Gli uomini si sono stancati dei bambini?
Il poeta indiano Rabindranath Tagore scriveva: «Ogni bambino che nasce è un segno che Dio non si è stancato degli uomini». La forza di speranza espressa da questa poesia è necessaria per affrontare la prosa dei fatti quotidiani, tutti quegli episodi «pesanti» con i quali la cronaca ci obbliga a confrontarci in questi tempi, per certi versi, particolari.
Dio non si è stancato degli uomini, ma certi episodi ci inducono a pensare, invece, che siano gli uomini a essersi stancati dei bambini. Anche se continuano a inquietarci le dure pagine di Dostojevskij sull`esistenza di Dio e del dolore innocente dei bambini.
I «fatti» di Cogne sembrano aver fatto da catalizzatore di altri episodi analoghi succedutisi fino ad oggi. Episodi sconcertanti, a dir poco. Ci si trova sulla frontiera del rapporto originario madre-figlio, frontiera che sembrava invalicabile, che invece è stata superata sia pure, a detta degli esperti, in situazioni psichiche limite. Affermazioni, queste, che possono attutire il senso di smarrimento, ma di sicuro non toglierlo.
«La magistratura farà il suo corso», si dice. La frase, giusta e d`obbligo, non elimina il disagio che l`insondabile complessità della psiche umana ci provoca. Al di là di ogni giudizio, sento emergere dentro il turbamento anche l`atteggiamento della com-passione. Nessuno è immune dalla possibilità di percorrere itinerari sconosciuti a noi stessi.
Inevitabile riferirci al turbamento più vasto, frutto delle tante incertezze e vuoti che caratterizzano il momento storico che stiamo vivendo, che non è solo di oggi. Già Ungaretti esprimeva il senso di precarietà dell`uomo ` non solo quando è in trincea ` quando scriveva: «Si sta, come d`autunno, sugli alberi le foglie». Contro il rischio di cedere al disorientamento, occorre dare voce e alimentare le speranze che pure ci sono.
In questo mese di giugno, legato alla memoria di sant`Antonio, presentiamo i progetti della Caritas antoniana, rivolti a situazioni limite di sofferenza innocente ` bambini colpiti dall`aids ` che suscitano anche tanta solidarietà , espressa da istituzioni di volontariato con realizzazioni in grado di alleviare questa sofferenza, di accendere la speranza. Questo grazie anche al contributo di tanti di voi, amici sensibili ai nostri appelli, che ogni anno rispondete con generosità ai progetti presentati, che successivamente documentiamo per dovere di trasparenza, ma anche per dare soddisfazione al vostro buon cuore. I nostri interventi possono essere considerati solo una goccia nel mare del disagio, ma il mare è fatto, appunto, di tante gocce.
I progetti ` come potete leggere nei relativi contributi ` si riallacciano a quanto fatto negli anni precedenti per dare continuità a iniziative che vogliono dare delle risposte che vadano oltre la necessità immediata. Essi verranno realizzati in Africa, un continente più di altri attanagliato dalla miseria, dall`abbandono, ma non privo di voglia di riscatto, solo che gliene vengano offerti la possibilità e i mezzi.
L`aids è l`urgenza più grave che l`Africa sta vivendo: il numero dei contagiati è tale che un`intera generazione rischia di scomparire. Due dei progetti della Caritas antoniana saranno realizzati nelle baraccopoli di Nairobi e mirano a ridurre la trasmissione del virus Hiv da madre a figlio attraverso la somministrazione di appositi farmaci e migliorando in genere le condizioni socio-economiche delle famiglie. L`altro progetto riguarda l`Angola con lo scopo di combattere la tbc come prevenzione all`aids.
Anche il dossier di questo mese sul tema delle adozioni e degli affidi, si rifà , non a caso, a situazioni di disagio dei bambini. Il tutto è un modo per rendere vivo quel «Bambino» con cui sant`Antonio viene raffigurato; sappiamo che l`immagine ricorda l`apparizione che il santo ebbe a Camposampiero, ma simboleggia anche il suo impegno per i più poveri tra i poveri, che, a quel tempo, erano spesso i bambini. Che non possa essere anche per noi, questa, un`occasione in cui portare, con la nostra solidarietà , un bambino in braccio?