Fuori dal caos

01 Luglio 1996 | di

Suscitano stupore le notizie che immancabilmente i mezzi di comunicazione annunciano con grande enfasi ogni volta che gli italiani, lasciati i posti di lavoro, si avventurano sulle strade della villeggiatura: cinque milioni di auto in giro un giorno, sei milioni il giorno seguente, caselli intasati, code chilometriche sotto cieli infocati. E poi spiagge gremite da non starci uno spillo e i silenzi delle montagne violati dai rombi dei motori delle auto che si spingono sempre più in alto.
A smorzare lo stupore ci hanno pensato di recente quelli che sondano l`€™opinione pubblica: dicono che sono sempre meno gli italiani che si possono concedere periodi prolungati di riposo in luoghi diversi dalla propria abitazione. Pensioni da sopravvivenza, stipendi devastati da tasse e balzelli... fanno ogni anno lievitare il numero dei vacanzieri «mordi e fuggi»: due-tre giorni, ferragosto compreso; via la mattina e casa la sera, giusto per chiudere un attimo e dire: c`€™ero anch`€™io.
Le ferie sono una felice invenzione dei nostri tempi, concesse soprattutto per interrompere ritmi di lavoro ossessionanti nella loro alienante ripetitività . Però, a seguire certi andazzi che tendono a riprodurre, sia pure in luoghi diversi, l`€™affanno di sempre, si rischia di rendere del tutto inutile, se non dannoso, un periodo che potrebbe essere «di grazia».
Non è un`€™eternità  quella che si ha a disposizione. Sono solo pochi giorni; una ragione in più per non sprecarli e per viverli in modo intelligente, come occasione di crescita spirituale, di arricchimento interiore, di vera «ricreazione»! Nel senso di ri-creare dentro di noi quella tranquillità  e quella disponibilità  che ci consentano di capire che cosa nella vita è veramente essenziale, conta veramente e merita di essere perseguito con slancio, impegno e sacrificio; e che cosa, invece, è solo mito illusorio e fallace, contrabbandato come indispensabile da chi ha interesse (di bottega) a far credere che valga l`€™avere più che l`€™essere, l`€™apparire più che la sostanza, il godere più che il crescere assieme agli altri.
Poiché nel periodo lavorativo ci è assai poco o per niente concesso di pensare a tante cose, inseriti come siamo in un ingranaggio che non concede attimi di sosta, le ferie sono l`€™occasione per farlo: per crearci spazi di riposo, di silenzio, di preghiera, di maggiore attenzione agli altri. Ad esempio: impariamo a salutare il giorno che sorge pregando; fermiamoci un attimo per ascoltare la voce di Dio, che si fa udire nel silenzio; dedichiamo tempo e attenzione ai figli, che durante l`€™anno magari ci sono vissuti accanto quasi come estranei, o all`€™anziano che, lo sappiamo, passa le sue giornate nella più angosciante solitudine; leggiamo qualche brano del Vangelo: è parola di Dio, è grazia che illumina e sorregge. Riempiamo, insomma, di contenuti sodi quel «vuoto» che l`€™etimologia della parola «vacanza» lascia intendere.
Se ripetuti, questi atti possono imprimere alle nostre giornate un ritmo e un respiro diversi, lasciandoci intravedere altri orizzonti, più vasti e tranquilli, verso i quali indirizzare il nostro impegno. Può avvenire, come nella pratica yoga, che un diverso e più profondo modo di respirare allenti la tensione, faccia sentire il cuore pulsare, il sangue scorrere; cioè faccia capire se stessi e che cosa conti davvero nella propria vita: se il rincorrere stordente soldi e piaceri, che poi lasciano un vuoto amaro, o il ricercare quelle poche cose necessarie di cui parla il Vangelo, che ci fanno amare di più Dio e gli altri. Vivere, cioè, nella sobrietà  delle cose ma nella ricchezza di spirito e nella serenità  delle beatitudini.
Questo vale per tutti. Chi poi si sposta da una parte all`€™altra dell`€™Italia, ha anche l`€™opportunità  di aprirsi a nuove conoscenze: delle bellezze naturali e artistiche, delle tradizioni locali, ma anche della gente e sperimentare magari che sono molte di più le cose che ci uniscono di quelle che ci dividono, e accorgersi che sono di più i motivi per rassodare l`€™unità  che per invocare scissioni. Sant`€™Antonio ci protegga, visto che, sulle strade soprattutto, i pericoli in questo periodo si moltiplicano. Facilitiamogli il compito: siamo prudenti.
Buone vacanze a tutti.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017