GIOVANI A CONFRONTO

«In Belgio, i figli dei primi emigrati vogliono conoscere meglio l’Italia e incidere attivamente nel tessuto sociale belga».
04 Settembre 1996 | di

Il grado di considerazione di cui godono gli immigrati all";interno di un paese straniero si misura certamente dallo spazio che viene riservato alla loro cultura nei programmi scolastici e nelle proposte artistiche e culturali della nazione ospitante. Sono convinta che in Belgio, malgrado la massiccia presenza di immigrati italiani, non si dia adeguato spazio alla conoscenza e alla diffusione della cultura italiana.
Per esempio, nell";ambito dell";istruzione, la possibilità  di apprendere la lingua italiana durante gli anni della scuola dell";obbligo o delle scuole secondarie superiori, è collocata soltanto come quarta opzione, mentre a livello universitario può essere scelta come seconda lingua. Il Consolato italiano e altri comitati organizzati per garantire la diffusione della lingua italiana non mancano di proporre corsi serali o diurni o scuole per corrispondenza, ma non sono certa che questa formazione abbia la stessa qualità  e lo stesso valore che offre la formazione data da professori italiani o da docenti di scuole d";interpretariato e di traduzione.

Indubbiamente le associazioni degli emigrati svolgono una grande funzione culturale, soprattutto quando riescono a mantenere vive le tradizioni italiane, riproponendole e adattandole al contesto nuovo in cui gli emigrati stessi si trovano a vivere. Ricordare le tradizioni religiose o paesane d";origine significa rivisitare le proprie radici e dare continuità  a quanto si è ricevuto dalle precedenti generazioni. Sarebbe importante favorire, soprattutto per i giovani, corsi o viaggi di studio organizzati per far conoscere direttamente ai figli e ai nipoti della prima generazione di emigrati italiani, le bellezze artistiche e la cultura della terra d";origine. Dare la possibilità  di frequentare e ottenere un titolo di studio in Italia, potrebbe offrire più numerose e riconosciute opportunità  nel campo del lavoro, nel settore del turismo o della ristorazione.
Le regioni, le province e le associazioni di emigrati dovrebbero sostenere la costituzione di borse di studio o favorire scambi culturali per studenti, che garantirebbero una più facile assimilazione della cultura e delle tradizioni italiane. Spesso, questo genere di iniziative sono promosse da enti o associazioni religiose che, a causa delle loro ridotte risorse economiche, riescono a raggiungere solo un numero limitato di giovani.

Altro punto essenziale sul quale si dovrebbe innescare un cambiamento riguarda il diritto di voto: in Belgio c";è una grande tolleranza verso tutti gli emigrati, europei e non-europei. L";unica restrizione che tuttora viene loro imposta riguarda il diritto di voto alle elezioni politiche. Gli emigrati italiani, che da tanti anni contribuiscono concretamente, con il loro lavoro e con il loro bagaglio culturale, ad arricchire e a migliorare la cultura belga, rivendicano il diritto di incidere politicamente, con il diritto di voto, anche sugli orientamenti amministrativi ed economici della nazione ospitante. I figli dei primi emigrati, dunque, rivendicano una presenza attiva nel paese che li ospita, consapevoli di essere depositari di una cultura ricca e vivace che mai potrà  essere cancellata.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017