I diritti del bambino. Sebastian, il ribelle

Figlio adottivo, adolescente irrequieto e trasgressivo: è una specie di corazza per la sopravvivenza, costruita sin dall’infanzia desolata trascorsa tra le immondizie e l’indifferenza.
13 Settembre 1998 | di

 Nel cortile della scuola, Sebastian si distingue subito fra i compagni: alto, muscoloso e robusto, lo sguardo vigile e attento, le mani spesso strette a pugno. Ogni compagno che passa è uno scambio rapido di parole tra l'ingiurioso e l'amichevole, seguito quasi sempre da un breve scazzottamento, dove ognuno vuol dimostrare la propria forza, sempre a rischio però di trasformarsi in conflitto.

Sebastian è nel cortile assieme ai compagni, ma non sa stare con loro: sono per lui potenziali avversari, perciò rimane sempre sulle difensive, pronto all'attacco. In classe, è la stessa cosa: troppo occupato a difendersi dai richiami degli insegnanti, che pensa siano contro di lui, raramente riesce a concentrarsi sulle consegne collettive. A Sebastian non conviene quasi mai fare quello che gli chiedono, seguire una lettura, una spiegazione alla lavagna, un'interrogazione, soprattutto perché gli sembrerebbe, così facendo, di assoggettarsi al volere degli adulti. Gli pare una posizione di debolezza ammettere che c'è qualcosa che non sa, che è importante saperne di più, che è positivo cercare di aumentare le proprie competenze.

Ciononostante, Sebastian va volentieri a scuola, è un mondo di rapporti senza il quale non potrebbe stare. Il suo temperamento è inquadrato dagli insegnanti come difficile, ribelle, incline all'umore negativo, con reazioni impulsive e incontrollate. Ma dell'aspetto dinamico del temperamento di Sebastian, cioè a che cosa miri, da dove tragga il suo fondamento, in realtà  si sono poco interessati, pensano sia compito della famiglia.

 

Quella di Sebastian è una famiglia adottiva che lo ha preso con sé all'età  di otto anni. Dei primi anni, si sa poco, se non di difficoltà  estreme, di carenze drammatiche nel soddisfacimento dei bisogni primari: di cibo, di una figura materna. Quello che però si dovrebbe sapere è che il temperamento uno non se lo ritrova già  bell'e formato dalla nascita, anche se alcune tendenze possono essere delineate per via ereditaria. Fin dalle prime ore di vita il bambino, attrezzato biologicamente per la relazione, entra in contatto con l'ambiente e dall'ambiente riceve proposte e risposte. Il temperamento che oggi Sebastian manifesta è allora anche il risultato di una storia.

Come mai nel rapporto sociale si sente sempre circondato da nemici? Il suo disprezzo degli altri esprime un carattere ribelle e asociale in forma irrimediabile? Questo temperamento così diverso da quello degli altri, così poco trattabile, è un'inguaribile marca costituzionale?

 

In realtà , Sebastian è ormai stigmatizzato: è il violento, lo scansafatiche, il buono a nulla, quello incapace di concentrarsi. Di questa etichetta che progressivamente gli è stata calata addosso, ormai Sebastian si fa un vanto. Non sa brillare in altri campi, o forse ha perduto le occasioni, oppure chi poteva non gliele ha offerte. Tutti si aggrappano alla sua provenienza lontana, per dare una giustificazione al temperamento di Sebastian che sollevi da ogni responsabilità  chi nell oggi ha a che fare con lui. Si preferisce dire che è così perché appartiene a un'altra cultura che ha questo temperamento irruento e ribelle. È un giudizio troppo semplice e comodo.

Quello che corrisponde è, invece, un ragionamento molto più complesso. Il temperamento di Sebastian, adolescente irruento e trasgressivo, certo gli appartiene, è il suo stile comportamentale, è il suo modo di rispondere all'ambiente. È una specie di corazza per la sopravvivenza, costruita sin dall'infanzia desolata trascorsa tra l'immondizia e l'indifferenza.

 

Ma Sebastian amava la vita e ce l'ha fatta. Dunque, per sopravvivere, si è sicuramente concentrato e segni di queste sue possibilità  compaiono ben evidenti nella sua passione per il modellismo. Riesce a costruire con eccezionale abilità  personaggi, edifici, meccanismi, assemblando i più strani ed insignificanti pezzi: di vecchi giocattoli, di materiale povero, di oggetti di uso diverso. Passa ore in questo suo hobby senza disperdere la sua concentrazione quando è davanti al tavolo. Così anche quando resta intento a contemplare la natura: un prato, una collina, un tramonto con il cielo variegato. Ma tant'è, non sono attività  produttive e gli insegnanti si limitano a commentare: magari trasferisse nello studio un decimo di quel trasporto che rivela per inutili cose!

Così dicendo, davvero gli insegnanti si pongono come ostacolo alla sua sopravvivenza, quella della sua ingegnosità  che non ha ancora trovato nella scuola il canale lungo cui esprimersi.

Sebastian ha diritto di essere accolto nella sua capacità  di aggredire la vita per non perderla. l

   
   
     

Lo scaffale dei bambini

  Nella collana i Girini di Bompiani è uscito 101 buoni motivi per essere un bambino, di Beatrice Masini, illustrato da AntonGionata Ferrari (lire 11.500). Il volumetto, datto ai più piccoli, divertirà  anche i grandi, per la simpatia con cui l'autrice sa presentare situazioni di «piccola» vita quotidiana comune a tutti i bambini. Un libretto che aiuta il bambino ad avere un atteggiamento positivo nei confronti della vita.       

Con rispetto parlando delle edizioni fiorentine Fatatrac è una nuova collana di storie vere che hanno come protagonista il rapporto tra un essere umano e un animale.       Della stessa collana è uscito Lisa, un anno con la taccola, scritto e illustrato da Arianna Papini ( lire 10.000) al quale, lo scorso luglio, è stato attribuito il 1° premio «Libro per l'Ambiente 1998», istituito dal comune di Sirolo (AN) nell'ambito di Festambiente Ragazzi.

                                                                                                                           Sabina  Fadel

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017