Giovani, popolo delle beatitudini

L’attesa che l’umanità va coltivando tra tante ingiustizie e sofferenze è quella di una nuova civiltà fondata sulla libertà e sulla pace.
04 Ottobre 2002 | di

Toronto
Il vecchio Papa carico di anni ma ancora giovane dentro "; come lui stesso si è presentato ai giovani della XVII Giornata Mondiale della Gioventù di Toronto "; non cessa di stupire il mondo. Dal Canada, terminata la GMG, si è trasferito in Guatemala e in Messico per proclamare santi e beati quattro eroici testimoni della fede cristiana, e il 16 agosto ha intrapreso un viaggio della memoria in Polonia, denso di ricordi personali e d";incontri che rimarranno cari nel ricordo di milioni di connazionali. A Cracovia, egli ha pronunciato parole forti per richiamare gli uomini alle loro responsabilità  attaccando le tentazioni del capitalismo selvaggio che con una visione materialistica dell";uomo costruisce società  sulla povertà , l";ingiustizia e la sofferenza del fratello. Un monito quanto mai attuale, lanciato quasi alla vigilia del vertice di Johannesburg.

A Toronto, all";apertura della GMG, c";erano più di 200 mila giovani provenienti da 160 Paesi del mondo; ma alla veglia e all";eucarestia conclusiva di sabato e domenica 27-28 luglio, al Downsview Park, erano 800 mila. Potevano, però, essere anche di più, se tanti giovani provenienti dall";Asia e dall";Africa non fossero stati fermati dall";aggravarsi della situazione mondiale dopo gli attentati dell";11 settembre, dai costi del viaggio e dal blocco dei visti imposto dall";autorità  canadese per non facilitare l";ingresso d";immigrati clandestini. Io sono qui a Toronto per testimoniare la mia fede, ma anche per pregare per i ragazzi africani che non hanno potuto partecipare e che, se vogliono studiare all";estero, devono pagare 18 mila dollari di retta all";anno, ha affermato una giovane del Camerun, già  in Canada per motivi di studio. I giovani sono stati sistemati, anche se con qualche comprensibile disagio, in 260 scuole, in diversi college e palestre; hanno trovato accoglienza nelle case per anziani, nei centri comunitari, in decine di migliaia di famiglie residenti nel centro e nei sobborghi di Toronto o di altre città  dell";Ontario. Dall";Italia ne sono arrivati circa 21 mila, donando con la loro presenza, terza dopo quella dei giovani americani e canadesi, stile e tonalità  particolari. Molte le famiglie italocanadesi e le associazioni italiane che hanno offerto ospitalità  a singoli o a gruppi di giovani provenienti dalle varie diocesi italiane. Quello che facciamo per questi giovani "; ha detto una coppia di friulani originari di San Vito al Tagliamento "; è solo un modo di restituire parte di quello che abbiamo avuto.

Fidatevi di Cristo!

Ai giovani della GMG, il Papa ha lanciato messaggi di grande attualità , legati alle loro attese e ai loro problemi. Voi volete essere felici! L";uomo è fatto per la felicità . La vostra sete di felicità  è dunque legittima e per questa vostra attesa Cristo ha la risposta. Egli però vi chiede di fidarvi di lui perché possiede il segreto della vittoria, ha detto nel discorso d";apertura. Li ha chiamati popolo, giovani delle beatitudini, capaci di scoprire la via del perdono e della riconciliazione in un mondo spesso in preda alla violenza e al terrore. E con un chiaro riferimento ai fatti dell";11 settembre 2001, ha aggiunto: Abbiamo sperimentato con drammatica evidenza, nel corso dell";anno passato, il volto tragico della malizia umana. Abbiamo visto che cosa succede quando regnano l";odio, il peccato e la morte. Sono situazioni che richiedono forza d";animo e vigilanza; la capacità  d";essere delle sentinelle del mattino, attente ai segni di speranza e ai problemi che coinvolgono la società . Giovani che mi ascoltate, rispondete al Signore con cuore forte e generoso! Fidatevi di Cristo perché egli si fida di voi, ha proseguito il Papa, invitando i giovani ad essere gli apostoli del Terzo Millennio per umanizzare il mondo. Un invito, questo, rivolto non solo ai giovani della GMG di Toronto, ma a tutti i giovani cristiani del mondo, lasciati troppo spesso soli nel loro cammino d";approfondimento e di esperienza dei valori della loro fede. Tutto, intorno a noi, ci parla del contrario: in qualche modo devi valere qualcosa e compiere scelte legate ai soldi. Invece il Papa ci ha fatto capire che se anche conquistiamo tutto il mondo, ma perdiamo l";anima, non abbiamo prospettive, ha commentato un giovane italiano.

