Florescer, un futuro per i giovani

Raul Anselmo Randon, a capo di uno dei più grandi gruppi industriali brasiliani, investe in formazione e cultura per far crescere il suo Paese.
17 Gennaio 2007 | di

Caxias do Sul

In Italia lo conoscono in pochi. Un po’ perché lui è una persona che non ama i clamori della cronaca, un po’ perché, nel nostro Paese, c’è ancora troppa indifferenza sulla realtà italiana all’estero, che meriterebbe invece maggior attenzione.
Eppure Raul Anselmo Randon è a capo di uno dei più importanti gruppi industriali brasiliani, se è vero che la metà dei rimorchi che ogni giorno percorrono le strade del Paese, ha stampato sul retro il marchio Randon. Un’azienda che è fra i primi cinque produttori al mondo nel settore dei rimorchi e dei semirimorchi (ma produce anche sospensioni, freni, escavatori, vagoni ferroviari e chassis), che vanta accordi di collaborazione con grandi aziende tedesche, francesi, svedesi e statunitensi ed esporta in 80 Paesi del mondo. Un vero e proprio colosso industriale, insomma, che dalla meccanica spazia all’agroindustria (con la produzione di vini e formaggi pregiati, cui va aggiunta la coltivazione intensiva delle mele) occupando migliaia di dipendenti per un fatturato annuo che supera gli 800 milioni di euro.
Quella della Randon è una storia emblematica, anche se non unica, nel vastissimo panorama delle aziende di medie e grandi dimensioni create dal nulla da famiglie italiane arrivate in Brasile alla fine dell’Ottocento senza un soldo in tasca, ma con tanta voglia di fare.
Così è stato anche per i fratelli Raul Anselmo ed Hercìlio Randon. Siamo alla fine degli anni Quaranta. All’epoca Caxias do Sul (cittadina che si trova nella Serra Gaúcha, nell’interno dello Stato del Rio Grande do Sul) sta iniziando ad assumere i connotati di quella che è oggi: un polo industriale di primaria importanza del Brasile meridionale. Il territorio è popolato prevalentemente da emigrati italiani e dai loro discendenti che fino ai primi anni del Novecento erano dediti prevalentemente all’agricoltura.
I due fratelli Randon, una volta assolto il servizio militare, decidono di mettere a frutto le loro conoscenze meccaniche affinate nell’officina del padre e – con un altro socio italiano – danno vita alla loro prima attività artigianale. Un paio d’anni più tardi, un violento incendio distrugge tutto: capannone e macchinari. Ma i fratelli Randon non si danno per vinti. Pochi mesi dopo, fondano la Mec`nica Randon che produce inizialmente freni ad aria. Poi verranno i rimorchi e i semirimorchi. Già, il futuro corre sulle ruote. Se ne convincono, Raul Anselmo ed Hercìlio, visitando le Fiere di Milano e di Hannover nei primi anni Settanta. E da allora la Randon ha iniziato una straordinaria espansione con nuove fabbriche e nuovi prodotti per sempre nuovi mercati.
Nel 1989 Hercìlio muore prematuramente. Ma le sue felici intuizioni nel campo della meccanica fanno ormai parte del bagaglio dell’azienda che, sotto la guida di Raul Anselmo – il «commerciale» dei due fratelli – prosegue diritta per la sua strada di successo. Il resto è storia recente, con l’inserimento in azienda di figli, generi e nipoti; con la conquista di nuovi spazi nel mercato globale; con uno sviluppo tecnologico sempre all’avanguardia e con alleanze strategiche dall’Europa agli Stati Uniti.
Fin qui, in estrema sintesi, l’esaltante profilo imprenditoriale di Raul Anselmo Randon che ha fatto versare fiumi d’inchiostro sulle più importanti testate economiche brasiliane e internazionali.
