Famiglia la grande malata

Se la famiglia gode buona salute, tutta la società ne risente gli effetti benefici, appunto perché della società la famiglia rappresenta l’asse portante. È un’afferrmazione scontata.
02 Maggio 1997 | di

La chiesa denuncia
A colloquio con monsignor Ennio Antonelli, segretario generale della Conferenza episcopale italiana.

Msa. La posizione della Conferenza episcopale italiana è molto chiara: in Italia - ha detto il cardinale Camillo Ruini - non esiste ancora una seria politica in favore della famiglia, che pure è la 'vera struttura portante' della nostra società . Su quali elementi concreti si basa questa forte denuncia?

Antonelli. Prima di entrare nel merito della questione vorrei riprendere alcuni dati che sono stati resi noti recentemente, in seguito a una indagine fatta dal Servizio studi della Banca d'Italia. Risulta che in Italia le prestazioni sociali a favore della famiglia sono il 3,1 per cento delle spese sociali, contro il 6,1 per cento del resto dell'Europa; che l'incidenza della povertà  in Italia è più elevata nei nuclei con minorenni a carico (da 0 a 15 anni); che i nuclei familiari con minorenni costituiscono il 56,4 per cento del totale delle famiglie povere; che nel Sud è povero il 50 per cento dei minori; e si potrebbe continuare... Lo stesso studio propone 'l'esigenza di riesaminare le caratteristiche delle prestazioni sociali per i nuclei con minorenni a carico'. Dunque, la denuncia di mancate politiche familiari in Italia viene da più parti, e non possiamo ignorare che tra le fasce della popolazione italiana quella dei minori è la più povera.

Parlare di minori significa parlare delle loro famiglie. Da qui l'assoluta necessità  di attuare politiche lungimiranti che mettano al centro la famiglia, se è vero che 'fino ad ora l'attenzione prestata al problema della povertà  dei minori è stata piuttosto modesta', come afferma ancora l'indagine della Banca d'Italia. Occorre dare un segnale forte affinché i genitori che decidono di avere dei figli non siano sistematicamente messi in difficoltà , ma vengano invece sostenuti nel loro impegno di formare ed educare i figli, come è sancito dalla Costituzione.

Infine, vorrei ricordare che le politiche familiari non vanno confuse con le politiche sociali, e che la famiglia non va solo assistita ma va promossa, proprio per l'insostituibile ruolo sociale che essa svolge.

Ritengo che questo richiamo che i vescovi fanno alle forze politiche e sociali sia doveroso e di grande attualità , anche in vista della riforma dello stato sociale di cui tanto si parla.

Quali sono allora le urgenze principali che la chiesa cattolica italiana pone all'attenzione del governo e delle forze politiche del nostro paese?

La chiesa è molto attenta agli sviluppi dell'intera società  e ha il dovere di fare un appello al senso di responsabilità , nei confronti delle famiglie, delle forze politiche e sociali; tuttavia, non si pone come diretto interlocutore del governo e delle forze politiche stesse. Questo è un compito che tocca alla società  civile e a tutte quelle realtà  - penso, in particolare, alle associazioni familiari - che vivono in prima persona le difficoltà  delle famiglie e hanno il dovere di farle presenti nelle sedi opportune. In questo senso, il Forum delle associazioni familiari svolge un ruolo che è guardato con molta attenzione; ciò rientra nella piena responsabilità  e autonomia dei laici impegnati nel sociale che si pongono, rispetto ai problemi, in modo trasversale, al di là  di ogni schieramento partitico.

