Germano Rigotto, statista di spessore

Dopo l'uscita dalla politica attiva nel 2006, quando consegnò la guida del Rio Grande do Sul a Yeda Rorato Crusius, Rigotto si è dedicato all'Istituto di studi politici e tributari che porta il suo nome.
17 Febbraio 2010 | di

Il 2010, in Brasile, è un anno di elezioni importanti. Dopo l’era-Lula, caratterizzata da una sorprendente crescita economica e sociale del Paese, si volta pagina. Ce la farà la designata dal presidente, l’economista sessantatreenne Dilma Rousseff, a proseguire il cammino avviato dall’ex sindacalista? Oppure la spunterà l’attuale governatore di San Paolo, l’oriundo calabrese José Serra? O, ancora, salterà fuori a sorpresa l’outsider di turno?
È difficile dirlo. Quel che è certo è che se la carta costituzionale avesse permesso a Lula di ricandidarsi, non ci sarebbe stato alcun dubbio. Con un indice di gradimento che nei mesi scorsi ha raggiunto e superato il 70%, il terzo mandato non glielo avrebbe tolto nessuno.
Oltre ad eleggere il nuovo presidente, i senatori e i deputati federali, i cittadini brasiliani saranno chiamati ad esprimersi anche sui governi dei 26 Stati federati, alcuni dei quali, come quello di San Paolo, sono di fondamentale importanza per l’assetto economico dell’intero Paese.
I partiti stanno scaldando i motori. Proprio in questo mese di marzo, terminate le vacanze, ha inizio la lunga rincorsa elettorale con congressi di partito, trattative per stringere alleanze, scelta dei candidati alle numerose poltrone in ballo.
Fra gli attori principali di questa kermesse, c’è un politico d’origine italiana, Germano Rigotto, chiamato a svolgere un ruolo di primo piano nei mesi che porteranno alle consultazioni elettorali.
La famiglia Rigotto, partita da Lisiera di Bolzano Vicentino sul finire del XIX secolo, si stabilì, come molte altre, nella zona di Caxias do Sul, città che già dai primi anni del secolo successivo divenne il principale polo industriale del Sud del Brasile.
A Caxias, Rigotto frequenta le scuole dell’obbligo per poi trasferirsi nella capitale, Porto Alegre, dove si laurea in Odontologia presso l’Università Federale del Rio Grande do Sul, UFRGS. La passione per la politica nasce proprio negli anni degli studi universitari che vedono il giovane Germano distinguersi come leader dei movimenti studenteschi. Nel 1976, a soli 27 anni, fa il suo ingresso in politica come consigliere comunale di Caxias do Sul, risultando il candidato più votato del suo partito.
Sette anni dopo, nel 1983, Rigotto è pronto per il grande salto: viene eletto deputato statale con una valanga di voti, e nell’Assemblea Legislativa di Porto Alegre assume la presidenza di numerose Commissioni. Nelle successive elezioni, bissa il successo raddoppiando, nel contempo, i consensi elettorali che fanno di lui il leader del Partito Democratico, il PMDB.
Negli anni Novanta, Rigotto è eletto per tre volte consecutive Deputato Federale, e si afferma definitivamente come uno dei maggiori esponenti, a livello nazionale, del suo partito. A Brasilia Rigotto si occupa prevalentemente di questioni fiscali e tributarie, tanto che lo troviamo fra i promotori di importanti progetti di legge come la Legge Rouanet per gli incentivi alla cultura, e la Legge Pelè sulla riforma delle società sportive.
Per il suo intenso lavoro come deputato federale, si conquista la stima di tutti gli schieramenti politici e riceve le più alte onorificenze destinate ai personaggi che si sono distinti nel loro impegno a favore della nazione, come l’Ordine al Merito Tamandaré, l’Ordine al Merito Rio Branco, e l’Ordine al Merito Santos Dumont.
Nel novembre del 2002, mentre il Brasile acclama alla più alta carica dello Stato Luiz Inácio Lula da Silva, Rigotto viene eletto, con quasi 3,2 milioni di preferenze, governatore del Rio Grande do Sul. Un successo particolarmente significativo se pensiamo che il più meridionale degli Stati brasiliani era considerato fino ad allora un feudo indiscusso del Partito dei Lavoratori di Lula.
