possono provocare  azioni squadristiche ma appaiono privi di appoggio elettorale.

In Germania, per consolidata tradizione, i governi sono sempre di coalizione. L`€™attuale vede i socialdemocratici alleati ai verdi. I liberali, che in passato avevano indifferentemente appoggiato gli uni o gli altri, oggi sembrano propendere verso i democratici-cristiani della Cdu/Csu. I voti che riceveranno i due partiti minori non saranno probabilmente determinanti, ma neppure ininfluenti. E gli ex comunisti del Pds, inesistenti nella Germania dell`€™Ovest, all`€™Est possono portare via molti voti ai socialdemocratici, anche se rimangono fuori dal gioco politico.

 

Chi vincerà ?

Chi vincerà ? Stoiber spera nel «vento di destra» che ha preso a soffiare sull`€™Europa, anche se il suo radicamento nella Baviera molto cattolica e molto tradizionalista `€“ ha un partito proprio, la Csu (Unione social-cristiana) alleato ai democratici-cristiani della Cdu `€“ può creare problemi all`€™elettorato del Nord e dell`€™Est che considera la Baviera un leader «periferico» nella storia tedesca. Schroeder punta sul suo pragmatismo di governo che non dovrebbe aver scontentato molti `€“ anche se non ha entusiasmato `€“ e sulla sua figura più conosciuta e più pronunciata. Anche se ha avuto qualche «sbavatura», quando ha fatto condannare dal tribunale un`€™agenzia di stampa che aveva scritto che si tingeva i capelli di nero. 

 

 

GERMANIA IN DECLINO?

Se si guarda alle statistiche, la «Grande Germania» (della riunificazione) sfigura di fronte all`€™«Italietta» che, velatamente, si voleva lasciar fuori dalla prima adesione all`€™euro temendo che abbassasse tutti i parametri economici. Dunque, Pil: 1,2 Germania (che è quindi in recessione) + 0,1 Italia. Disoccupazione: 9,6 Germania, 9,1 Italia. Consumi: - 4,5 Germania, + 2 Italia. Dove la Germania prevale è nel saldo commerciale con + 92,3 (dovuto soprattutto all`€™esportazione di macchinari di alta precisione) contro + 8,5 dell`€™Italia.

Si può quindi parlare di declino germanico? Bisogna stare attenti alle diagnosi affrettate, perché sul piano economico e commerciale, la Germania rimane la terza potenza al mondo. Inoltre, con la più alta popolazione nell`€™Europa comunitaria (82,2 milioni) e la sua posizione geo-politica al centro del nostro continente, che diventerà  essenziale quando dall`€™Europa dei 15 si passerà  all`€™Europa dei 20 o dei 27 con l`€™adesione dei paesi dell`€™Est, è destinata a continuare o accentuare il suo ruolo-cardine. Tanto più efficace, quanto prima riprenderà  «a tirare».

 

 IL VOTO IN CIFRE

La data: Il 22 settembre i tedeschi saranno chiamati alle urne per il rinnovo dei 656 seggi del Bundestag (Camera dei deputati)

La sfida Testa a testa fra Gerard Schroeder (Spd) e Edmund Stoiber (Cdu-Csu) per la carica di cancelliere.

I temi del confronto: Al centro della campagna elettorale, la crisi della occupazione, le riforme in campo fiscale e finanziario.

L`€™accusa Schroeder definisce «bolle di sapone» le promesse di abbassamento delle aliquote fiscali contenute nel programma del Cdu-Csu.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017