I colori della Creazione
In mostra a PadovaIn principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era una massa informe e vuota e le tenebre erano sulla superficie dell'abisso, e lo spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque. Così la Genesi (1,1-2) racconta il grande mistero della Creazione: lo sbocciare di una natura primordiale che Dio fa scaturire dal nulla e in breve tempo trasforma nel miracolo di bellezza, forza e armonia che conosciamo. Quello della Creazione è un argomento affascinante e complesso, e raccontarlo ai bambini non è certo impresa facile. A meno che... A meno che non si ricorra alle immagini, come testimonia la seconda Rassegna internazionale di illustrazione per l'infanzia organizzata dal Museo diocesano di Padova e dal Messaggero di sant'Antonio che quest'anno è dedicata proprio a questo tema.
A raccontare la Creazione sono stati chiamati artisti di diversi continenti, di diversa cultura e credo religioso: ognuno con la propria tecnica (dall'acquerello alle tempere, dall'acrilico ai collages) e il proprio linguaggio figurativo. Il risultato è una fantastica galleria di immagini con un tema dominante: il colore. Un'esplosione cromatica che, nel suo insieme, evoca il Big Bang, a testimonianza della volontà di non escludere la scienza da questo racconto del mistero della vita.
L'esposizione - curata da Andrea Nante e Massimo Maggio - non racconta solo il tema della Creazione, ma ospita al suo interno anche una sezione di disegni originali realizzati per le più importanti case editrici nazionali e straniere attorno a soggetti di ispirazione sacra.
Le fonti di ispirazione
Le fonti cui si sono ispirati gli artisti sono molteplici: la Genesi, innanzitutto, ma anche i miti indiani, i credo animistici dell'Africa nera e del Sudamerica, il racconto di Zarathustra, la cultura Maya, le leggende antillane, il Cantico delle Creature di san Francesco d'Assisi, i racconti tradizionali dell'Estremo Oriente.
Tra i nomi degli illustratori presenti alla rassegna, molti ritroveranno quello di Emanuele Luzzati, uno dei riconosciuti maestri dell'illustrazione italiana, o di Stepà n Zavrel, compianto maestro boemo amatissimo nel nostro Paese, tra i fondatori della ormai celebre rassegna di illustrazione per l'infanzia di Sarmede, in provincia di Treviso. La rinomata scuola di illustratori dell'Est europeo è rappresentata da altri due nomi di prima grandezza, quelli di Jindra Capek (Repubblica Ceca) e Ivan Gantschev (Bulgaria). Accanto ai molti artisti italiani presenti (tra cui Andreina Parpajola, Silvia Fabris, Giuliano Ferri), troviamo rappresentanti di Spagna, Brasile, Messico, Turchia, Iran, Sudafrica, Croazia, Argentina, Usa, Giappone, Siria, a completamento di un itinerario visivo ricco di suggestione.
Approccio interculturale
Questa mostra nasce con un preciso intento pedagogico, che in un'epoca di forti contrasti e difficili convivenze come la nostra offre una preziosa occasione di riflessione. Il suo approccio interculturale punta diritto all'obiettivo di favorire la crescita del dialogo, dell'accoglienza e della tolleranza verso l'altro. Che resta tale proprio quando non si conoscono la sua storia, la sua cultura, i suoi riferimenti etnici e geografici.
E infatti la rassegna, allestita presso il Museo diocesano di Padova, non è solo una mostra, ma un progetto didattico che, accanto alle tradizionali visite guidate, prevede laboratori pensati per educare i più giovani alla complessità di un mondo plurale, in cui possono e devono convivere pacificamente e nel reciproco rispetto diverse concezioni dell'esistenza.
Ma come si può raccontare per immagini la Creazione? C'è chi, come il brasiliano Roger Mello, immagina l'uomo al centro di un coloratissimo cosmo fitto di animali e piante; molto più soffuso e delicato, invece, Piet Grobler (Sudafrica), che ha dipinto sette acquerelli, uno per ogni giorno della Creazione. L'Eden di Giovanni Manna è uno sconfinato orizzonte verde, punteggiato dalle figure di Adamo ed Eva e da gruppetti di pacifici animali, mentre lo spagnolo Jesus Gabà n punta sull'azzurro, interpretando la Creazione del mare immaginata dagli indios dei Carabi in un vortice di uomini e pesci che sgorgano dagli abissi.
