I giovani? Un’informe galassia

Che cosa pensano, come si comportano, che progetti hanno i giovani del 2000? E soprattutto, in che cosa credono? Quali sono i loro valori? Lo abbiamo chiesto al professor Mario Pollo, sociologo, docente alla Pontificia università lateranense.
03 Luglio 2000 | di

Msa. Professor Pollo, ci può fare un iden-tikit del giovane del Duemila?
Pollo. Non è possibile fare un identikit preciso, perché oggi una vera e propria condizione giovanile non esiste. I giovani non sono più un gruppo unitario che si contraddistingue all' interno della società , capace di una forte identità  collettiva, con una propensione alla mobilitazione e a creare una cultura autonoma. Tutto questo è finito con gli anni Settanta, in coincidenza dell' esaurirsi dei movimenti collettivi del Sessantotto e delle ideologie che li avevano sostenuti. Da allora si è assistito a una lenta e progressiva evaporazione della condizione giovanile. 
I giovani sono diventati socialmente invisibili: un semplice insieme di individui dispersi nell' oceano del sistema sociale, incapaci o impossibilitati ad assumere il ruolo di protagonisti nella società .
Questo processo, inoltre, è stato ulteriormente favorito da una società  che si fa sempre più complessa. Il risultato è una progressiva emarginazione dei giovani che li porta alla chiusura nella propria soggettività . Essi vivono la transizione verso l' età  adulta seguendo un cammino sempre più personale che è solo parzialmente legato alla loro età  anagrafica.
Si parla spesso di giovani in crisi. Perché?
C' è una costante nella storia umana: la tendenza di ogni generazione a vedere nelle successive un decadimento. In un' antica tavoletta babilonese, scritta in cuneiforme, si legge: «La gioventù di oggi è corrotta nell' anima, è malvagia, empia, infingarda. Non potrà  mai essere ciò che era la gioventù di una volta e non potrà  mai conservare la nostra cultura».
La crisi che spesso gli adulti attribuiscono ai giovani non è che una variante moderna di questo atteggiamento. Questo non significa che nel mondo giovanile non ci siano crisi o problemi. Ma solo che ogni epoca storica ha le sue crisi e i suoi problemi.
La caduta di miti e ideologie ha contribuito a rendere i giovani meno sicuri, senza una meta... È così?
Senza dubbio la crisi delle ideologie ha grande importanza, tuttavia, a mio avviso, vi è un altro elemento culturale che gioca un ruolo fondamentale: è sparita la capacità  di sentirsi, e quindi vivere, come parte di una storia che ha radici nel passato e che guarda al futuro in modo coerente e unitario. Oggi, e le tecnologie moderne ne sono un esempio, va di moda solo il presente: è più importante essere in rete che essere nella storia. Le persone faticano sempre più a percepire la lor vita orientata verso una meta che ad essa dà  senso. Nella cultura attuale è prioritario vivere le opportunità  che il presente ti offre piuttosto che progettare il futuro.
Quali sono i valori su cui i giovani puntano oggi?
C' è la tendenza ad affermare che l' universo giovanile oggi sia privo di valori. Non è vero. La maggioranza dei giovani condivide molti dei valori che gli adulti ritengono importanti. Ciò che cambia è la loro gerarchia, che nei giovani è molto più attenta alla dimensione personale. Le ricerche mettono in evidenza che le tre cose più importanti per la maggioranza dei ragazzi sono: la famiglia, l' amore e l' amicizia. In secondo piano vengono il lavoro e la creatività  nel tempo libero. Invece, i valori relativi all' impegno sociale, religioso e politico occupano l' ultimo posto e sono giudicati importanti da meno di un quinto dei giovani italiani.
Questa nuova gerarchia, incentrata sulla sfera personale, incide anche sul modo di vivere la responsabilità  etica. Infatti, vi è solo una minoranza di giovani che accetta come fondamento del proprio agire un codice etico, religioso o laico, esterno all' esperienza personale. Una parte consistente, specie durante l' adolescenza, tende a porre come fondamento dell' agire etico o i propri bisogni e desideri, oppure la rivendicazione della centralità  della propria coscienza. Questo soprattutto nella sfera sessuale.
