È arrivato il «Momento»
Finalmente ci siamo. Nonostante qualche intoppo nel cammino (il«caso Battisti», da non dimenticare ma casomai da analizzare ora, a mente fredda, per dar vita in futuro a rapporti più cristallini fra i due Stati) e i tagli imposti dalla crisi finanziaria, prende il via in questo mese di ottobre la grande passerella dell’Italia in Brasile. Una vetrina che gli organizzatori hanno voluto chiamare «Momento Itália/Brasil».
Forse c’è una precisa – quanto poco comprensibile – strategia di comunicazione alla base della scelta di chiamare «Momento» una kermesse fatta di quasi 500 tra concerti, balletti, rappresentazioni teatrali, mostre, conferenze ed eventi di varia natura che toccherà ben 18 Stati brasiliani fino all’estate del 2012.
Il termine «momento», infatti, in lingua italiana (ma anche in quella portoghese) sta a indicare un «minimo lasso di tempo». E allora, per la verità, esso può apparire troppo riduttivo se riferito a un programma invece tanto ricco di manifestazioni. Volendo proprio utilizzare questa parola, sarebbe stato allora più opportuno declinarla al plurale.
A fronte di un budget alquanto ridotto, il «regista» della grande e inedita operazione culturale (l’ambasciatore Gherardo La Francesca), coadiuvato dai direttori degli Istituti Italiani di Cultura di San Paolo (Attilio De Gasperis) e Rio de Janeiro (Rubens Piovano) e supportato dall’intera rete istituzionale (6 Consolati, 84 rappresentanti consolari onorari, 6 Comitati degli Italiani all’Estero, 5 Camere di Commercio e 4 uffici ICE) ha dovuto far ricorso all’arte, tutta italiana, di arrangiarsi, «facendo di necessità virtù». Ci è riuscito, per la verità, egregiamente: il palinsesto di questo «Momento» si preannuncia vario, articolato e di buon livello artistico. Scopriamolo per aree.
Nel segno
della musica
Nel cartellone musicale spiccano alcune presenze di assoluto rilievo. Quanto alla sezione «classica» non passano inosservati i nomi del Maggio Musicale Fiorentino, del Teatro Regio di Parma (con un allestimento dell’Otello verdiano), della «Fenice» di Venezia (che porterà in scena «La Traviata») e del Teatro alla Scala di Milano, cioè di quattro tra i maggiori enti lirici e sinfonici del nostro Paese.
Il «bel canto» italiano sarà rappresentato dal tenore Francesco Malapena e dal soprano Mariella Devia, mentre toccherà al gruppo cameristico degli «Interpreti Veneziani» dare risalto al grande repertorio tardo-barocco italiano che ha in Antonio Vivaldi il suo esponente di maggior spicco. Sempre sul fronte della musica «colta» sono da segnalare alcune interessanti finestre sulla musica moderna e contemporanea italiana con omaggi a compositori come Luciano Berio e Giacinto Scelsi.
Quanto al repertorio popolare, non passa inosservato il progetto dal titolo «Napoli incontra il Brasile», ovvero i classici della canzone napoletana in lingua portoghese; operazione sulla carta un po’ ardita, ma che sottolinea ancora una volta le straordinarie affinità esistenti tra il repertorio popolare partenopeo e un Paese tra i più musicali del mondo.
Ancora musica napoletana sotto i riflettori – questa volta con la canzone melodica – con la tournée dell’evergreen Peppino Di Capri dal titolo «La voce della notte» (che toccherà Belo Horizonte, Curitiba, Rio de Janeiro, Porto Alegre, Florianopolis e San Paolo) e con il concerto a San Paolo di Renzo Arbore e della sua Orchestra Italiana.
Ci sarà spazio anche per un omaggio ai grandi compositori italiani di musiche da film, genere nel quale l’Italia, con i nomi di Morricone, Rota, Piccioni, Trovajoli, Ortolani e tanti altri, è seconda solo agli Stati Uniti. Il concerto-evento, che toccherà numerose città brasiliane, si chiama «La Musica e il Cinema – Omaggio ai più grandi compositori del cinema italiano».
Il jazz e la musica cosiddetta crossover saranno rappresentate al meglio dai pianoforti di Stefano Bollani e di Giovanni Allevi e dalla tromba di Enrico Rava.
Da segnalare, infine, la mostra dedicata a Maria Callas (tra ottobre e novembre) ospitata al Teatro Municipal di San Paolo.
