Giovani, tra nostalgia e futuro
È un Paese funzionale, regolamentato e ricco di prospettive. È un Paese che valorizza i giovani e la loro professionalità. L’ho trovato, tuttavia, non sempre ospitale, forse a causa dell’alto numero di stranieri presenti». A parlare è Valentina Dolfi, che da pochi anni sta vivendo l’esperienza migratoria. Ha scelto la Svizzera per il proprio percorso professionale, e San Gallo come residenza. Capitale del cantone omonimo, la città si trova nella Svizzera nord-orientale ed è rinomata per la produzione di pizzi. «Fin dall’inizio, l’inserimento nella comunità italiana è stato piuttosto facile – prosegue Valentina –. La vicinanza al Comites mi ha permesso di partecipare alla Conferenza dei giovani italiani nel mondo, tenutasi nel dicembre del 2008 a Roma. Lì ho avuto la possibilità di conoscere altri giovani italiani residenti in Svizzera e nel resto del mondo, e di formare con loro una rete, che ancora esiste. Dai nostri incontri sono nati eventi di successo come il Trofeo giovani azzurri, tenutosi a Basilea nel 2010; e stanno nascendo altri eventi culturali».
Importante nodo ferroviario, capolinea orientale dei collegamenti diretti che, attraversando il Paese, la collegano alla città e all’aeroporto di Zurigo, a Berna, a Ginevra e al suo aeroporto, alla valle del Reno, al Lago di Costanza e alla Svizzera centrale, San Gallo ospita una vivacissima comunità pugliese che, da anni, promuove le proprie peculiarità culturali e che si identifica anche nel progetto «Tarantolati» che vanta la presenza di 35 ragazzi provenienti da San Gallo, Rorschach e dal Liechtenstein – spiega Luigi Maniglio, responsabile del gruppo –, i quali si esibiscono, senza scopo di lucro, mettendo in scena danze e canti dell’antico Salento. I Tarantolati hanno rappresentato l’Italia in molte feste interculturali e multietniche organizzate dal Cantone e dalla città di San Gallo. Sono apprezzati dai cittadini e dalle autorità locali». Il sodalizio provvede anche a tenere informati i soci sugli sviluppi delle relazioni tra Italia e Svizzera, mantenendo saldi i contatti con tutte le istituzioni elvetiche, e facendo da punto di riferimento di altri pugliesi emigrati in Svizzera.
«Vivo in questo Paese ormai da quasi un anno – racconta Mariangela Mauro, residente a Wädenswil, nel cantone di Zurigo – ed essendo una salentina doc, come dico io, non potevo stare qui senza provare a organizzare qualcosa per sentirmi a casa, e per continuare a ballare e a insegnare come facevo in Italia. Dal momento che la “pizzica”, principalmente, e le danze popolari del Sud Italia sono una parte fondamentale della mia vita, ho provato a proporre questi corsi per vedere se c’era interesse tra la gente. Ora ho un corso attivo a Wädenswil con oltre una decina di persone. Stiamo provando a organizzarne uno a Oftringen». Anche Nicola Franchini (nella foto a destra), ha origini pugliesi di cui va fiero, e segue con interesse i progetti incentrati sulla cultura regionale. Vive a Basilea fin dalla nascita, e incarna perfettamente l’ultima generazione di italiani in Svizzera. «Nonostante io sia nato e cresciuto a Basilea, mi sento italiano – confida Nicola –. Ai miei figli, in futuro, cercherò di far capire quanto debbano essere grati alla Svizzera per averci accolto bene, senza dimenticare i sacrifici affrontati dai nostri genitori, che non hanno toccato noi ragazzi e ragazze della seconda generazione. L’Italia, però, è l’Italia: la mia Italia, la nazione più bella del mondo».