Giappone. Nella terra del Sol Levante

21 Aprile 2016 | di

«Nel 1981 mi trovavo a Londra, con uno scopo preciso: imparare bene l’inglese. Proprio in quell’anno venivano dedicati vistosi eventi culturali al Giappone. Musei e gallerie d’arte ospitavano i capolavori delle varie arti del Paese del Sol Levante. Londra pullulava di giovani giapponesi, desiderosi di liberarsi del loro senso di insularità. Frequentando le stesse scuole, feci conoscenza con molti di loro. Nell’estate del 1982, lasciavo l’Inghilterra diretto all’Istituto linguistico giapponese dell’Università Sophia (Jouchi) di To-kyo. Mi trovo in Giappone da 34 anni. Attualmente vivo e lavoro a Tokyo, in una università periferica e in una scuola di lingue, situata proprio nel quartiere più esclusivo, Ginza. Ma ogni anno ritorno in Italia per un periodo di vacanza».
 
È la testimonianza di Alessandro Lucca, originario di San Pietro Valdastico (Vicenza). Non dev’essere stato facile per il nostro giovane ambientarsi nel lontano Giappone, con poche centinaia di italiani. Oggi sono circa 3 mila, sparsi nelle grandi città. L’Italia in Giappone è ben rappresentata, sia a livello di istituzioni diplomatiche: ambasciata a Tokyo, Consolato Generale a Osaka con Corrispondenti Consolari a Hiroshima, Fukuoka e Okinawa; sia a livello culturale: Istituto Culturale Italiano di Tokyo (opera del nostro architetto Gae Aulenti), Istituto Culturale di Osaka, Società Dante Alighieri e un indefinito numero di scuole di lingua e cultura italiana.
 
«In Giappone c’è tanta Italia, non di “braccia” quanto di “cervelli” – conferma Alessandro –. La quasi totalità degli italiani, a parte quelli in servizio nelle istituzioni diplomatiche, sono docenti, tecnici, designer, specialisti nei campi della moda, dei materiali. La presenza del Made in Italy è molto ben vista. Anche una piccola bandierina rende “appetibili” prodotti italiani in negozi, ristoranti, mercati. Si moltiplicano, poi, gli eventi culturali che hanno un riferimento all’Italia: mostre, festival del cinema, concerti, scuole di cucina, di lavorazione di pellami e vetro. Questo, poi, è un anno particolare: si celebra il 150º anniversario dell’inizio delle relazioni diplomatico-culturali tra Italia e Giappone. Sono previste diverse manifestazioni (mostre sul Rinascimento italiano con opere di Botticelli, Leo-nardo e Caravaggio). A maggio è in programma l’annuale Festival del cinema italiano. Non deve destare quindi sorpresa se la lingua italiana è probabilmente, dopo l’inglese, una delle lingue più studiate in Giappone. Gli italiani sono impiegati per lo più in lavori di tecnologia avanzata, per cui sono esigue le forme di associazionismo basato su tradizioni paesane o regionali. Ma anche in Giappone non mancano le occasioni di incontro, magari per business, mostre ed eventi culturali. «Per quanto riguarda i giovani, nuovi arrivati, – afferma Alessandro −, molti sono attratti dal mondo dei Manga, l’arte fumettistica estremamente sviluppata nel Pae-se. Ma il più delle volte li blocca la lingua, e questo rende di breve durata la loro presenza nella terra del Sol Levante».
 

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017