Gran Bretagna. «BeBack», tendenza rientro
23 Marzo 2016
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I numeri della nuova emigrazione verso l’Inghilterra di italiani tra i 18 e i 49 anni, secondo la Fondazione Migrantes, negli ultimi tre anni hanno superato soglia 200 mila unità. Sommandosi alle migrazioni da altri Paesi europei, il fenomeno sta portando la Gran Bretagna sull’orlo della brexit, ovvero dell’uscita dall’Unione europea, che si deciderà in un referendum popolare a giugno. Nella comunità italiana, specie a Londra, c’è molto fermento: i nostri connazionali si sono integrati in ogni settore della società, affrontano le difficoltà con determinazione, si aiutano con i tam-tam dei social. E se sale la nostalgia di casa, in fin dei conti l’Italia non è poi troppo lontana... Molti rientrerebbero in patria, anche se non esistono i presupposti e le condizioni lavorative sicure per poterlo fare. Ad averlo intuito è Angelo Iudice, che ben conosce la realtà degli italo-londinesi, sia perché ne fa parte fin dal 1981 sia perché dedica loro il proprio tempo libero. Fondatore e presidente dell’Associazione Accademia Apulia, nata nel 2008 per offrire quel punto di riferimento «che per me – dice Angelo – non fu disponibile», Iudice ha pensato di lanciare una nuova iniziativa innovativa e in controtendenza con l’attuale trend.
«Il progetto ha preso il via a maggio – spiega Iudice – e si rivolgerà ai giovani talenti che hanno lasciato l’Italia alla ricerca di nuove opportunità. BeBack monitorerà i progressi nel lavoro e consentirà loro di mettere in mostra le abilità e competenze acquisite durante il soggiorno all’estero». Il portale BeBack (tornare indietro) mentre scriviamo non è ancora attivo, e invece lo è la pagina Facebook dedicata. Nato in collaborazione con l’Agep (Associazione giovanile per l’emigrazione pugliese), consentirà alle aziende in Italia di seguire il percorso formativo di questi giovani, anche in vista di opportunità occupazionali. Del resto, la collaborazione Londra-Puglia è soltanto l’inizio: l’intenzione è coinvolgere aziende leader su tutto il territorio nazionale.
Alla base di questa originale idea ci sono due osservazioni fatte a suo tempo dal presidente dell’Accademia Apulia: «Spesso mi contattano ragazzi o giovani coppie che vorrebbero rimpatriare, soprattutto per ricongiungersi alle famiglie d’origine. Tanti italiani, infatti, coltivano profondi valori umani e morali e l’attaccamento alla famiglia e alle radici culturali li spinge a voler tornare». Inoltre, secondo Iudice «i giovani non hanno purtroppo fiducia nei politici di turno e tendono a lamentarsi senza prendere posizione. Quando, invece, arrivano a Londra, si inseriscono in una società che ancora si basa sulla meritocrazia, e allora sono i primi a rimboccarsi le maniche per lanciarsi in imprese coraggiose». Ecco perché far tornare in Italia giovani con un know-how acquisito nella capitale inglese dovrebbe essere facilitato e considerato una ricchezza. L’auspicio di Angelo Iudice è che BeBack possa consentire ai talenti made in Italy di rimpolpare il tessuto professionale peninsulare.
«Il progetto ha preso il via a maggio – spiega Iudice – e si rivolgerà ai giovani talenti che hanno lasciato l’Italia alla ricerca di nuove opportunità. BeBack monitorerà i progressi nel lavoro e consentirà loro di mettere in mostra le abilità e competenze acquisite durante il soggiorno all’estero». Il portale BeBack (tornare indietro) mentre scriviamo non è ancora attivo, e invece lo è la pagina Facebook dedicata. Nato in collaborazione con l’Agep (Associazione giovanile per l’emigrazione pugliese), consentirà alle aziende in Italia di seguire il percorso formativo di questi giovani, anche in vista di opportunità occupazionali. Del resto, la collaborazione Londra-Puglia è soltanto l’inizio: l’intenzione è coinvolgere aziende leader su tutto il territorio nazionale.
Alla base di questa originale idea ci sono due osservazioni fatte a suo tempo dal presidente dell’Accademia Apulia: «Spesso mi contattano ragazzi o giovani coppie che vorrebbero rimpatriare, soprattutto per ricongiungersi alle famiglie d’origine. Tanti italiani, infatti, coltivano profondi valori umani e morali e l’attaccamento alla famiglia e alle radici culturali li spinge a voler tornare». Inoltre, secondo Iudice «i giovani non hanno purtroppo fiducia nei politici di turno e tendono a lamentarsi senza prendere posizione. Quando, invece, arrivano a Londra, si inseriscono in una società che ancora si basa sulla meritocrazia, e allora sono i primi a rimboccarsi le maniche per lanciarsi in imprese coraggiose». Ecco perché far tornare in Italia giovani con un know-how acquisito nella capitale inglese dovrebbe essere facilitato e considerato una ricchezza. L’auspicio di Angelo Iudice è che BeBack possa consentire ai talenti made in Italy di rimpolpare il tessuto professionale peninsulare.
Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017