Tra le urgenze, mi sembra di individuare: in primo luogo, una legislazione che dia uno statuto all'embrione umano, attualmente ignorato e oggetto di un mercato selvaggio che va contro la dignità  della vita umana; in secondo luogo, è urgente avviare una politica fiscale più equa che tenga conto dei carichi familiari e che non punisca chi mette al mondo dei figli; in terzo luogo, il riconoscimento della centralità  della famiglia all'interno del sistema educativo con il superamento dell'ottica della contrapposizione tra scuola statale e scuola non statale. Insieme a questi problemi rimane certamente urgente quello del lavoro e dei servizi alla persona; questi ultimi devono essere prestati non considerando individualmente gli utenti, bensì vanno erogati alla famiglia in quanto tale secondo il principio di sussidiarietà . Vorrei ricordare che le risorse ci sono, ma sono distribuite male e vengono sprecate perché non si valorizza la famiglia quale servizio attivo alle persone.

Come reagiscono governo e forze politiche alle sollecitazioni e alle denunce della Conferenza episcopale italiana? Esiste un 'dialogo' sulla questione?

Vi sono tavoli tecnici in cui il dialogo tra il governo e il Forum delle associazioni familiari è avviato, e la Conferenza episcopale italiana nota con saddisfazione che il Forum è ormai riconosciuto come un interlocutore autorevole presso le istituzioni. Certo, è un problema anche di tipo culturale e siamo fiduciosi che i buoni propositi si traducano in fatti concreti. Un primo segnale positivo è venuto dalla proposta di legge sulla casa che prevede agevolazioni per le giovani coppie, e ci auguriamo che questa proposta venga al più presto discussa e varata dal parlamento. Un altro segnale positivo è stato quello del riconoscimento dei carichi familiari a proposito della tassa sull'Europa, il che fa sperare che anche in futuro si segua lo stesso criterio.

La strada da percorrere non è certo facile, ma credo che ormai il considerare la famiglia come una insostituibile risorsa della società  sia una esigenza avvertita da molti, anche da coloro che hanno responsabilità  istituzionali. E noi abbiamo fiducia che questa auspicata inversione di tendenza sia alle porte.

Ormai è un dato acquisito: la famiglia italiana sta cambiando profondamente. Accanto al modello tradizionale avanzano altri 'tipi' di famiglie o pseudofamiglie (single, nuclei monogenitori, coppie senza figli, unioni libere, famiglie con partner uscito da un divorzio, ecc...). Di fronte a questa specie di frantumazione antropologica, come si muove la chiesa cattolica italiana per dare adeguate risposte pastorali?

La sua domanda riporta già  al suo interno un problema: la confusione dei termini. È necessario distinguere tra famiglie fondate giuridicamente su un patto coniugale, e dal punto di vista religioso sul sacramento del matrimonio, e forme di convivenza che famiglia non sono. Questa chiarezza dei termini aiuta in una corretta analisi della evoluzione della società  italiana, e ci permette di affermare, senza ombra di nostalgia, che le famiglie ci sono e continuano a essere il cardine della società . I recenti dati diffusi dall'Istat riportano che le famiglie 'classiche' sono 17.200.000 (l'83 per cento delle 'famiglie' italiane).

Pur apprezzando questa tenuta della famiglia, la chiesa italiana è, tuttavia, da anni allarmata per il diffondersi delle nuove forme di convivenza non ratificata e non impegnata, per il pericolo disgregante che esse comportano per la stessa società . Ci sono, come dice la Familiaris consortio, 'luci e ombre' per la famiglia. Le proposte e le risposte pastorali della chiesa in Italia sono orientate a una cura specifica e attenta alle diverse situazioni che si propongono.

A riguardo, l'attenzione alla famiglia in questi anni richiede di muoversi su due direttrici, tra loro complementari. La prima, è quella di offrire quel nutrimento culturale e spirituale che permetta di esprimere in forme nuove la ricchezza originaria dell'essere chiamati da Dio a formare 'una sola carne' e a essere, nel contempo, comunione di vita e collaboratori di Dio creatore. E qui si assiste a un rinnovato interesse per la spiritualità  coniugale, espresso dalla prossima prima Settimana di studi di spiritualità  coniugale e familiare, che si inserisce nel più ampio cammino della chiesa verso il giubileo del duemila. La seconda direttrice è l'attenzione alle diverse forme di sofferenza della famiglia: si pensi alla cura pastorale dei casi di difficoltà  familiare, anche se non sfociano in una separazione; ai casi di separazione, divorzio; famiglie costituite da divorziati risposati civilmente; convivenze di fatto. Tante famiglie sono vicine a queste famiglie nelle piccole cure quotidiane, nel mondo della scuola, nel mondo del lavoro, e la stessa presenza di una famiglia cristiana è testimonianza.

