Frank Bonfiglio, a Star of the Bay

«Spero che i giovani oriundi recuperino l’amore e l’interesse per lo studio dell’italiano, e dedichino più tempo alla conoscenza del nostro patrimonio culturale».
14 Dicembre 2004 | di

SAN FRANCISCO
Frank Bonfiglio è nato a Trapani il 28 ottobre 1933. Ha vissuto e studiato in questa città  per 12 anni, un periodo purtroppo funestato dalla guerra. Ottenuto il diploma della Scuola Media all";età  di 11 anni e mezzo, si trasferì con la famiglia a Palermo dove suo padre, ritornato a casa dopo essere stato prigioniero di guerra, faceva parte dei Carabinieri con il grado di Brigadiere. Sebbene il desiderio di continuare gli studi fosse grande, Frank fu costretto a lavorare per esigenze economiche. Ma dopo alcune false partenze in settori nei quali non aveva grandi interessi, iniziò la sua carriera nello studio della fotografia e della musica, un";arte quest";ultima che lo attirava ma che sfortunatamente dovette lasciare.
Dopo quattro anni dedicati allo studio della fotografia, Frank iniziò a lavorare in proprio come fotografo. Nel 1955 fu chiamato al servizio di Leva come autista nel corpo dell";Aeronautica, e fu assegnato a Nasidia, vicino a Napoli dove incontrò Lina, sua futura moglie. Qui, nel 1959, aprì il suo primo studio fotografico, ingrandendosi velocemente fino ad installare una stampante a colori. Nel 1965, precisamente il 31 dicembre, Frank con la moglie e i figli Sebastiano e Annette, lasciarono Palermo per Napoli, e in seguito partirono per l";America alla ricerca di una vita più gratificante. Dopo un duro viaggio arrivarono a New York (era il 10 gennaio 1966), e da lì raggiunsero San Francisco. Dopo aver lavorato per un anno come dipendente, Frank aprì, con un socio, uno studio fotografico commerciale. Ma la società , sebbene avesse avuto successo, poneva dei limiti alla sua sensibilità  artistica e così Frank, nel 1973, aprì un proprio studio fotografico. Gli anni Ottanta furono per lui un periodo di grande successo, e la città  conobbe subito ed apprezzò il suo talento. Nacque in lui anche una passione per l";automobilismo, e ottenne parecchie vittorie con la sua Alfa Romeo 2500, un";auto che ancora oggi possiede.
Nel 1997, sentendosi forse in colpa per non aver fatto qualcosa di significativo per la comunità  italiana, decise, con un caro amico, oggi non più in vita, di fondare un";associazione per i siciliani, aperta però anche ad altre etnie. Nacque così la National Sicilian American Foundation, NSAF, a cui Frank dedicò il suo tempo e la sua passione, sempre in cerca di nuove idee e iniziative per promuovere il patrimonio della sicilianità .
Segafreddo. Com";è attualmente la situazione della comunità  italiana nella Bay Area?
Bonfiglio
. La situazione attuale della comunità  italiana nel vasto territorio della Bay Area è ancora un po"; confusa. Nel territorio operano diverse benemerite istituzioni e associazioni italiane, ma ciò che manca è uno spirito di collaborazione unitaria. Se ci fosse da parte di tutti un maggior coinvolgimento nell";organizzazione delle iniziative, avremmo risultati migliori.
Da quando ha rivolto la sua attenzione al mondo associazionistico italiano, soprattutto a favore dei siciliani? E quali sono state le iniziative più significative?
Ho fondato la NSAF nel 1997, non solo per far conoscere la cultura siciliana, ma anche per diffonderla attraverso incontri, mostre fotografiche, concerti ed eventi sociali. È una serie di iniziative che per me sono motivo di vanto e di profonda gratificazione. Per il maggio del 2005, con l";appoggio del consolato d";Italia di San Francisco, dell";Istituto Italiano di Cultura e di altre organizzazioni locali, abbiamo programmato un grande progetto: Prelude to Sicily. Nei giorni 14 e 15 maggio, nella Union Square "; nel cuore di San Francisco "; 16 stand saranno punti di riferimento per esposizioni d";arte, prodotti tipici e alimentari della Sicilia.
La sua Associazione promuove contatti con i responsabili del Comites, con il Consolato d";Italia e con altre associazioni italiane?
La NSAF penso sia stata promotrice di diversi contatti con altre associazioni. Fra l";altro godiamo e ci vantiamo di un rapporto eccellente con il console generale d";Italia, Francesco Sciortino, come pure con l";Istituto Italiano di Cultura di San Francisco. Inoltre manteniamo ottimi rapporti con altre associazioni siciliane operanti in varie parti degli Stati Uniti.
Che peso e che ruolo hanno le associazioni italiane nella vita sociale e politica?
Penso che le associazioni degli italiani all";estero abbiano un ruolo ancora più importante di ieri, ma credo che si potrebbe fare molto di più se tra le associazioni ci fosse più dialogo, un maggiore coinvolgimento su iniziative che potrebbero dare maggior peso e rappresentatività  alla presenza della comunità  italiana a San Francisco e in California. La NSAF, unitamente ai Lucchesi nel mondo e ai Liguri nel mondo, a mio parere, sono le più attive. Mi è difficile ricordare, senza paura di omissione, le persone maggiormente coinvolte e rappresentative dell";associazionismo italiano. Ho contatti amichevoli soprattutto con Gianfranco Andreazzi, presidente della Lucchesi e Joe Brignoli della Liguri nel mondo.
Quali sono le attese delle associazioni italiane?
Le nostre attese riguardano l";incremento di tutto ciò che può essere espressione e presenza della cultura italiana nel nostro territorio. A San Francisco, l";insegnamento della lingua italiana è di grande rilievo e per questo vorrei personalmente ringraziare il ministro Tremaglia e quanti operano nei ministeri italiani a favore dell";italianità  nel mondo.
Crede che i giovani oriundi dimenticheranno le loro radici oppure troveranno nuovi motivi per vivere la loro italianità ?
Come ho già  detto, vorrei sperare che le nuove generazioni potessero continuare ad esercitare il ruolo e l";impegno che noi, della prima generazione, stiamo portando avanti. Ma nelle associazioni, essi devono assumere ruoli più partecipativi e responsabili. Questo non è facile, e sono consapevole del fatto che per quest";azione di aggregazione e di coinvolgimento delle nuove generazioni, avremmo bisogno di avere tra noi animatori e trascinatori come Mimmo Azzia, fondatore di Sicilia Mondo a Catania, che si prodiga in modo instancabile per la conservazione delle tradizioni siciliane e italiane, ed è capace di promuovere sempre nuovi contatti con i giovani oriundi.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017