E poi ci sono cavalieri volanti, tappeti di stelle, lune e soli benevoli, città di sogno, misteriosi vortici, animali mitici, prati in fiore... Il mondo visto con gli occhi di questi artisti ci appare come uno scroscio incessante di vitalità , un continuo incrocio di storie e miti universali che solcano le epoche e i continenti. Un turbine di colore e fantasia che sembra quasi poter vincere le leggi dello spazio e del tempo, tanto questi disegni sono vivi, coinvolgenti, immediati.
In tutte le epoche e ad ogni latitudine l'uomo si è sempre posto le domande fondamentali sull'origine e il senso della vita. Nel corso dei millenni, attorno a questo argomento, ogni cultura, ogni religione ha espresso ipotesi, formulato teorie, individuato segni e prodotto rappresentazioni. Questa mostra, che dopo Padova inizierà un cammino in giro per l'Italia, ci insegna soprattutto una cosa: anche il sacro ha i suoi colori.
Religioni e scienza sulla Creazione
La religione cattolica, il cristianesimo, leggono la Creazione del mondo come un atto voluto da Dio, nella libertà e per amore. Questo credo che sia l'essenziale. Dio ha creato il mondo non per un destino, non per una necessità , neppure per caso, ma nella sua piena libertà e per amore di chi creava.
Due donne che hanno avuto molta parte nella mia formazione cristiana (ho perso la mamma da bambino) mi hanno parlato della Creazione come se creare l'uomo fosse un bisogno di Dio. Credo che ci fosse una verità profonda in questo. Dio aveva bisogno di avere qualcuno davanti a Sé, cui fare i suoi doni meravigliosi, con il quale comunicare, qualcuno da amare.
Enzo Bianchi, priore della comunità di Bose
Le prime pagine della Bibbia esprimono, con bellezza illuminante, un concetto fondamentale che dovrebbe essere patrimonio di tutti: il mondo ha la medesima origine, la Creazione divina. La Genesi è al tempo stesso principio e fine; il principio dal quale si diramano i concetti di spazio-tempo, i luoghi, gli esseri animati tra cui l'uomo; il fine perché rappresenta l'immagine di un mondo cui l'umanità deve tendere, un mondo dove ogni essere è in totale armonia con il Creato. La Creazione divina rappresenta l'armonia e la bellezza assoluta: E vide il Signore tutto ciò che aveva fatto, ed ecco, era molto buono (Genesi 1,31).
Adolfo A. Locci, rabbino della comunità ebraica di Padova
Per i musulmani Dio non è raffigurabile: la Sua natura è di là da ogni limite della nostra comprensione. Vi sono modi con i quali possiamo capire la Creazione. Diciamo che Dio crea con l'azione e con il pensiero. Con l'azione crea l'energia (che non è materia), e con il pensiero crea le infinite leggi divine grazie alle quali l'energia si dispone nelle varie sostanze che costituiscono il creato. Il creato, a sua volta, è infinito, poiché infinito è il suo Creatore; e dunque neppure il Creato è raffigurabile. Ad esso possiamo giungere attraverso simboli, che non raffigurano un concetto ma lo rappresentano. Io, artista, ad esempio, in una ceramica ho rappresentato il Creato disponendo i quattro elementi (aria, terra, aria, fuoco) in modo caotico all'interno di un quadrato, simbolo del mondo fenomenico: al centro, in modo quasi impercettibile, ho inserito la parola Allah (Dio) in arabo.
Gabriel Mandel khà n, Confraternita sufi Jerrahi Halveti
L'ipotesi scientifica più corrente è che l'universo sia apparso all'improvviso circa 13 miliardi di anni fa. Ma molti studiosi dissentono con questa ipotesi immaginando la generazione dal nulla di infiniti universi, anche diversi dal nostro.
Le risposte della scienza corrente non sono in antitesi con la fede di qualunque religione. Le religioni si occupano, infatti, del perché delle cose del mondo, la scienza invece, per la sua stessa natura, si deve interessare solo del per come avvengono i fenomeni della natura.
Giuliano Romano, docente di Cosmologia