I giovani delle «GMG» è vera fede la loro?

Presentata a Loreto la nuova indagine di Franco Garelli sulla fede dei giovani cattolici italiani delle Giornate mondiali della gioventù. Tante e incoraggianti le conferme.
09 Febbraio 2003 | di

È tutto oro quel che luccica? Ovvero: la fede dei giovani impegnati nelle parrocchie e nelle associazioni (la base più identificata della Chiesa), è così come appare? che tipo di religiosità  vivono ed esprimono? a muoverli è il bisogno di fare amicizie, di stare insieme o sono convinzioni radicate, a dispetto di chi considera la fede un fenomeno sociale in via di estinzione? Interrogativi che il Comitato organizzativo della Giornata mondiale dei giovani 2000 (GmG) e il Servizio nazionale per la pastorale giovanile della Cei hanno girato a un`€™équipe di sociologi, coordinati da Franco Garelli. Per rispondere, gli studiosi hanno condotto una dettagliata indagine tra i giovani che hanno partecipato alle due ultime GmG, quella di Roma e di Toronto.
I risultati sono stati pubblicati e sono una miniera di informazioni per capire il mondo interiore dei giovani, la loro fede, il loro punto di vista sul Papa, la Chiesa, la società ... «Entrare nel loro mondo `€“ scrive, nell`€™introdurre il libro che raccoglie i dati, don Claudio Giuliodori, direttore dell`€™Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei `€“ significa aprire una finestra sul futuro. Questa ricerca potrà  così risultare utile agli educatori per avere un quadro più preciso del mondo giovanile, oltre le impressioni e i luoghi comuni; alla comunità  ecclesiale e alla società  per interagire meglio con le nuove generazioni; agli stessi giovani, che potranno confrontarsi in modo disincantato con un profilo della loro identità  in cui, oltre a tante luci, emergono anche delle ombre». Come dire: non tutto ma molto di quello che luccica, è metallo prezioso.
Ne è convinto lo stesso Franco Garelli a cui abbiamo chiesto alcune valutazioni sui risultati emersi dalla ricerca.

Msa. Che fotografia di giovani emerge dalla vostra ricerca?
Interrogando i giovani che hanno vissuto le due ultime GmG, abbiamo ricavato l`€™immagine di una fede in netta ripresa. Rispetto a molti giovani che ritengono importante credere, ma senza approfondire, c`€™è una minoranza che crede, che vuole vivere la fede, che ridefinisce la propria identità  a partire dalla spiritualità  cristiana. È un segnale importante e incoraggiante.

Incide davvero, in un percorso di fede, la partecipazione alla GmG?
Incide molto. Chi vive questi eventi trova conferma alla propria fede che, per la presenza di giovani da ogni parte del mondo, ha orizzonti planetari. Ci sono poi segni e simboli ricchi di senso che lo corroborano nella sua scelta e nel suo orientamento di vita.

È più facile per questi giovani vivere la loro fede dopo la GmG?
Inizialmente sì, e l`€™indagine lo ha confermato. Le difficoltà  sopraggiungono in un secondo momento, quando nella vita ordinaria non c`€™è più il clima di entusiasmo dei grandi eventi. Ma anche questo fa parte del gioco formativo: c`€™è un momento in cui si va «sul monte» e un altro in cui si è chiamati a tradurre i grandi ideali nella quotidianità , dove le cose si fanno più difficili.

Giovani e Chiesa: un rapporto che si conferma sempre dialettico?
È un rapporto sempre un po`€™ controverso. Questi giovani hanno della Chiesa un`€™esperienza mediata da figure significative, il Papa anzitutto, quindi una Chiesa più viva, meno burocratizzata, più a loro misura e di cui si sentono parte. Ciò nonostante, anch`€™essi, come i loro coetanei, hanno un atteggiamento selettivo nei confronti della Chiesa: accettano le proposte di fondo, ma su alcune prescrizioni hanno riserve.

E sui temi concernenti la morale, come si pronunciano i vostri intervistati?
Dalla ricerca risulta che su questioni di fondo, come sulla vita, sulla responsabilità  reciproca nel rapporto affettivo e sessuale`€¦ c`€™è consenso. Non c`€™è, invece, su alcune prescrizioni e norme di cui non sempre riescono a capire l`€™attualità  e la significatività  per la loro vita. Accettano la sostanza, ma rifiutano cose non del tutto rispondenti alla cultura, alla riflessione che loro stanno facendo. Ma restano ben fermi su ciò che sentono rispondere al loro bisogno di riferimenti. In definitiva, per loro è più importante la sostanza, il nocciolo della proposta che alcune sue interpretazioni.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017