Gran Bretagna. Trent’anni a Londra da giornalista BBC

21 Febbraio 2014 | di

Per chi ama il giornalismo, Londra e la BBC rappresentano due eccezionali ambienti dove esercitare la professione e perfezionarla. Iniziare la propria carriera qui, freschi di laurea, è un sogno. Questo è stato il percorso che ha seguito Giancarlo Ciccone, giornalista professionista e doppiatore noto tanto in Italia quanto in Inghilterra. Vinto il concorso come redattore per il servizio italiano della BBC, partì da Firenze a Londra negli anni Settanta.

«Sono stato fortunato perché ho evitato la gavetta – esordisce –, anche se ho dovuto imparare a lavorare come gli inglesi, rispettando la notizia, limitando ogni tipo di colore e cercando di essere molto diretto e stringato. Ho fatto carriera, e dopo qualche anno sono diventato prima vice caporedattore, quindi caporedattore del servizio radiofonico italiano, ovvero della storica Radio Londra da cui il colonnello “Buonasera” (Harold Stevens) inviava giornalmente messaggi criptati alla resistenza partigiana». La BBC è stata anche una postazione da cui poter osservare tutti i fatti più importanti di oltre due decenni. Così Ciccone la descrive: «È come guardare un incontro di pugilato stando sul bordo del ring. Qui non c’è posto per la politica. Si viene assunti per le proprie capacità e allo stesso tempo si può perdere facilmente il lavoro per mancanza di professionalità».

Qualsiasi giornalista alle prime armi dovrebbe far tesoro di questi insegnamenti. Nel corso di tanti anni Giancarlo Ciccone, nato vicino a Chieti ma cresciuto a Firenze, dove ha conseguito la maturità classica e poi si è laureato in legge, ha incontrato personaggi famosi della politica internazionale, dei quali può raccontare episodi inediti. Ma non mancano nei suoi personali ricordi nemmeno gli anni di piombo legati al terrorismo dell’Ira: «Ho sentito con le mie orecchie almeno otto bombe esplose a Londra – ricorda il giornalista – e in una di queste morirono dei ragazzi in visita dalla Svezia. Questi ordigni potevano esplodere ovunque. Dilagava la paura e l’insicurezza. Ogni volta che andavo in Irlanda del Nord i soldati inglesi, non fidandosi, puntavano le armi anche contro noi giornalisti. Fortunatamente quella sanguinosa pagina di storia si è conclusa con gli accordi del 1997».

Viene spontaneo chiedergli di fare un confronto tra la Londra che conobbe al suo arrivo e quella odierna: «Indubbiamente – risponde Ciccone – Londra era più povera, ma era più legata ai valori spirituali e attenta alle persone bisognose. Oggi tutto è dominato dal denaro, tanto che la città ha superato Wall Street, diventando la capitale mondiale della finanza. Gli investitori di tutto il mondo passano da qui, portano benessere e ricchezza, ma in tutto ciò Londra ha perso la sua umanità. Quando papa Benedetto XVI visitò la capitale britannica, nel 2010, l’affetto dimostratogli dagli inglesi fu sorprendente: cattolici e anglicani si strinsero a lui facendogli capire la loro esigenza di spiritualità. Il grande Papa teologo capì questo bisogno e tese una mano verso la Chiesa anglicana. Anche l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, guarda alla Chiesa di Roma con grande interesse».

Giancarlo non si accontenta mai: «Approfondire la notizia è una delle tante lezioni che ho ricevuto dai miei maestri, tra cui Enzo Biagi, con il quale ho collaborato come corrispondente da Londra per una decina d’anni. Lui aveva un incredibile fiuto per le notizie e mi fece fare interessanti interviste a personaggi noti o meno famosi, ma con importanti storie da raccontare». Gli chiediamo cosa pensa della recente ondata migratoria che raggiunge la Gran Bretagna dal Sud dell’Europa. «A Londra – conclude – arrivano in molti perché si trova lavoro, anche se i salari di base sono molto ridotti e spesso i giovani fanno fatica. Tuttavia ci sono dei vantaggi per chi vuole avviare un’attività, visto che qui la burocrazia è snella ed esiste molta flessibilità negli orari e nella tassazione. Ai ragazzi che desiderano studiare indicherei alcune ottime università, come la London School of Economics o quelle di Oxford e Warwick, per citarne solo alcune. Con una laurea, un master o un dottorato si impara anche perfettamente l’inglese, ma si possono trovare ottimi lavori sia in Inghilterra che nel resto del mondo».

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017