Conscio di governare uno degli Stati strategicamente più importanti del Brasile, subito dopo quelli di San Paolo e di Minas Gerais, Rigotto assolve il suo mandato elettorale confermando doti di dinamismo e di grande visione politica. Dal punto di vista economico, il suo governo è caratterizzato da un’attenzione particolare per la piccola e media impresa, ma anche per gli investimenti stranieri che vengono incentivati come mai era accaduto in precedenza. Sul versante sociale, durante il suo governo, il tasso di mortalità infantile diventa il più basso di tutto il Brasile, e l’insegnamento scolastico del Rio Grande do Sul viene giudicato dall’Unesco il migliore di tutto il Paese.
È certamente in virtù di questi suoi meriti che, pur appartenendo a un partito di opposizione, il presidente Lula lo vuole con sè nelle più importanti missioni ufficiali all’estero, particolarmente in quelle nei Paesi asiatici: Cina, Giappone e Corea del Sud, area con la quale il Brasile ha instaurato solide alleanze in campo economico.
Nel 2006 Rigotto tenta la scalata alla presidenza della Repubblica (è pre-candidato per il suo partito, il PMDB), ma una serie di circostanze avverse e di intrighi interni, lo fanno desistere dopo qualche mese. Nel frattempo, però, deve lasciare la carica di governatore al suo vice, Antônio Hohlfeldt, e al suo rientro a Porto Alegre il clima dei partiti politici che lo avevano appoggiato non era più lo stesso.
Sposato dal 1981 con Claudia Elisa Eberle Scavino, discendente di una nota famiglia di imprenditori d’origine italiana di Caxias do Sul, dalla quale ha avuto due figli, Germano Antônio Rigotto appartiene a quella folta schiera di politici italo-brasiliani che non ha mai mascherato un certo orgoglio per le proprie origini, anzi. L’italianità di Rigotto si è manifestata in tutta evidenza proprio durante il suo mandato di governatore quando il Rio Grande do Sul celebrava solennemente i 130 anni di emigrazione italiana: non vi fu cerimonia, festa, ricorrenza o convegno senza la sua presenza.
Nella veste di conferenziere e di esperto in discipline economiche e tributarie, Rigotto è stato invitato a partecipare a numerosi dibattiti da Università e Istituti di specializzazione in tutto il Paese. Ne tiene una settantina all’anno.
Nel 2008 viene chiamato di nuovo a Brasilia come membro del Consiglio di Sviluppo Economico e Sociale: un organo consultivo voluto dal Presidente Lula, e del quale fanno parte un centinaio fra grandi imprenditori, sindacalisti, rettori di università, scienziati, rappresentanti di movimenti, associazioni culturali e per le pari opportunità, di studenti e pensionati. In questo prestigioso consesso, che il Presidente interpella ogniqualvolta vi siano da studiare progetti di legge o riforme che coinvolgono il Paese, Rigotto trova forse l’ambiente più consono al suo modo di intendere la politica: una politica più vicina alle esigenze della gente e soprattutto slegata dagli schieramenti partitici. Ma è anche una politica ad altissimo livello: come membro del Consiglio di Sviluppo, l’ex-governatore gaúcho ha il privilegio di lavorare e di confrontarsi con personaggi molto influenti e con i principali opinion leader del Paese. Un’opportunità unica che Rigotto ha dimostrato di saper sfruttare al meglio.
Per questo ha declinato l’invito a candidarsi nuovamente alla carica di Governatore del Rio Grande do Sul, nonostante il suo ritorno al Palácio Piratini di Porto Alegre fosse giudicato molto probabile. L’azione politica di Germano Rigotto si svolge oggi su un piano più alto che guarda a tutto il Brasile. All’interno del Partito Democratico, che non ha ancora deciso se scendere in campo con un candidato proprio, se appoggiare la candidata di Lula o quello dei socialdemocratici – e per questo considerato il vero ago della bilancia delle elezioni presidenziali 2010 – il suo parere conterà moltissimo.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017