Germania. A Lipsia, ma non da stranieri

21 Dicembre 2015 | di

«Mi sono bastati tre giorni per innamorarmi di Lipsia. Era l’inverno del 2005. Lasciai subito Milano e mi trasferii per imparare la lingua e per trovare un lavoro. Sono ingegnere e violinista. Sono passati più di dieci anni da quel viaggio. Oggi sono consulente presso un’azienda specializzata in software per emittenti radiotelevisive in tutta Europa e sono Konzertmeister (primo violino) presso la locale Akademisches Orchester».

Valerio Camarda, 40 anni, originario di Palermo, non si pente della sua scelta: «Nonostante la crescente emigrazione, Lipsia è ancora una città a misura d’uomo. C’è tanto verde, ci si muove in bicicletta e con i mezzi pubblici. L’auto non è necessaria. Per una città con quasi 600 mila abitanti non è scontato. È piena di attività culturali di qualsiasi tipo, nonché sede di un’università antica e importante. Le opportunità di lavoro non mancano. Non possono essere paragonate a quelle della Germania Ovest, né in termini di offerta, né di retribuzione, ma qui si riesce a vivere con poco. Un laureato non ha problemi a trovare lavoro, se ha pazienza e soprattutto se conosce la lingua. Il tedesco è fondamentale per qualsiasi attività. Conoscere l’inglese non ti garantisce la sopravvivenza nel lungo periodo, lo parlano solo i giovani e le fasce più alte della società. All’epoca della DDR la prima lingua straniera qui era il russo».

L’Italia, comunque, non si dimentica mai. A settembre 2014, assieme a un’altra ragazza, Chiara Scopel, Valerio ha fondato la prima Associazione italiani a Lipsia. «Non è rivolta solo ai miei connazionali, ma anche a tutti quei tedeschi che parlano italiano – spiega Valerio –. Al momento ci sono settantadue membri ufficiali, più altri che partecipano a seconda delle attività culturali che proponiamo. Siamo un mix di vecchi e nuovi immigrati – aggiunge –, si va dai medici, architetti e musicisti che vivono qui da tempo ai giovani alla ricerca di un futuro dignitoso, che spesso qui trovano. Il gruppo si è formato inizialmente grazie a Facebook. Ora, con l’autofinanziamento, abbiamo una sede e una biblioteca di libri in italiano. Organizziamo anche corsi di lingua, sia italiana che tedesca; incontri pomeridiani rivolti a famiglie con bambini e varie escursioni fuori città. Speriamo di iniziare a breve anche dei workshop specifici per bambini bilingue italo-tedeschi».

La comunità italiana è in genere ben accolta dai tedeschi. «Lipsia è una città molto aperta e ospitale, non mi sono mai sentito uno straniero qui – continua Valerio –. Qualche pregiudizio è ancora presente, ma è anche vero che i tedeschi sono sempre pronti a ricredersi davanti all’evidenza». Tornerebbe mai in Italia? «Non posso escluderlo. Sono emotivamente legato a Palermo, ma non penso potrà mai accadere prima della vecchiaia. Mi sono abituato a uno stile di vita molto diverso da quello siciliano, che è splendido, ma anche frustrante».

 

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017