Gran Bretagna. Un patronato per amico

22 Febbraio 2016 | di

Non sempre occupazione fa rima con inserimento sociale. Di fronte all’ondata di italiani che sempre più spesso raggiungono la Gran Bretagna in cerca di successo, questa regola sta alla base dell’opera svolta dai patronati. Tra loro spicca l’Inca-Cigil, presenza strategica dal 1978 per chi si trova allo sbaraglio nel Paese anglosassone. «Nel corso di questi decenni – spiega Maurizio Rodorigo, direttore dell’Inca-Cgil di Londra  – i bisogni dell’emigrazione italiana sono cambiati, ma il nostro impegno nell’assistenza e nel supporto alla difesa dei diritti nel campo della sicurezza sociale è rimasto costante. L’Inca-Cigil fornisce assistenza agli italiani nel Regno Unito, ma anche agli stranieri che hanno lavorato in Italia nel passato. Ci occupiamo soprattutto di previdenza, ci accertiamo che tutti gli individui ricevano le prestazioni assistenziali e sociali a cui hanno diritto».

Il patronato ha ribadito queste finalità lo scorso novembre in un convegno dal titolo «Residenza, diritti sociali e accesso all’istruzione superiore per gli italiani in Gran Bretagna: scopriamo i fatti e sfatiamo i miti», a cui hanno preso parte, oltre a Rodorigo, anche la presidente del patronato, Marisa Pompei, e diverse autorità inglesi. Parafrasando il funzionario dell’Inca-Cgil, dall’incontro è emerso che «tutti i cittadini europei possono accedere ai sussidi del welfare britannico, a condizione che soddisfino i requisiti richiesti. Questi ultimi possono essere di carattere finanziario, lavorativo, familiare, nonché riguardare condizioni di salute, età e tempo di residenza nel Regno Unito».

Durante l’incontro è stato approfondito l’accesso degli italiani al sistema educativo superiore. In Gran Bretagna ogni studente ha diritto all’educazione universitaria, previo assolvimento di oneri economici, che variano in base al periodo di residenza nel Paese e alla situazione familiare. Di recente, la riforma della scuola anglosassone ha fatto lievitare le tasse universitarie. Ciononostante è ancora possibile attingere al sistema del welfare per concludere gli studi.

Sempre più spesso e di pari passo all’afflusso migratorio, emergono in Gran Bretagna realtà di degrado ed emarginazione. «Negli ultimi quattro anni – aggiunge Maurizio Rodorigo – sono arrivati 165 mila italiani. Di solito chi si rivolge a noi ha una scarsa conoscenza del contesto in cui desidera inserirsi. L’Inca-Cigil risponde con iniziative d’informazione che mirano a chiarire i diritti e illustrare i doveri». Il patronato offre consulenza sul sistema di sicurezza sociale britannico. Aiuta nella ricerca del medico di famiglia, si attiva contro la disoccupazione e fa da mediatore nelle pratiche consolari. «Il nostro lavoro cerca di sostenere i gruppi più vulnerabili della comunità – commenta ancora Rodorigo –. Tra di essi ci sono anche i pensionati, che incontriamo ogni primo martedì del mese per aggiornarli con sessioni informative in materia di pensioni, ma anche per creare un momento di incontro e per contribuire ad alleviare parte della solitudine di cui spesso sono vittime».


Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017