Famiglia, risorsa insostituibile
Anche se siamo coinvolti da problematiche politiche e sociali legate alla crisi economica mondiale, trovo opportuno continuare la riflessione sulla famiglia. L’abbiamo iniziata lo scorso mese con la pubblicazione di un dossier in cui si è cercato di mettere in luce opportunità e prospettive che garantiscano il futuro di questa risorsa fondamentale per il miglioramento della società. I dati, provenienti da alcune ricerche sociologiche, la presentano come una realtà minacciata, anche se riconosciuta come risorsa insostituibile. È stata definita così anche al VII Incontro mondiale delle famiglie, celebrato a Milano dal 30 maggio al 3 giugno scorsi, che ha ridato alla famiglia forti prospettive di speranza.
L’Incontro, cui hanno partecipato delegazioni e famiglie giunte da ogni continente, arrivando ad aggregare un milione di partecipanti, troverà una rinnovata partecipazione nella prossima edizione, programmata per il 2015 a Philadelphia, una delle città degli Stati Uniti storicamente e culturalmente più vivaci.
Le riflessioni, gli interscambi d’esperienze, gli incontri e le celebrazioni liturgiche sono state opportunità in cui i partecipanti hanno potuto esprimere le motivazioni e gli interrogativi della loro appartenenza alla Chiesa e al suo patrimonio di verità religiose ed etiche. L’evento si è così caratterizzato per un particolare stile di dialogo e di spiritualità. Rileggendo oggi le tante testimonianze, si colgono la lucidità e la forte determinazione di relatori e partecipanti nel porre alla società la sfida della fede cristiana sul futuro della famiglia, contrapposta alle proposte, introdotte nelle norme di alcuni Stati, da una cultura relativista e atea.
Il Family 2012, le marce per la vita e le manifestazioni organizzate da diocesi e movimenti di spiritualità operanti nel mondo sono uno dei segni del risveglio del senso di appartenenza alla Chiesa. Esprimono la nuova identità di quanti si dichiarano cristiani, consapevoli che, oltre a conoscere la dottrina sociale ispirata ai contenuti del Vangelo, c’è l’attesa di un conseguente impegno per dare alle società d’appartenenza contributi positivi – nel rispetto della libertà del cittadino e nello stile di una sana laicità –, allo scopo di promuovere la difesa dei diritti della famiglia, fondata sul matrimonio tra uomo e donna, aperta alla vita, all’educazione dei figli, all’accoglienza e alla solidarietà. Indicazioni, queste, non pastorali ma culturali, che pongono la Chiesa in vivo rapporto con gli attuali problemi economici e sociali.
In risposta alle coppie divise dopo il matrimonio, papa Benedetto ha lanciato, a Milano, un annuncio inequivocabile: «Sappiate che il Papa e la Chiesa vi sostengono nella vostra fatica. Vi incoraggio a rimanere uniti alle vostre comunità, mentre auspico che le diocesi realizzino adeguate iniziative di accoglienza e di vicinanza». Un messaggio quanto mai attuale, in un momento in cui la scelta del sacramento del matrimonio e la sua durata segnano nel mondo dei dati allarmanti.
A fronte della necessità di recuperare la dimensione spirituale dell’unione matrimoniale, le comunità cristiane devono coltivare verso i coniugi separati o divorziati un atteggiamento non di esclusione e di discriminazione, ma di rispetto e vicinanza spirituale. Lo spirito del Vangelo estende infatti il suo sguardo anche a loro, fratelli nella fede in Cristo.