GIOVANI, FIGLI DEL VUOTO?

Tra benessere e disagio esistenziale si consuma una frenetica ricerca di punti di riferimento da parte dei giovani che chiamano in causa gli adulti.
02 Marzo 1997 | di

Atti di teppismo omicida, come quello dei sassi lanciati recentemente da un cavalcavia a Tortona, in Italia, che hanno avuto per protagonisti giovanissimi ragazzi italiani, spingono a interrogarsi sulle cause di un diffuso malessere giovanile. Anche papa Giovanni Paolo II ha denunciato la 'sconcertante assenza di valori' in seguito a questi fatti di cronaca che 'destano in chi li osserva un raggelante senso di vuoto'.

In questi ragazzi mancano progetti per il futuro, vivono dentro un orizzonte di noia, hanno molto tempo 'vuoto' che non sanno come impiegare. I loro valori sono il denaro, il sesso, il divertimento. Ragazzi che trovano sicurezza nel 'branco', e hanno una famiglia problematica in cui spesso è assente la figura del padre.

Don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele osserva che 'se per disagio si intende difficoltà  di crescere, il disagio non è cancellabile: fa parte della vita. Il problema è che se non accompagniamo questi giovani, queste forme di disagio degenerano in disagio ancora più grave. Questi segnali attraversano trasversalmente tutta l";Europa e tutto il mondo, con temi, con modalità  diverse, ma sono segnali di un disagio più profondo'.

Marginalità  e benessere

'Da una ricerca sulla realtà  giovanile, che abbiamo appena concluso "; afferma Gianfranco Bettin, scrittore e sociologo, oltre che prosindaco di Venezia "; emergono delle conferme e delle novità . Per esempio, emerge l";abitudine da parte dei giovani di rimanere nella famiglia d";origine fino a oltre trent";anni (e questa è una caratteristica italiana, che trova analogie solo in Spagna, anche se laggiù il fenomeno è numericamente meno consistente). Poi c";è la tendenza ad abbandonare gli studi presto, dovuta nella grande maggioranza dei casi all";attrazione che esercita il mercato del lavoro.

'E questo "; prosegue Gianfranco Bettin "; ci porta dentro al tema del disagio giovanile che normalmente è ricondotto a una sola origine, e che invece va, a mio parere, attribuito a due origini: la prima è l";esclusione dalle opportunità  economiche, la marginalità , la povertà . Ma accanto ce n";è ormai un";altra che è invece un";inclusione viziata nel benessere, una sorta di uso immaturo delle opportunità . E questo genera disastri nei più giovani che vanno dalle cose più banali, come l";obesità , conseguente alla diseducazione alimentare, fino ai veri e propri smarrimenti interiori, esistenziali, dovuti al cumulo delle opportunità  e all";incapacità  di discernere le vere cose importanti. I più giovani sono spesso travolti da questo vuoto e questa è ormai una delle emergenze'.

Soldi e successo ma anche impegno civile

Nel mondo dei giovani i valori sono proprio spariti? Secondo don Severino De Pieri, vicepresidente del Cospes (Centri di orientamento scolastico e professionale dei salesiani) e autore di un";importante ricerca sull";età  incompiuta', tra i giovani prevalgono i valori soggettivi (affettività , il gruppo), poi vengono giustizia, lealtà , onestà , quindi solidarietà . Per quanto riguarda la religione, dalla ricerca del Cospes "; spiega don De Pieri "; è risultata in aumento la ricerca di senso, anche se è in calo la pratica religiosa. E la domanda religiosa ha un indice fortissimo di solidità  interna.

Che i valori non siano spariti lo conferma anche Paolo Crepet, psichiatra ed esperto di disagio giovanile: 'La nostra società  ha dei suoi valori, come quello dei soldi o del successo, che non ci piacciono quando li dobbiamo ammettere. Ma non è che le società  di una volta fossero migliori.

Continuo a incontrare dei padri che, come unica risposta, ai loro figli comprano il motorino o il cellulare. Qualsiasi mio collega del Nord Europa che venga in Italia si accorge con sgomento di questo.

