Famiglia sfrattata dalla casa Europa

Coppie, genitori, figli alla ricerca di un ruolo nel vecchio continente. Anche la Costituzione europea disconosce il peso sociale della famiglia: crisi di valori o etica dell'indifferenza?
24 Giugno 2003 | di

Il rapporto tra cultura, civiltà  cristiana e Costituzione europea è ancora uno degli argomenti più dibattuti non solo in Italia. Dopo l'allargamento dell'Unione ai dieci Paesi dell'Est, ci si chiede se nell'Europa dei 25 Stati, oltre a nuove opportunità  di sviluppo commerciale, potranno avere un ruolo centrale i valori dell'umanesimo e della civiltà  cristiana, scaturiti dalle due grandi tradizioni, dell'Occidente e dell'Oriente, che hanno caratterizzato la storia del continente.
Sugli scenari politici emergono molte attese, e tra gli obiettivi che i Paesi dell'Unione intendono raggiungere nei prossimi mesi, emergono quelli che riguardano gli ambiti più vitali, come la sanità , lo sviluppo economico e l'occupazione, la riforma dei sistemi pensionistici, il mondo della ricerca e della scuola. Cresce sempre più l'esigenza di una politica europea contro le nuove povertà  e le migrazioni forzate dai Paesi più poveri del mondo. Tra le attese e le problematiche, la nostra attenzione è rivolta in quest'editoriale ai bisogni della famiglia di oggi.
Quale ruolo avrà  la famiglia nella nuova Costituzione europea? È uno degli interrogativi che tanti si sono posti dopo la lettura delle percentuali della popolazione europea. Se, infatti, tra gli attuali 15 membri della Ue, la media della popolazione con più di 65 anni d'età  è del 16,3%, la media della popolazione fino ai 14 anni è del 16,8%. La denatalità  e l'invecchiamento denunciano un crollo demografico della popolazione europea e l'indebolimento del ruolo della famiglia nella società . Negli ultimi cinquant'anni le famiglie sono passate da 4 a poco più di 2 componenti, con la riduzione del numero medio di figli per nucleo, e l'aumento del numero di famiglie costituite da una sola persona, nella maggior parte dei casi anziana.
Nel recente Forum promosso a Roma dalle Associazioni familiari, e patrocinato dalle Nazioni Unite, Pier Paolo Donati, docente all'Università  di Bologna, in rapporto alle sfide che la famiglia deve oggi affrontare, si è chiesto: Family oppure household? Famiglia vera oppure coabitazione anagrafica? Se rivolgiamo lo sguardo alle delibere comunitarie e alle legislazioni di qualche Paese europeo - ma anche di altre nazioni del mondo - troviamo concessioni e benefici a forme di convivenza che costituiscono un'alternativa alla famiglia. I Paesi dell'Unione, dall'ultimo decennio si sono dimostrati riluttanti a considerare il ruolo sociale della famiglia quale soggetto di cittadinanza nella Costituzione europea. Finora, nelle varie normative sui diritti umani, l'attenzione è stata rivolta più all'individuo che alla famiglia, che così ha perso gradualmente la sua personalità  giuridica ed è considerata più una scelta personale. La legislazione non riguarda la famiglia come tale, ma solo alcuni aspetti di essa, in particolare la relazione madre-figlio, afferma Donati. Infatti nei Trattati di Maastricht e di Nizza la famiglia viene citata come sinonimo di privacy e praticamente messa sullo stesso piano di altri arrangiamenti di vita. La tutela va ai singoli, anche in quanto abbiano carichi familiari, ma non alla famiglia come sistema sociale.
L'Europa ha così imboccato la strada del neutralismo o dell'indifferenza etica nei confronti del pluralismo familiare, con la conseguenza di ridurre quello che è stato nella nostra civiltà  europea e cristiana il nucleo-base della società  a un soggetto residuale, una realtà  destinata a rompersi, a frammentarsi, a divenire una relazione debole e precaria, sottolinea ancora Donati. Purtroppo, considerando le grandi differenze normative esistenti in alcuni Paesi europei, i tempi non sono maturi per promuovere una politica comune europea sulla famiglia. Anche se rimangono spazi ed emergenze che richiedono la collaborazione dei Paesi dell'Unione su specifici temi e problemi - come le devianze giovanili o la pedofilia - la difesa dell'identità  e dei valori morali e sociali della famiglia, nonché la promozione delle politiche a suo sostegno, devono trovare priorità  e specifiche attenzioni nella legislazione d'ogni singolo Stato.
Per noi italiani, la famiglia è legata alle nostre radici umanistiche, alla nostra cultura cristiana. Dobbiamo però non solo sentirci orgogliosi d'un retaggio che ci ha caratterizzati nel mondo, ma essere anche impegnati affinché questo nucleo base della società  venga riconosciuto per il suo ruolo etico e sociale. 

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017