Il Forum incalza

In dialogo con Luisa Santolini, segretario generale del Forum delle associazioni familiari.

Il Forum delle associazioni familiari che rappresenta circa tre milioni di queste famiglie, ha lanciato in Italia l'operazione 'vertenza famiglia': una petizione di un milione e cinquecentomila firme indirizzata al parlamento, con la quale si chiede un impegno costante a sostegno della politica familiare.

Alla professoressa Luisa Santolini, segretario generale del Forum, abbiamo chiesto di illustrare in dettaglio le proposte più significative avanzate al governo Prodi.

Msa. Professoressa Santolini, un milione e mezzo di firme costituiscono un segnale molto forte. Avete raggiuto gli obiettivi che vi eravate prefissati?

Santolini. La petizione aveva un duplice scopo: legittimare il Forum come interlocutore delle istituzioni, e dare vita a una cultura della famiglia che in Italia è praticamente inesistente. Un milione e mezzo di firme ci legittimano soprattutto come forza sociale che difende i diritti di tre milioni di famiglie. In quattro anni abbiamo percorso molta strada, proprio perché prima di noi nessuno parlava a nome delle famiglie. L'unica immagine era quella proposta dalla televisione: nuclei familiari in crisi, afflitti da mille problemi e difficoltà . Le famiglie italiane non sono solo queste; ma per la maggior parte portano avanti il proprio compito, si assumono responsabilità  e fanno scelte precise, vivendo una vita semplice e seria. È appunto a queste famiglie che noi intendiamo dare voce, e mi sembra che ci stiamo riuscendo.

Qual è stata la risposta del governo alle vostre richieste?

Il Forum delle famiglie ha stilato alcuni punti fondamentali relativi alla politica familiare, che sono perfettamente in linea con la nostra petizione. Ci rendiamo conto che non possiamo ottenere tutto e subito, perché la situazione economica del paese rimane comunque precaria; ma è pur vero che finora abbiamo ottenuto pochissimo. Questo significa che a livello di politica familiare in Italia siamo ancora all'anno zero, al contrario di altri paesi dove, invece, è attiva già  da diverso tempo. Soprattutto, non si è riusciti bene a distinguere la politica sociale da quella familiare: mentre la prima si rivolge alle fasce più deboli, che possono contare su un reddito basso, e sono alle prese con problemi particolari, la politica familiare considera il 'nucleo famiglia', alle prese ogni giorno con scelte di tipo fiscale, sanitario, scolastico.

L'unica cosa che fino a questo momento siamo riusciti a ottenere è il progetto di legge presentato dall'onorevole Livia Turco, ministro per la Solidarietà  sociale, sulle agevolazioni concesse alle giovani coppie che hanno bisogno di acquistare la prima casa. Anche in questo caso, peraltro, non sono mancate le polemiche, perché secondo qualcuno l iniziativa non sarebbe altro che 'una istigazione al matrimonio', come se il matrimonio stesso fosse qualcosa di negativo.

Uno dei problemi più delicati rimane la riforma fiscale...

Indubbiamente. Stiamo provando a ottenere, secondo la delega che il ministro delle Finanze, Visco, ha avuto dal parlamento per la Finanziaria '97, una riforma dell'Irpef che tenga conto dei carichi familiari. Vorrei precisare che in questo nostro progetto rientrano tutte le famiglie con figli a carico, indipendentemente dalle fasce di reddito. Una politica di equità  orizzontale finora non è mai esistita; quindi dobbiamo considerare che anche all'interno della stessa fascia di reddito c'è una sostanziale differenza tra chi ha figli a carico e chi invece non li ha.

