I cugini canadesi

Settantamila studenti d’italiano sono la prova dell’interesse esistente per il nostro Paese. Ma il governo di Roma dovrebbe investire nella didattica.
03 Settembre 2000 | di

Da una decina d'anni la presenza italiana in Canada ha prodotto una vera e propria trasformazione del concetto di attaccamento alla patria d'origine degli italocanadesi. Per le nuove generazioni l'Italia è una scoperta. La maggioranza dei figli di italiani dell'ultima emigrazione hanno ricevuto un'istruzione superiore alla media: molti sono muniti di diplomi e lauree in ogni campo, e tanti si sono affermati come professionisti, manager, dirigenti di industrie e validissimi commercianti per cui, inseriti come sono nel tessuto socioeconomico di questo Paese, vivono in una dimensione diversa da quella dei loro padri. Queste nuove generazioni, come tutti i canadesi, vivono nell'era della globalizzazione. In tale contesto l'Italia occupa un posto importante, essendo la quinta potenza industriale del mondo.
Negli ultimi anni la presenza italiana in Canada si è fatta sentire attraverso l'importazione di prodotti alimentari che sono alla base della famosa «dieta mediterranea», da noi introdotta con grande successo in questo Paese; attraverso la cucina, la moda, la musica, l'arte e persino il gioco del calcio. Da tempo alcune regioni italiane come il Veneto, la Sicilia, il Molise, la Basilicata, la Campania, il Lazio, l'Abruzzo e la Puglia, propongono programmi culturali di vario genere, molto apprezzati dalle nuove generazioni. Le stesse considerazioni valgono per i programmi organizzati dagli Istituti italiani di cultura. Poi è giunta la doppia cittadinanza concessa dall'Italia, di cui molti giovani hanno beneficiato. Questi elementi hanno stimolato molti giovani italocanadesi ad accostarsi al nostro Paese. Da qualche anno è nata a Montréal Giovital, un'associazione di giovani italiani, forte già  di 600 aderenti, che svolge molte attività  in italiano.
Che cosa è stato fatto e che cosa bisognerebbe fare nel prossimo futuro per trasformare la nostra lingua in un patri- monio delle presenti e future generazioni di italocanadesi? Conoscendo la nostra lingua essi potranno arricchirsi non solo usufruendo del grande patrimonio culturale che essa possiede ma, rimanendo nel campo della globalizzazione, potrà  diventare un veicolo per facilitare gli scambi tra Italia e Canada.
In Canada vivono circa un milione e 90 mila canadesi di origine italiana. Di essi, da una stima approssimativa, possiamo dire che circa il 7% frequentano corsi di lingua italiana distribuiti nei vari gradi dal livello elementare fino ai livelli universitari. Nell'Ontario, dove si conta il maggior numero di italiani, il Centro scuola e cultura che ha sede al Columbus Center di Toronto, diretto dal professor Mario Di Giovanni, ha una popolazione scolastica, che frequenta corsi di italiano, pari a 32 mila unità  di cui 26 mila nelle scuole regolari dove l'italiano è inserito con mezz'ora di lezione al giorno, e 6 mila che frequentano le scuole del sabato con lezioni di 2 ore e mezzo. A queste cifre vanno aggiunti i 2 mila studenti della «Dante Alighieri» di Hamilton, i 500 di Niagara e quelli iscritti ai corsi tenuti nelle università  dell'Ontario: York, Toronto, McMaster, Waterloo, Ketchener, Queen e Block di St. Catherine che nel loro insieme possono contare circa 3 mila studenti. A Ottawa, Ivana Baldelli, direttrice della Scuola Santa Rita, ci informa che nei corsi da lei diretti ci sono circa 310 studenti a livello elementare più una sessantina a livello medio, ma nella capitale federale ci sono anche corsi diretti da Enrico del Castello e altri da Padre Pagano. A livello universitario ci sono corsi alla Carleton University e all'Università  di Ottawa. Nella capitale federale seguono corsi di lingua italiana circa 1.000 studenti!
Nella Provincia di Quebec ci sono i corsi governativi del programma PELO che lo scorso anno sono stati frequentati da 2.945 alunni, e corsi a livello elementare e medio organizzati il sabato mattina dal PICAI, frequentati da 3.919 alunni. Il PICAI si distingue perché la durata delle lezioni è di 3 ore consecutive per 30 sabati nell'arco di un anno. Ci sono corsi a livello di CEGEP e universitario: alla McGill University e alla Concordia si può ottenere il Baccalaureato e il Master in lingua italiana. Ci sono corsi anche all'Università  di Montréal, all'Istituto italiano di cultura e al Centro culturale italiano del Quebec. In questa provincia si possono contare complessiva- mente circa 10 mila studenti che ogni anno frequentano corsi d'italiano.
Nella British Columbia, dove vivono circa 70 mila italiani, la lingua italiana è insegnata da oltre quarant'anni nei college e nelle università . Da circa 25 anni esistono le scuole di lingua italiana del sabato e serali per adulti. Da qualche anno la lingua italiana è entrata nelle scuole dell'obbligo governative.
Si insegna l'italiano nelle università  di Calgary nell'Alberta, e di Winnipeg nel Manitoba. Ci sono corsi di lingua italiana nel lontano est canadese, dove vivono poche migliaia di italiani. Il professor Evo Di Pierro segnala che ci sono tre classi di lingua italiana a Cape Breton nella Nuova Scozia, corsi d'italiano alla Dalhousie University ad Halifax.
Nel maggio scorso, alla Brock University di St. Catharine, nell'Ontario, si è tenuto un convegno organizzato dal professor Mollica, docente di Didattica nella stessa università , in collaborazione con l'Istituto italiano di cultura, e con il patrocinio del ministero degli Esteri, che aveva per tema l'insegnamento della lingua italiana nelle scuole e nelle università . Il convegno ha messo a nudo le difficoltà  che si incontrano nelle scuole dove si insegna l'italiano. Il professor Ernesto Virgulti ha messo in evidenza il fatto che nel passaggio dal livello elementare al livello medio-superiore si ha un calo di studenti del 20%. Questo accade anche a Montréal e in altre città . Le ragioni vanno ricercate nel fatto che mancano gli stimoli da parte della famiglia e della comunità . Dello stesso parere è il professor Mario Di Giovanni. Il professor Niccoli della St. Jerone's University lamenta che gli aiuti da parte del governo italiano stentano ad arrivare. I rappresentanti del PICAI di Montréal si lamentano del fatto che i finanziamenti arrivano con enormi ritardi. Al dibattito sono intervenuti anche studenti come Elisa Agnoletto che seguono «con passione e orgoglio» i corsi di lingua italiana.
Riportiamo il giudizio dell'attivo professor Leonardo Sbrocchi dell'Università  di Ottawa: «L'italiano è un elemento importante sul quale focalizzare l'attenzione, ma lo scarso interesse del governo italiano ci penalizza.»

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017