GORIZIA, LA MITTELEUROPEA

Dalla mostra dedicata ai Lichtenreiter a «Gorizia galante». La cosmopolita città isontina celebra il «suo» Settecento con molteplici iniziative culturali.
12 Dicembre 1996 | di

«Non vi è provincia in Italia ove vi sia tanta nobiltà  come in questa», parola di Carlo Goldoni che in occasione di un breve periodo trascorso a Gorizia ebbe modo di godere della pace e degli svaghi di una città  piccola ma effervescente, ricca e colta. E Goldoni non era il solo ad amare Gorizia: la sua opinione era condivisa anche da un altro grande viaggiatore e uomo di mondo: quel Giacomo Casanova che apprezzava la splendida posizione della città , la raffinatezza dei suoi costumi e l";ottima cucina.

Nel Settecento Gorizia era "; come sempre nella sua storia "; spartiacque e punto d";incontro tra diverse civiltà . Mondo latino e germanico dialogavano, si osservavano, spesso si imitavano. Nel Settecento la città  visse il suo secolo d";oro soprattutto sotto l";oculata e lungimirante amministrazione di Maria Teresa d";Austria: fu un periodo felice per l";economia e per la cultura. Qui vi operavano artisti come Quaglio e Piazzetta, Gian Antonio Guardi e Rosalba Carriera; ma si sviluppò anche un filone di pittura e scultura forse poco studiato, ma originale e interessante che tendeva a unire questi due grandi e diversi mondi artistici. I fratelli Lichtenreiter: Franz (1700-1775) e Johann Michael (1706-1780), e il figlio di quest";ultimo Carl (1741-1817), costituivano una vera e propria dinastia di pittori originari della Bassa Baviera che fece la sua fortuna nell";ambito dell";Impero, e in particolar modo a Gorizia.

A loro e al «secolo d";oro» della cultura goriziana, l";assessorato alla Cultura del comune, in collaborazione con l";associazione culturale «Il Millennio», e con il contributo della regione autonoma Friuli-Venezia Giulia e della Fondazione Cassa di risparmio di Gorizia, dedica, fino alla fine di novembre, un ciclo di articolate manifestazioni che hanno come nucleo centrale la mostra «I Lichtenreiter nella Gorizia del Settecento», allestita nelle splendide sale degli Stati provinciali e della Foresteria del castello. In mostra una trentina di dipinti, in gran parte esposti per la prima volta, provenienti da collezioni pubbliche e private italiane, slovene, tedesche e boeme, cui sono abbinati preziosi documenti che illustrano l";intensa vita culturale della Gorizia del Settecento.

Le manifestazioni si sono snodate attraverso «Gorizia, una finestra sul Settecento "; Itinerari architettonici attraverso il secolo d";oro»: una sorta di preludio alla mostra sui Lichtenreiter, che ha portato alla scoperta dell";architettura settecentesca della città , fra cui il Ghetto ebraico e Palazzo Attems-Petzenstein (dimora di una delle nobili famiglie che furono committenti dei Lichtenreiter), progettato dal goriziano Nicolò Pacassi.

Alle antiche radici della gastronomia goriziana è stato dedicato anche un insolito convegno sul tema «La gastronomia settecentesca fra Venezia e gli Asburgo», che ha riunito esperti italiani e stranieri, coordinati dall";università  di Udine.

Visite guidate alla città , concerti, spettacoli teatrali e conversazioni rigorosamente dedicate al Settecento, e iniziative gastronomiche hanno fatto da corollario a una nutrita serie di altre manifestazioni programmate con lo slogan «Gorizia galante».

 

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017