'Il disagio dei giovani ha radici più profonde, per esempio nel cambiamento della struttura familiare. La famiglia di oggi è molto piccola, con una scarsa capacità  di risposta. Ma, contemporaneamente, penso che ci sia stato un abbassamento dell";attenzione ai percorsi educativi: la scuola è rimasta al palo mentre la società  è cambiata. Anche le nostre città  sono dei dormitori dove non c";è nessuna comunicazione, non offrono altro che qualche bar e sala giochi. Se questo è ciò che di meglio possiamo offrire ai nostri figli, io mi vergogno di questa società '.

Di giovani cittadini d";Europa attenti e consapevoli ci parla invece il professor Antonio Papisca, direttore del Centro studi diritti umani dell";università  di Padova: 'In base alla mia esperienza dentro all";università  e fuori, constato che c";è attenzione ai valori umani universali e ai valori religiosi. Noto che si può avviare un disegno educativo su questo terreno se c";è capacità  educativa, se cioè si sa impostare la discussione. Io vedo una grande reattività  alle tematiche dei diritti umani, alle tematiche dello sviluppo democratico dell";Onu, della cooperazione, dell";ingerenza umanitaria, della riconversione degli eserciti nazionali in forze di polizia internazionale. E, poi, al tema della pace, come costruzione di un ordine all";interno del quale possano essere realizzati tutti i diritti umani, quindi la costruzione della pace a partire dal quartiere, dalla città '.

'Partecipazione e progettualità '

'I giovani non sono solo un problema "; afferma don Luigi Ciotti ";, sono, invece, una grande risorsa. O noi investiamo: tempo, energie, denaro, progetti per dare dignità  e libertà , speranza ai giovani, oppure continueremo a rincorrere i problemi. Al di là  di tutte le apparenze e le analisi, i giovani hanno voglia di cambiare. Allora usiamo due parole d";ordine concrete: partecipazione e progettualità . Se non investiamo sul mondo giovanile, sulla riforma della scuola, sul mondo del lavoro, sul rispetto dell";ambiente, noi adulti facciamo 'un furto di futuro' alle nuove generazioni.

'I giovani devono essere incontrati e accompagnati "; accompagnare costa molto di più che portare, ma consente di crescere ";. C";è bisogno di comunicazione e, infine, non va mai dimenticato che al centro di ogni progetto c";è l";uomo, la persona'.

Un salvagente lo lancia ai giovani don Severino De Pieri: 'Occorre mobilitare i ragazzi perché si facciano carico dei coetanei in difficoltà , creando un rapporto di rete in cui i giovani siano i più diretti operatori di prevenzione e recupero'.

ITALIANI ED EUROPEI A CONFRONTO
LA FAMIGLIA FA LA DIFFERENZA

Analizzando le diverse indagini sul significato che i valori hanno per i giovani in Italia e in Europa, don Renato Mion dell";Osservatorio della gioventù presso la Pontificia università  saleriana di Roma, giunge ad alcune considerazioni: 'Il campione dei giovani italiani "; osserva don Mion "; non si distacca molto dalla media generale, però vi sono alcuni valori dove emergono specifiche differenze e contrasti. In particolare viene sottolineata la valorizzazione della famiglia in misura più accentuata rispetto ai giovani europei, che qui raggiungono la percentuale più bassa, quasi a indicare un fenomeno di resistenza ad accettare l";impegno a costruire una famiglia. L";importanza attribuita ad amici e conoscenti diminuisce col crescere dell";età . Nel campione italiano si manifesta una netta superiorità  di tale valore'.

Con l";età  diminuisce anche l";importanza attribuita al tempo libero. L";ambito della vita politica vede alcune differenze: i ragazzi più giovani, mentre nel campione europeo si rivelano tra i più scettici, in quello italiano sono i più attivi e fiduciosi. Infine l";importanza che i ragazzi europei (italiani compresi) danno alla religione aumenta con l";età .

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017