Gran Bretagna. Mazzini e Garibaldi, due eroi a Londra
Sono passati centocinquant’anni da quando, il 3 aprile 1864, Giuseppe Garibaldi sbarcava a Southampton accolto da una folla entusiasta che lo acclamava per la sua liberazione dell’Italia meridionale dai Borbone. Le cronache dell’epoca descrivono questa visita (la quarta del generale in terra anglosassone) come un tripudio di bandiere verde-bianco-rosso che avvolgevano anche il treno che lo portò a Londra. Qui oltre un milione di persone lo attendeva per dargli il benvenuto fino ad allora riservato a teste coronate o, facendo un salto indietro nella storia, agli antichi generali romani. Ancora sofferente per le ferite riportate, due anni prima, durante la battaglia sull’Aspromonte, in Calabria, Garibaldi trascorse poco più di un paio di settimane a incontrare e ringraziare gli alti esponenti dell’aristocrazia inglese, che avevano avuto un ruolo importante sia come promotori sia come finanziatori della sua missione.
Il Club Mazzini Garibaldi (nato come «Società per il progresso degli operai italiani in Londra», fondato in quell’occasione dai due campioni dell’indipendenza italiana, l’uno con la penna, l’altro con la spada), ha dedicato il 2014 alla celebrazione di questa ricorrenza con una cerimonia, lo scorso primo aprile, presso la Lancaster House, a cui hanno partecipato il sindaco di Londra Boris Johnson, il premier Matteo Renzi, l’ambasciatore italiano Pasquale Terraciano e l’ambasciatore britannico a Roma, sir Christopher Prentice.
A raccontarci l’evento è l’avvocato Dominic Pini, attuale presidente del Club. «Alla Lancaster House, Garibaldi incontrò i principali politici dell’epoca, tra cui due primi ministri, lord Palmerston e William Gladstone, oltre a lord Russel che sostenne attivamente la causa dell’indipendenza italiana. In queste stesse sale, l’intellighenzia britannica si incontrò per dare forma e sostenere la creazione del nuovo Stato italiano. Per marcare lo straordinario avvenimento, i nostri connazionali, nel 1884, si autofinanziarono per erigere un busto dedicato al nizzardo, ancora oggi esposto in questa elegante dimora».
Oltre ad esporre il ricco calendario degli appuntamenti organizzati – tra cui la partecipazione di Anita Garibaldi, presidente della Fondazione Garibaldi a Roma nonché pronipote dell’eroe dei due mondi e attivissima nel tenere vivo lo spirito del suo antenato –, Pini aggiunge: «Il nostro Club assegna anche il Premio Garibaldi a persone che si sono distinte per il proprio contributo a favore della comunità anglo-italiana nel Regno Unito, e promuove le attività della Fondazione Mazzini Garibaldi, che è un ente benefico per la diffusione di valori educativi, culturali e sociali». Il centocinquantesimo anniversario è inoltre un’occasione per rinforzare i legami tra la comunità e la cultura italiana con quella britannica.
Pini continua: «Il sostegno che la Gran Bretagna diede per la formazione dell’Italia fu fondamentale e segnò un rapporto che sopravvive tutt’oggi, e che va continuamente alimentato al fine di creare reciproci vantaggi, soprattutto sotto il profilo economico e socio-culturale».
La Gran Bretagna è sempre stata una grande ammiratrice di Giuseppe Garibaldi. A lui sono dedicati pub, strade, monumenti e perfino dei famosi biscotti. Ma ciò che conta è che la società britannica continua a credere nel messaggio garibaldino.
«Il mondo moderno – continua Dominic Pini – ha bisogno di ideali che diano senso a questo periodo di confusione e di transizione. Occorre recuperare il valore del sacrificio, dell’agire senza pensare al proprio tornaconto, dell’amare il prossimo e lottare al fine di garantire una vita migliore per tutti. Valori che Garibaldi e Mazzini hanno saputo interpretare con le proprie azioni». Valori che, ancora oggi, li rendono più che mai attuali.