Gran Bretagna. E-revolution solidale
La E-revolution, la rivoluzione digitale, ha migliorato la nostra vita, specie nell’ambito dell’informazione e della comunicazione. Internet si è, inoltre, rivelato un ottimo strumento per aiutare il prossimo. Gli enti di beneficenza – in inglese charities – sfruttano i costi contenuti delle piattaforme digitali per sostenere progetti a favore dei più poveri. Gli italiani sono tra i primi per generosità, appoggiando iniziative che uniscono il commercio on-line con la solidarietà.
Un nostro connazionale di Londra ha colto l’opportunità per unire utile e dilettevole in una charity a sostegno di iniziative meritevoli. È Maurizio Bragagni, aretino trapiantato a Londra, direttore di un’importante azienda italiana e uomo che ha saputo reinventarsi molte volte nella vita. Laureato in giurisprudenza, si è trasferito in Inghilterra quindici anni fa per lavorare come operaio, fare esperienza sul campo e imparare l’inglese. Nel tempo è riuscito ad affermarsi fino a ricoprire ruoli di alta responsabilità. Qualche anno fa, infine, la decisione di tornare a scuola iscrivendosi a un’università londinese. Sposato e padre di quattro figlie, racconta che l’idea della charity è nata da un viaggio studio con la Cass Business School nella Silicon Valley.
«A Palo Alto mi sono imbattuto nella dinamicità della digital economy. Ho allora fondato www.esharelife.org, una società che permettesse di aiutare i bisognosi tramite il commercio. La sua missione è vendere prodotti, in particolare quadri di artisti. Diamo all’autore l’80 per cento dell’importo di vendita, investendo il rimanente 20 per cento in vari progetti umanitari, in particolare nell’educazione. “Esharelife” non percepisce nulla e si affida alla stessa generosità degli utenti per pagare le proprie spese. Nessuno di noi riceve neppure i rimborsi».
La generosità di Maurizio si era già concretizzata con l’adozione a distanza. «Io sono l’unico maschio nella mia famiglia da cinque generazioni. Sono stato molto amato da tutti i parenti, un affetto che continua con mia moglie e le mie quattro figlie. Qualche anno fa mi sono imbattuto in Antonino Masuri, capo progetto dell’associazione AVSI, che sostiene varie missioni tra cui una scuola a Nairobi in Kenya. La stima nei suoi confronti mi ha spinto a contribuire adottando un bambino per ogni figlia che ho avuto. Volevo che anche altri bambini potessero essere felici e andare a scuola come le mie ragazze».
«Esharelife» sceglie con attenzione i progetti da sostenere: «Il rischio – aggiunge Bragagni – è la perdita di credibilità se le iniziative non sono valide e accertate, per questo sosteniamo una realtà come la Little Price School di Masuri». Chi sono gli artisti che possono utilizzare questa piattaforma? «Tutti coloro – risponde Maurizio – che sono disposti a sacrificare un po’ del proprio guadagno, partecipando a una buona causa che, comunque, fa conoscere le loro opere». In futuro Bragagni spera di poter associare a ogni artista un progetto e di aprire le porte della piattaforma ad altri oggetti. Il motto scelto dal dirigente è «Altruismo, la nuova avanguardia» ovvero l’altruismo come avanguardia per l’umanità e scelta di campo per chi vuol fare della propria vita un capolavoro.