Ma l’aspetto più sorprendente di Raul Anselmo Randon, a nostro avviso, viene fuori proprio negli anni recenti. Superati i settant’anni, un imprenditore affermato come lui avrebbe potuto godersi meritatamente gli agi derivanti dai successi lavorativi, gustarsi le gioie della vita, distrarsi, andare in giro per il mondo con la moglie Nilva. Insomma avrebbe potuto – come si dice – «tirare i remi in barca», tanto l’azienda era così ben strutturata da andare avanti con l’apporto delle nuove generazioni. E invece no. Randon capisce che sono proprio questi gli anni migliori. È il periodo della vita nel quale un uomo consapevole, pienamente realizzato nel lavoro e negli affetti familiari, ha la maturità necessaria per guardarsi indietro e attorno. Non per egoistici bilanci personali. Guardare al passato serve, a Randon, per riflettere su un possibile futuro migliore per chi verrà dopo, per le nuove generazioni. Così è nato Florescer. Che questa volta non è il nome di un nuovo prodotto commerciale, ma un progetto ideato e realizzato dall’imprenditore brasiliano d’origine vicentina (il nonno era di Cornedo Vicentino) proprio avendo in mente le nuove generazioni.
«Io ho iniziato a lavorare a 14 anni – ci racconta al telefono – e tutto ciò che ho imparato nella mia vita l’ho appreso sul campo, con l’esperienza. Ma capisco che quelli erano altri tempi. Oggi il progresso corre veloce e se non hai la possibilità di studiare, se non conosci le lingue e non hai dei rudimenti di informatica, sei tagliato fuori dal mondo del lavoro. La cultura è determinante per il progresso di un Paese. Gli anni decisivi per la formazione di una persona sono quelli dell’adolescenza e le difficoltà economiche nelle quali si può trovare una famiglia possono creare situazioni di vulnerabilità sociale per i ragazzi; se non hanno la possibilità di essere seguiti da vicino e senza i necessari stimoli, rischiano di frequentare brutte compagnie e di perdere il treno della vita.
Il programma Florescer, del quale beneficiano circa 350 ragazzi fra i 7 e i 14 anni, vuole essere una concreta risposta a queste situazioni di vulnerabilità. In che cosa consiste è presto detto: i nostri pulmini aziendali vanno a prendere ogni giorno, dal lunedì al venerdì, i ragazzi a scuola e li accompagnano qui in azienda dove abbiamo allestito degli appositi spazi. Ad accoglierli trovano un’equipe di educatori e di animatori che li aiutano a fare i compiti e li avviano ad altre discipline formative come, ad esempio, l’informatica, lo studio delle lingue e la musica. In più, abbiamo anche un servizio di mensa e un centro sportivo. Ovviamente i costi sono tutti a nostro carico.
«Così otteniamo un duplice scopo: togliamo i ragazzi dalle insidie della strada e diamo loro un grado di istruzione e degli stimoli culturali che altrimenti non potrebbero permettersi. Circa metà dei ragazzi sono figli di nostri dipendenti, e l’altra metà sono giovani che vivono a Caxias do Sul e nelle vicinanze. Il simbolo del programma Florescer è il girasole. Così come il girasole segue la traiettoria del sole che è energia e vita, allo stesso modo i giovani sono naturalmente attratti dalle loro aspirazioni, dai sogni. Davanti a loro c’è la vita che li aspetta. Il successo dell’iniziativa è stato enorme. E sapesse che gioia per me ogni volta che ho la possibilità di incontrarli. Pensi che da Florescer è nato anche un coro che mi ha fatto l’onore di cantare in occasione del 50° anniversario di matrimonio e ha anche inciso un Cd!.
«Il mio sogno è che questa iniziativa sia adottata anche da altre aziende per le quali mettiamo a disposizione tutto il know-how necessario. Se sono un benefattore? No, non è un termine che mi si addice. Piuttosto, mi fa felice pensare di contribuire a disegnare un futuro migliore per le nuove generazioni e – ripeto – sarebbe una gran bella cosa se altre grandi aziende come la nostra adottassero questo Programma sociale».
Questo è il «signor Randon». Un imprenditore del quale riviste d’affari come Forbes e Fortune hanno esaltato le doti manageriali. Un uomo che il Messaggero di sant’Antonio ha avuto il piacere di incontrare per sottolinearne le non comuni doti morali. E che Randon sia una gran brava persona se n’è accorto anche l’ex Presidente della Repubblica italiana, Ciampi che, su segnalazione dell’ambasciatore Michele Valensise, l’ha insignito del prestigioso titolo di Cavaliere al Merito della Repubblica italiana.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017