Il ministro Turco sta preparando altri progetti di legge sull'infanzia e sull'adolescenza che ci auguriamo vengano approvati al più presto. In merito ad essi, però, abbiamo espresso le nostre riserve perché si tratta di progetti di legge in cui i giovani sono considerati a prescindere dalla famiglia: mi pare che non possano esserci figli senza padri e madri...

Quali sono i problemi da risolvere con urgenza e che avete sottoposto all'attenzione dell'esecutivo?

Le priorità  da affrontare sono state scelte dall'assemblea del Forum che ha stabilito un ordine ben preciso: innanzitutto la tutela della vita, quindi, oltre alla già  citata equità  fiscale, c è la scuola, un problema che deve essere affrontato in maniera sistematica. Attendiamo, ad esempio, il riconoscimento degli istituti non statali da parte del ministro della Pubblica istruzione, Berlinguer, che per adesso è ancora una incognita. Ci auguriamo che la promessa venga mantenuta secondo quelle che sono le nostre priorità : noi non vogliamo una bella o una brutta copia di quella statale, ma una scuola che abbia una collocazione e una identità  precisa. La libertà  della scelta educativa delle famiglie, però, almeno fino a questo momento, è stata ignorata. Non solo, ma in generale la famiglia è stata praticamente esclusa dalla scuola, visto che il ministro stesso parla sempre di insegnanti e studenti, ma mai di famiglia; e questo è molto grave perché la famiglia è la prima titolare dell'educazione dei figli, un principio che non può in alcun modo venire ignorato.

In altri paesi sono stati adottati provvedimenti per venire incontro alle esigenze delle donne lavoratrici. L'Italia sembra indietro anche sotto questo punto di vista...

In Italia i servizi per agevolare le donne lavoratrici sono relativi a poche zone, dove peraltro le cose vanno molto bene; ma per la maggior parte dei casi le mamme non possono permettersi di avere più di un figlio, perché poi non sono in condizioni di poterne crescere altri. Se ci riferiamo all'estero c'è, invece, l'assegno di maternità . Intendiamoci, anche qui da noi la maternità  viene riconosciuta, ma quando il bambino è ancora piccolo la mamma deve scegliere se continuare a lavorare o meno.

Un altro problema che andrebbe affrontato con una certa urgenza è quello del lavoro part time, che agevolerebbe almeno in parte la costituzione e la formazione di una famiglia. Il Forum ha deciso di costituire una commissione che si occupi del lavoro e che si adoperi proprio per promuovere quest'iniziativa.

   
   
La casa azienda      

Una nuova cultura sembra farsi strada tra le righe di leggi e provvedimenti: la qualità  della vita e il tasso di sviluppo per una collettività  non dipendono soltanto dalla capacità  di produrre moneta, ma è fonte di ricchezza tutto ciò che contribuisce a migliorare la vita dei cittadini.

'La cultura che finalmente sta emergendo - spiega Federica Gasparrini, già  leader della Federcasalinghe e oggi sottosegretario del ministero del Lavoro - è quella che la donna, che ha bambini piccoli, svolge un servizio alla collettività , perché, come indicano alcuni dati e ricerche, la presenza costante della mamma nei primi tre anni di vita fa crescere un individuo più sereno. Quindi, in questo caso, credo si debba parlare di assegno di maternità . Alcune regioni, tra cui Marche e Abruzzo, hanno già  iniziato questo iter'.     

Msa. Qual è l'entità  dell'assegno?

Gasparrini. Cito il caso dell'Abruzzo, è di mezzo milione al mese per cinque mesi. Ci sono i due mesi prima e i tre mesi dopo, come avviene nei periodi di maternità  per le       donne che lavorano fuori casa.       

Quali sono le altre agevolazioni?

