Giovani, esempi d’integrazione

Sono legati al Paese in cui sono nati. Ma sono orgogliosi della loro identità d’origine, e della diffusione del made in Italy nel mondo. E nel cuore hanno una squadra di calcio italiana.
18 Marzo 2005 | di

La conquista, da parte di ogni gruppo etnico, della libertà  d";espressione della propria identità , del diritto d";associarsi, della possibilità  di parlare la propria lingua e di trasmetterla ai propri discendenti, della garanzia d";avere il supporto delle istituzioni scolastiche e dei media dei Paesi ospitanti per il mantenimento e la promozione del proprio patrimonio culturale, è un traguardo che nel processo storico d";una nazione segna il grado della sua vita democratica, anche se raggiunta con un lento cammino legislativo. L";integrazione in un altro Paese, qualora si realizzi nel contesto del multiculturalismo, esprime una delle conquiste socio-politiche più rilevanti: méta di un processo irreversibile per nazioni dove esiste solo l";assimilazione e la marginalizzazione.
Nella storia dell";emigrazione italiana, riscontriamo diversi modelli positivi d";integrazione: sia da parte dei singoli cittadini "; divenuti protagonisti nella vita politica, nello sviluppo culturale, tecnologico, industriale e commerciale dei Paesi ospitanti ";, sia da parte delle associazioni nate per aggregare i nostri connazionali. Divenute quasi subito dei punti di riferimento privilegiati, esse hanno gestito all";estero istituzioni e opere mirate alla tutela dei diritti sociali e politici dei nostri connazionali e alla salvaguardia della loro identità , contro politiche che privilegiavano la loro totale assimilazione alla nuova patria. Un apporto privilegiato all";integrazione degli italiani all";estero è stato dato dalla Chiesa: sacerdoti, religiosi e religiose che si sono posti a loro fianco per rendere il loro inserimento nei Paesi d";accoglienza sereno e proficuo.
La nostra epopea migratoria, anche se racchiude sacrifici e sofferenze, è tuttavia l";espressione più autentica dell";inventiva, della creatività  e della tenacia dei nostri connazionali, divenuti protagonisti nella nuova patria d";adozione. Tra coloro che, andando controcorrente, contrastano questa «vecchia moda», ricordo l";Associazione Figli d";Italia, quanto mai attiva in Usa, e alcune associazioni giovanili sorte in Australia e in America latina, che esprimono in stile originale e innovativo i valori dell";italianità .
Rimane, però, l";interrogativo di fondo: l";identità  italiana ha ancora significati e prospettive di durata per i nostri connazionali all";estero e per i loro discendenti? È solo rafforzando la nostra identità , infatti, che possiamo affrontare ogni confronto con le altre culture: essa è anche un dono che si fa agli altri. La sua tenuta, o perdita, dipende molto dalla qualità  delle relazioni che riusciamo ad intrecciare con chi ci sta attorno, anche in contesti di vita differenti. La vita, infatti, si trasforma e si arricchisce di stimoli quando ci sono rapporti interculturali, dove si riscontrano più differenze che omogeneità , dove si è quasi obbligati ad essere educati alla multiculturalità , alla comprensione delle diversità , ad una dinamica di trasmissione, in ambiti familiari e sociali, dei valori della propria identità . «Chi scambia, cambia», ripete il professor Ulderico Bernardi.
È un fatto positivo che le nuove generazioni siano bene integrate nella società  in cui vivono, anche se i loro padri o nonni, vorrebbero che crescessero con il valore aggiunto dell";identità  italiana. Il legame con l";Italia ha per loro maggiore significato e continuità  se hanno avuto l";occasione d";apprenderne la lingua e di conoscere il suo patrimonio culturale. Sono giovani istruiti, spesso laureati, bene integrati nella società ; il loro curriculum scolastico-culturale, impostato con la politica del multiculturalismo e le reti di contatto coltivate in ambiti e con interessi diversi, hanno maturato in loro un";identità  tipica, multipla. Infatti sono nati e vivono in un contesto multiculturale in cui convivono culture ed etnie diverse.
Se le migrazioni del secondo dopoguerra producevano una generazione che finiva per patire passivamente un doppio sradicamento: l";abbandono della terra d";origine e lo straniamento in quella d";adozione, oggi, proprio in virtù dell";ampia mobilità  geografica, la generazione di internet vive un interscambio costante di idee, di saperi e di culture sia all";interno del proprio tessuto sociale sia nel più ampio villaggio elettronico globale. E, rispetto ai loro ascendenti, i giovani oriundi percepiscono oggi la madrepatria d";origine non più, o non solo, come la terra mitica di un esodo senza ritorno, ma piuttosto come una seconda casa: quella delle vacanze; o come una doppia patria se non addirittura come la prima patria: quella del cuore che, talvolta, diventa anche più importante, sul piano sentimentale, di quella anagrafica. A questa generazione, dell";Italia di oggi e delle sue Regioni interessano i centri produttivi, i luoghi di innovazione culturale, i distretti produttivi laddove nasce il made in Italy , laddove si fa tecnologia, innovazione. Ma interessano anche le città  d";arte. Interessi questi che sono destinati a trasformare in modo irreversibile, il loro rapporto con l";Italia e le realtà  associative nel mondo.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017