Editoriali

27 Gennaio 2009 | di
Politica di Francesco Jori
 
A (s)proposito di sicurezza

 

Esteri di Carmen Lasorella
 
Voglia e bisogno di America

 

Economia di Leonardo Becchetti

Povertà: è tempo di cura

Il sogno degli Obiettivi del Millennio delle Nazioni Unite era dimezzare la povertà entro il 2015. La crisi finanziaria è stato un brusco risveglio. Insieme con la fortissima volatilità dei prezzi delle materie prime agricole la crisi ha portato, secondo la FAO, da 800 a più di 900 milioni la quota mondiale di coloro che soffrono la fame.
Il problema della povertà è soprattutto un problema di volontà politica. Per capire meglio possiamo istruire un confronto tra economia e scienza medica. In medicina esistono delle malattie al momento incurabili e una ricerca che si sforza di trovare soluzioni. Le ricette dunque non sono tutte disponibili. Una volta trovate, però, sono facilmente applicabili sotto forma di medicinali o di vaccini (a meno di problemi, ancora una volta economici, di scarsità di potere d’acquisto dei pazienti più poveri). In economia è diverso. Le ricette per sconfiggere la povertà sono ultranote, ma costano: promuovere autosviluppo, inclusione sociale e dignità attraverso accesso al credito e all’istruzione, migliorare la qualità delle istituzioni, regolamentare i mercati finanziari per evitare crisi sistemiche. E ancora: mettere in circolo le enormi risorse finanziarie che esistono a livello mondiale, attraverso riforme che vadano nella direzione di una maggiore equità fiscale internazionale (ad esempio tassando i patrimoni delle persone fisiche nei paradisi fiscali su cui si è diretta l’attenzione del parlamento americano e del premier francese Sarkozy). Il «vaccino per i poveri» comporta qualche piccolo sacrificio di breve periodo anche per i «sani», ma molti benefici di lungo termine per tutta l’umanità. Le istituzioni, mosse da interessi contrastanti, tentennano e aspettano qualche «sovrano illuminato». Lo stimolo dal basso della società civile, con consumo e risparmio responsabile, può fare molto per smuovere le acque. Nella conferenza stampa in chiusura dell’incontro di Doha promosso dalle Nazioni Unite sulla lotta alla povertà nella crisi finanziaria, il rappresentante Onu ha detto che alcune idee della società civile sono state prese in considerazione ma che i tempi non sono ancora maturi per l’introduzione di misure più efficaci come quella di una piccola tassa sulle transazioni valutarie internazionali, che potrebbe portare fondi per 60 miliardi di dollari all’anno (ne servono 30 secondo la Banca Mondiale per dimezzare la povertà). Quante tragedie dovremo ancora vivere prima che questa «maturazione» avvenga ?
Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017