È partita la legge, promossa dal governo, sugli infortuni domestici, che colpiscono le donne e gli uomini mentre svolgono dei lavori in famiglia. Un altro progetto è il fondo pensioni casalinghe: uscita la classificazione e il ricongiungimento degli anni pregressi, verranno emanate norme ad hoc.                                                                         Da questi tre momenti, assegno di maternità , infortuni domestici, fondo pensioni casalinghe - che poi man mano dovranno integrarsi - ci aspettiamo che permettano a ogni donna di poter scegliere, con dignità , momenti di lavoro in casa e fuori casa.       

Vittoria Prisciandaro

Il governo risponde

Intervista con il ministro della Solidarietà  sociale, l'onorevole Livia Turco.

Se è vero che in Italia fino a questo momento non è stata elaborata e attuata un'adeguata politica familiare, va comunque dato atto all'attuale governo di aver varato alcuni provvedimenti di notevole importanza a sostegno delle famiglie italiane, soprattutto per quelle in via di formazione. Promotrice di queste iniziative è il ministro della Solidarietà  sociale, l'onorevole Livia Turco.

Msa. Il Forum delle associazioni familiari sostiene che in Italia fino a oggi è mancata una vera e propria politica della famiglia. Come si sta muovendo il governo per riconoscere di fatto questa importante realtà  sociale?

Turco. Non so se in precedenza fossero stati fatti passi concreti per aiutare le famiglie. Quello che posso dire è che è stato già  approvato un disegno di legge sulla promozione dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, per il quale è stato previsto uno stanziamento di novecento miliardi. Inoltre, come è noto, abbiamo varato un provvedimento che prevede l'agevolazione per le giovani coppie che devono acquistare una casa, e abbiamo aumentato l'assegno del nucleo familiare del 25 per cento. Stiamo lavorando per stabilire alcune norme che consentano a uomini e donne di conciliare al meglio gli impegni di lavoro con quelli relativi alla sfera familiare. Sono al vaglio, insomma, iniziative che permettano la formazione di una cultura che riconosca la famiglia e che ne valorizzi appieno i soggetti che ne fanno parte.

Il varo di una riforma dell'Irpef che tenga conto dei carichi familiari è quantomai necessario...

E infatti il ministro delle Finanze, Visco, sta lavorando proprio in questo senso. In particolare, gli sgravi dovrebbero riguardare le famiglie monoreddito, che hanno più difficoltà  ad andare avanti. La riforma andrà  incontro a quei nuclei familiari che hanno più di un figlio a carico, cercando di agevolarli in ogni modo. Posso assicurare che il ministro Visco farà  di tutto per portare avanti questo progetto.

Le associazioni familiari hanno espresso alcune riserve sui progetti di legge relativi ai diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, perchè i giovani sarebbero considerati autonomamente, non come soggetti membri di una famiglia...

E io rispondo che condivido questa posizione: i giovani sono soggetti autonomi ma anche parte integrante della famiglia, a meno che non vogliamo considerarli un'entità  astratta... Mi sembra piuttosto evidente che, aiutando i giovani, indirettamente forniamo un sostegno non indifferente alla famiglia intera. Anzi, in questo modo il nostro intento è quello di coinvolgere maggiormente il nucleo familiare e renderlo partecipe dei problemi dei figli, a favore dei quali già  da tempo si chiedeva un intervento del governo che ne tutelasse i diritti.

All'estero le donne lavoratrici vengono agevolate con provvedimenti efficaci. Il lavoro part time potrebbe rappresentare una soluzione percorribile in tempi brevi?

Prendere provvedimenti a sostegno delle madri che lavorano rimane uno dei nostri principali obiettivi. Personalmente sono convinta che le donne, col passare degli anni, abbiano cambiato in meglio lo stile della famiglia, per cui meritano tutti i vantaggi che consentano loro di prendersi cura dei propri figli. Credo, inoltre, che rendendo le città  a misura dei bambini, in qualche modo si aiutino le donne. Per tornare all'aspetto lavorativo, c'è da dire che le donne sono agevolate per quello che riguarda la maternità ; ma noi vorremmo fare ancora di più, aiutando anche le lavoratrici autonome e le casalinghe.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017