Prosa, danza
e cinema
Anche qui spiccano i nomi di alcune tra le più blasonate istituzioni culturali italiane: è il caso del «Piccolo Teatro» di Milano (il primo teatro stabile italiano, fondato nella capitale lombarda nell’immediato dopoguerra, che porterà in Brasile il suo spettacolo-simbolo dal titolo «Arlecchino servitore di due padroni»), del Balletto del Teatro alla Scala (che proporrà lo spettacolo «Raymonda») e della Fondazione Aterballetto (in tournée nel mese di novembre).
Oltre a un omaggio al Premio Nobel Dario Fo e alla pièce «Anita dei due Mondi» (un chiaro omaggio ai 150 anni dell’Unità d’Italia), l’evento forse più interessante dal punto di vista culturale è lo sbarco in Brasile della premiata ditta «Figli d’arte Cuticchio» di Mimmo Cuticchio, il più importante erede vivente della tradizione dei cantastorie siciliani e dell’arte dei pupari. Una tradizione che affonda le sue radici negli antichi aedi greci e che ebbe la massima fioritura nella Sicilia della seconda metà del Seicento. Nel 2001 l’Opera dei Pupi è entrata a far parte del Patrimonio Orale e Immateriale dell’Umanità dell’UNESCO.
Il cinema italiano sarà ospite delle più importanti rassegne brasiliane dedicate alla «settima arte» – i Festival internazionali di Rio e di San Paolo – ma vivrà momenti di grande risalto anche attraverso l’evento «Venezia Cinema Italiano» (una rassegna con i film italiani presenti all’ultima Mostra di Venezia), uno spazio promosso dalla prestigiosa Academia Brasileira de Letras, una retrospettiva dedicata a Luchino Visconti e un seminario sul tema dell’influenza italiana sul cinema brasiliano.
Mostre per tutti,
architettura e design
Nutritissimo, ma soprattutto molto vario, il numero delle mostre che approderanno in Brasile: si va dagli «Etruschi, artisti e artigiani del metallo» a «Roma, la potenza dell’Impero»; da Caravaggio, Michelangelo e Leonardo da Vinci a De Chirico e Modigliani. E poi la Valentina di Guido Crepax, il Carnevale di Venezia attraverso i miti e le maschere, «Dante Alighieri e il suo tempo» e un «Bobbio-mobile», un vero e proprio centro studi itinerante sul grande filosofo italiano.
Sul fronte dell’architettura segnaliamo una mostra dedicata a Massimiliano Fuksas (in contemporanea con la posa della prima pietra dell’espansione della sede dell’Istituto Italiano di Cultura di San Paolo), una mostra sul designer di automobili (ma non solo) Giorgetto Giugiaro e una mostra – con annessi un seminario e il lancio di un libro – sulla presenza italiana nell’architettura delle città brasiliane.
Feste popolari
e mostre itineranti
Nei prossimi mesi l’Italia sarà presente nelle maggiori feste popolari brasiliane. Tra tutte le già italianissime «Festa da Uva» di Caxias do Sul (fondata nel Rio Grande do Sul alla fine dell’800) e la «Festa da Polenta» di Venda Nova do Imigrante (Espirito Santo), realizzata per la prima volta nel 1979 da un’idea di Padre Cleto Caliman. Ma il marchio su sfondo verde del «Momento Itália/Brasil» campeggerà in decine e decine di altre manifestazioni e feste patronali in tutto il Paese.
La storia della presenza italiana in Brasile sarà ripercorsa attraverso una serie di mostre itineranti dai titoli significativi: «L’orgoglio di essere oriundi», «Il viaggio: da Genova a Santos», «Viaggi italiani in Brasile» (organizzata dall’Archivio Nazionale in collaborazione con l’Archivio Centrale di Stato di Roma), «Travessias», «Memoria del rito» (sui riti popolari italiani in Italia e in Brasile).
A fianco di questi grandi eventi culturali si muoverà, ovviamente, anche il mondo del business.
L’Italia sarà ospite d’onore di molte manifestazioni fieristiche ove avrà l’opportunità di promuovere i suoi «gioielli», tra i quali le eccellenze enogastronomiche, le firme dell’alta moda, la cantieristica da diporto, le automobili Ferrari... fino al prodotto che tutto il mondo ci invidia: quel «Paese Italia» che attrae ogni anno svariate decine di milioni di turisti da tutto il mondo e che è fonte irrinunciabile di ricchezza.