Vi è poi un' altra fascia di giovani, specialmente tra coloro che sono appena usciti dall' adolescenza, che, avendo sperimentato il proprio limite, fondano il loro agire etico nella responsabilità  verso l' altro, verso la sua dignità , la sua libertà , i suoi diritti. Dove, però, l' altro è solo quello con cui si ha una relazione diretta, personale. Questo stadio può favorire la scoperta di un fondamento etico più solido, a patto che sia sostenuto da un' educazione che lo riagganci ai valori universali, fuori dal carcere dorato del relativismo.
Ma, secondo lei, c' è o non c' è una ricerca di assoluto nei giovani?
La ricerca di assoluto è indubbia. Il problema è rappresentato dalle modalità  in cui essa si compie. I percorsi possono essere quelli più tradizionali legati all' esperienza religiosa, ma anche più trasgressivi come la ricerca del rischio e dell' eccesso, o, ancora, il semplice approdo a forme di benessere e di equilibrio interiore come, per esempio, la New Age.
C' è da dire, però, che il 40 per cento dei giovani orienta la propria ricerca di senso all' interno dell' esperienza religiosa, anche se i praticanti veri e propri si aggirano appena attorno al 10-15 per cento.
Sono numerosi i giovani che preferiscono percorrere scorciatoie, rifugiandosi nella droga o in altri inganni?
Secondo alcune ricerche, la metà  dei giovani italiani almeno una volta nella vita ha adottato comportamenti a rischio che potevano mettere in pericolo la propria integrità  biologica e psicologica. Per quanto riguarda l' uso delle droghe si può affermare che, mentre la quota di giovani che fanno uso di eroina si mantiene costante, è senza dubbio aumentato quella di coloro che fanno uso di cocaina, delle nuove droghe sintetiche (ad esempio, ecstasy) e, soprattutto, di cannabinoidi (fumo).
Che cosa può aiutare il giovane a orientare la propria vita verso una salutare ricerca di senso?
Come dicevo, esiste una fascia minoritaria di giovani che si sente responsabile verso l' altro o, come si dice tecnicamente, che riconosce l'alterità  solidale come un valore. Questo sta a indicare che nella nostra società  c' è un lievito che tende a sviluppare una solidarietà  vera tra le persone, capace di un reale rinnovamento sociale. Questa nuova sensibilità  ha la sua origine nel volontariato e in molte forme di associazionismo religioso e non, caratterizzato da un forte impegno umano e sociale.
In particolare, l' impegno nel volontariato consente al giovane di uscire dal parcheggio sociale in cui è collocato, di rompere il filo invisibile che lo relega in un disagio sommerso e personale che può degenerare in forma di emarginazione grave. L' esperienza della solidarietà , oltre a far recuperare al giovane un ruolo da protagonista nella vita sociale, serve anche a fargli scoprire, attraverso l' incontro nella condivisione con l' altro, il volto di quell' amore che è in grado di dare senso, coerenza e unità  alla sua vita.

   
   
I VOLONTARI      

S aranno 25 mila, provenienti da oltre 50 paesi del mondo, i volontari che presteranno il loro servizio alla GmG 2000 nei più svariati settori: dall' accoglienza ai luoghi di culto, all' informazione, all' assistenza dei disabili e delle categorie deboli, fino alla logistica, occupandosi dunque della distribuzione dei pasti, della gestione degli alloggi, dei servizi tecnici e dell' orientamento dei flussi di pellegrini. L' opera dei volontari durante l' incontro mondiale testimonierà , una volta di più, come il volontariato cattolico internazionale abbia il coraggio e l' energia necessari per creare una rete di solidarietà  e di servizio.

 

   
   
INDIRIZZI UTILI      

Comitato italiano per la Giornata mondiale della Gioventù 2000.
Tel. 06/69879611, fax 06/69880500, e-mail gmg@chiesacattolica.it

-  Servizio accoglienza centrale (Sac) Comitato centrale per il Grande Giubileo dell' anno 2000.
Tel . 06/696221, fax 06/69924853, e-mail sac@jubil2000.org.

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017