I frati che accolgono chi viene in basilica

Sono padre Maurizio Stedile, fra Egidio, fra Graziano e fra Renzo, sempre a disposizione dei pellegrini e degli amici del «Messaggero».
06 Febbraio 2003 | di

Ci pare giusto farvi conoscere i frati che prestano il loro servizio presso la basilica, a disposizione dei pellegrini e degli associati alla famiglia antoniana.
Percorrendo il chiostro della magnolia, proprio vicino al cancello in ferro battuto della portineria del convento, si trova, sulla destra, un ingresso su cui campeggia la scritta: «Messaggero di sant`€™Antonio». Appena entrati, nella prima sala, i pellegrini trovano quanto può essere utile per rinnovare la propria devozione al Santo, come le candele, un ricordo o un ex voto. Trovano anche buone pubblicazioni per conoscere la vita e l`€™opera di Antonio di Padova, più spesso venerato che conosciuto.
C`€™è, però, una seconda sala, adibita a «ufficio accoglienza»: qui sono presenti alcuni frati a disposizione degli associati. Molti pellegrini, infatti, venendo al santuario, desiderano incontrare i francescani che, attraverso la rivista, portano ogni mese nelle loro case la parola viva di sant`€™Antonio.
Padre Maurizio Stedile è da un anno l`€™incaricato dell`€™accoglienza. Nel suo piccolo studio riceve ogni giorno confidenze, gioie, racconti (e qualche lamentela) di chi cerca una parola di conforto o anche solo un frate che ascolti e prenda a cuore le intenzioni di preghiera che gli vengono affidate. «Di solito incontro persone che desiderano o ringraziare il Santo o chiederne la protezione o anche avere un consiglio spirituale o morale `€“ dice padre Maurizio `€“. Spesso mi capita di rispondere a telefonate di associati che chiedono preghiere `€œurgenti`€, di cui sempre li assicuro».

Guarigioni e conversioni

«Di tutti gli incontri che ho fatto mi colpiscono tanto le testimonianze di guarigioni e di conversioni davvero miracolose. Come quella di una signora quarantenne, distrutta dalla fatica di vivere, piena di problemi e lontana per anni e anni dalla Chiesa. Mi ha detto: `€œSono entrata in basilica senza speranza, poi ho visto un lumino rosso acceso e sono entrata nel confessionale, non so neanche io perché. Sono uscita che ero un`€™altra persona: quella confessione mi ha cambiato la vita!`€».
Troviamo, poi, in prima linea altri tre confratelli: fra Graziano, dalla barba fluente, silenzioso e laborioso, fra Egidio, sempre gentile e premuroso e fra Renzo, appena arrivato a Padova dopo una sosta ad Assisi. Questi frati, oltre ad ascoltare chiunque si presenti, accolgono in particolare la generosità  di quanti desiderano rendere concreta la loro devozione al Santo, trasformandola in un atto di carità .
Ogni piccolo «obolo della vedova» è importante, ogni offerta, anche minima, ma data con una grande apertura di cuore: per le missioni, per la Caritas antoniana, per sostenere i futuri frati o per il pane di sant`€™Antonio. Queste offerte sono mattoni che, presi singolarmente sono certo poca cosa, ma messi insieme, l`€™uno accanto all`€™altro, riescono a innalzare cattedrali di solidarietà  e campanili di generosità  che permettono ai poveri di sentire, nella concretezza, l`€™amore di Dio suonare a festa per loro.
I frati dell`€™ufficio accoglienza rispondono anche a tante richieste legate ai nostri periodici antoniani: dal semplice rinnovo dell`€™abbonamento, al cambio di indirizzo, al risolvere qualche problema per la rivista che non arriva come dovrebbe. Tutto per rendere sempre più preciso e veloce il servizio che il «Messaggero di sant`€™Antonio» vuole garantire, con il fine di tenere unita e informata la famiglia antoniana.
Se passate per la basilica allora, non dimenticate di far visita all`€™ufficio accoglienza: padre Maurizio, fra Egidio, Graziano e Renzo vi aspettano.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017