Costruttori di una nuova civiltà 

Nella veglia di sabato 27 luglio, celebrata al Downsview Park, hanno preceduto il discorso del Papa le testimonianze di una canadese, di un peruviano e di una giovane aborigena del Nord Canada. Le loro esperienze di vita esprimevano le sfide drammatiche con le quali tanti giovani devono oggi confrontarsi, ma manifestavano anche il desiderio insopprimibile di un mondo più giusto e solidale. Come risposta, il Papa ha ricordato i due scenari contrastanti del 2000: anno del Giubileo e degli attentati terroristici, proseguendo il suo discorso con due interrogativi: Su quali fondamenta bisogna costruire la nuova epoca storica che emerge dalle grandi trasformazioni del secolo XX? Su quali basi, su quali certezze edificare la propria esistenza e quella della comunità  cui si appartiene? L";attesa che l";umanità  va coltivando tra tante ingiustizie e sofferenze è quella di una nuova civiltà  all";insegna della libertà  e della pace. Ma per una simile impresa si richiede una nuova generazione di costruttori che, mossi non dalla paura e dalla violenza ma dall";urgenza di un autentico amore, sappiano porre pietra su pietra per edificare, nella città  dell";uomo, la città  di Dio. Questi costruttori dovete essere voi, uomini e donne del domani!. È un compito che può essere attuato solo se si accoglie l";invito del Signore ad essere luce del mondo e sale della terra, con la convinzione che i valori del vangelo non mortificano i valori umani. Ma il tema delle scelte di vita di fronte alle voci che fanno a gara per accaparrarsi l";animo dei giovani, è stato ripreso nel discorso conclusivo di domenica mattina: Quello che voi erediterete è un mondo che ha il disperato bisogno di un rinnovato senso di fratellanza e di solidarietà  umana, un mondo che necessita di essere toccato e guarito dalla bellezza e dalla ricchezza dell";amore di Dio, ha detto il Papa con voce insolitamente vigorosa nonostante la stanchezza della veglia e il maltempo che ha disturbato la prima parte della celebrazione. Il mondo ha bisogno di voi come sale e luce del mondo: un sale che conserva e mantiene viva la consapevolezza della presenza oggi di Cristo, e aiuta a rimanere in guardia da facili illusioni e da molte parodie di felicità . La maggiore fonte d";infelicità  è l";illusione di trovare la vita facendo a meno di Dio, di raggiungere la libertà  escludendo le verità  morali e la responsabilità  morale. Un richiamo, questo, rivolto anche alla Chiesa, macchiata dai recenti scandali che hanno recato al Papa e alla cristianità  un profondo senso di tristezza e di vergogna. Non scoraggiatevi per le colpe e la mancanze di qualche suo figlio, ha esortato il Papa; pensate alla larga maggioranza di sacerdoti e religiosi generosamente impegnati il cui unico desiderio è quello di servire e di fare del bene.

Proseguendo il suo colloquio con i giovani, il pontefice ha aggiunto: Anche se ho vissuto in tempi difficili, sotto regimi totalitari, ho visto abbastanza per essere convinto in maniera incrollabile che nessuna difficoltà , nessuna paura è così grande da soffocare la speranza che zampilla eterna nel cuore dei giovani! Non lasciate che questa speranza muoia! Scommettete la vostra vita su di essa! Noi non siamo la somma delle nostre debolezze e dei nostri fallimenti. Indicando, a conclusione del discorso, le mete della santità  e della radicale testimonianza della fede, ha ricordato i tanti giovani santi, invitato i giovani del GMG ad intraprendere le vie della santità , ad accogliere la voce di Dio, anche quando chiama alla totale donazione della loro giovinezza. La Croce, segno visibile della salvezza operata da Cristo nella storia, è stata punto di riferimento delle celebrazioni di Toronto, dopo aver percorso un singolare pellegrinaggio, in preparazione alla GMG, che ha attraversato tutto il Canada. Robin Cammarota, giovane volontaria nel Bronx, New York, racconta che lo scorso febbraio i giovani avevano portato la Croce della GMG anche a Ground Zero: è stato un segno di speranza per me e per tanti newyorchesi, dopo quello che abbiamo vissuto.

L";appartenenza alla Chiesa

La GMG di Toronto rimarrà  indelebile nell";animo dei giovani partecipanti per le giornate vissute in una nazione multietnica e multiculturale come il Canada, ma soprattutto per la forte esperienza di fede a loro comunicata da Giovanni Paolo II. La GMG ci ha messo di fronte alla necessità  di saperne di più sulla nostra fede, su Gesù, sul perché si deve andare alla messa: un";esperienza di comunione tra di noi, una felicità  e contentezza mai sperimentate prima, ha testimoniato una giovane italiana; una forte testimonianza di cattolicità  e della nostra gioia d";appartenere alla Chiesa, ha aggiunto il suo amico Tiziano. L";evento rimarrà  più che un punto d";arrivo, un punto di partenza per la programmazione pastorale delle diocesi canadesi, arricchite dalle esperienze e dai nuovi rapporti avuti in quest";occasione con altre comunità  ecclesiali. È stata una grande esperienza di fede e di gioia che aiuterà  la nostra Chiesa a crescere, ha affermato monsignor Jacques Berthelet, presidente della Conferenza dei vescovi cattolici del Canada; e padre Murray Watson, professore canadese al St. Peter di London, Ontario, aggiunge: Diciamo la verità . Dei giovani ci eravamo un po"; dimenticati. Per fortuna è arrivata la GMG a farcene ricordare. Il problema non è cosa possiamo fare per loro, ma come dobbiamo stare con loro.

Il compito del dopo GMG sarà  di interessarsi ai loro problemi, collegando vita e vangelo. Un problema che si allarga alla pastorale giovanile di tutta la Chiesa: come inserirsi nel cuore e negli interessi dei giovani oggi, per i quali spesso la religione è posta in sordina. Un problema e una sfida per il prossimo appuntamento. Abbiamo 3 anni per preparare nel modo più giusto, e dunque più spirituale, la GMG a Colonia, nel 2005, nel cuore dell";Europa, ha detto a Cracovia il cardinale Joachim Meisner, arcivescovo di Colonia, stupito per la partecipazione di 3 milioni di polacchi alla santa messa celebrata domenica 18 agosto dal Papa. Ho visto l";entusiasmo, il coraggio di compiere un cammino spirituale, una fede forte: ecco ciò che noi dobbiamo prendere e portare a Colonia per poter veramente vivere una nuova Pentecoste della Chiesa eternamente giovane.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017