Gli angioli della notte

07 Febbraio 2000 | di

All`€™origine della storia umana di ogni barbone c`€™é un «trauma etico» a provocare la rottura con la società .

Heidi, che bel nome. Fa pensare all`€™Austria felix, a una famosa fiaba nordica e invece, Heidi, questo nome romanticamente mitteleuropeo, appartiene (apparteneva) a una barbona. La barbona di Borgo Pio uccisa dal freddo in una notte della prima settimana del 2000. Di lei non è che si sapesse molto: si presume che avesse sessant`€™anni, pare che fosse svizzera d`€™origine, sembra sicuro che prima di approdare a Roma abbia viaggiato la Francia, la Spagna oltre all`€™Italia.
La sua «postazione» preferita era la fontana di Borgo Pio: vi si lavava accuratamente i denti (al mattino, la sera prima di addormentarsi), vi faceva lo sciampo. Era stata, per così dire, adottata dai giornalisti della Radio Vaticana e poiché negli ultimi tempi la sua salute era andata visibilmente declinando, padre Federico Lombardi, direttore dei programmi dell`€™emittente, aveva cercato di convincerla ad accettare l`€™ospitalità  delle suorine di Madre Teresa. Invano. «Lei, Heidi, era risoluta nella sua scelta di vivere ai margini della società  `€“ dice padre Federico `€“; la mattina fatale, entrando negli uffici molte delle trecento persone che frequentavano i nostri studi l`€™han potuta salutare, io stesso. (...) Ci troviamo drammaticamente di fronte alla nostra incapacità  di fare di più per queste persone che non riescono a integrarsi nella società ».
No, padre Federico non è che non riescano, non vogliono. Il fenomeno dei clochard è vecchio quanto il mondo, che altro erano i reietti che bussavano alla porta di sant`€™Antonio da Padova e, prima, a quella di Francesco d`€™Assisi, se non barboni? All`€™origine della storia umana d`€™ogni barbone, dice Franco Ferrarotti, il sociologo che da cinquant`€™anni studia le «borgate» romane, terribili sacche di emarginazione, c`€™è un «trauma etico» a provocare la rottura con la società .
Chi scrive ha conosciuto un principe romano, figlio di una delle più illustri e antiche casate capitoline, barbone per protesta: «Contro l`€™ipocrisia dei nuovi farisei». Era giovine, bello e di gentile aspetto, è morto anche lui di freddo, or non è molto. Milleottocento sarebbero i barboni «censiti» a Roma ma penso siano molti di più: c`€™è chi dorme in quel deserto ch`€™è, di notte, il comprensorio della stazione Termini, e chi s`€™arrangia nel sottosuolo della stazione stessa, ovvero nel giardino che la fronteggia. Altri dormono a Monte Caprino, nelle grotte del Campidoglio, altri ancora nel cuore della città : sotto la Galleria Colonna, a pochi metri da Palazzo Chigi, sede del governo, ovvero sotto i portici del Conservatorio, a un passo dal ponte voluto da papa Sisto, non lontano da quella Casa Pallotti, aperta dalla beata sollecitudine di don Vincenzo (Pallotti).
Francesco Rutelli, il molto amato giovine sindaco di Roma, ha istituito due «unità  stradali», cosiddette, che distribuiscono sacchi a pelo, coperte, giacconi; ha aperto quattro mense (costano al comune 7 miliardi l`€™anno) e sei centri d`€™accoglienza. Ma non è che i barboni vi si affollino. La maggior parte di loro preferisce i cartoni, il sacco a pelo, una coperta. E soprattutto, un fiasco di vino.
Dopo le dieci della sera, Roma diventa Indianopolis «alla vaccinara», a causa delle automobili di grossa cilindrata impegnate in funeste gare di velocità . Prosseneti, spacciatori, viados e prostitute posseggono la notte. E tuttavia nel buio di Roma non sono soltanto delinquenti o impauriti cittadini quelli che vanno in giro. Accanto ai diavoli camminano gli angioli. Gli angioli della notte. Studenti, impiegati, funzionari, professori universitari. Li incontri sotto i portici di via del Conservatorio, giustappunto, al Colle Oppio, a Termini, alla Borgata Alessandrina, eccetera: ovunque ci sia qualcuno da assistere.
Soltanto gli «addetti ai lavori» sanno quanto e come sia difficile quest`€™opera. I barboni, ad esempio, non vogliono esser toccati; e se sbagli l`€™approccio sparano calci e bestemmiano e magari ti insultano. Ma gli angioli della notte hanno imparato a rispettare i clochard, sanno dar loro una coperta o l`€™aspirina senza umiliarli.
E non importa se i barboni puzzino di orina o di pessimo vino: «L`€™anima non puzza», dicono gli angioli della notte fra i quali «volano» da un capo all`€™altro della capitale anche i volontari della Comunità  (laica) di Sant`€™Egidio, detta «l`€™Onu di Trastevere» poiché coniuga l`€™assistenza ai diseredati con la diplomazia sotterranea (la pace in Mozambico si deve a quelli di Sant`€™Egidio). Assistono i barboni, assistono gli ambasciatori. Ho domandato a Marco, Andrea, Cristina, Mario, Matteo, Vincenzo cosa li affatichi di più: servire i poveri `€“ aiutare gli uomini di pace. Risposta: «Noi distribuiamo 1500 pasti caldi al giorno a italiani e immigrati, ed è difficile, francamente, imboccare un vecchio vecchissimo, per di più inappetente. Ma non c`€™è difficoltà  più aspra che convincere gli uomini politici che la pace sia ineluttabile.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017