I guardiani dell’informazione

A fronte delle censure cui è oggi sottoposta la stampa, si può ancora sperare nel ritorno del migliore giornalismo, come quello d’inchiesta,al quale si devono luminosi esempi di informazione libera, indipendente, rispettosa del lettore?
29 Dicembre 2008 | di

Ho trovato di grande interesse e attualità l’articolo di Ilvo Diamanti («la Repubblica», 23 novembre 2008) sul tema «Come si fabbrica l’insi­curezza». Nello stesso giorno e nel medesimo giornale, Michele Serra, riportando uno studio dell’Istituto Demos in collaborazione con l’Osservatorio di Pavia, riferisce: «La paura del crimine, che tanta parte ha avuto nell’ultimo esito elettorale, non si fonda su dati reali. I crimini sono in calo.[...] L’overdose di notizie ansiogene riguarda l’intero 2007 e il primo semestre del 2008. Negli ultimi mesi (dopo le elezioni) la cronaca nera nei telegiornali è drasticamente scemata».
Lungi da me il pensiero che la manipolazione dell’informazione sia un’esclusiva di una sola parte politica. Tutt’altro. Si tratta di un fenomeno diffuso e trasversale in ogni parte del mondo, nell’informazione politica come in quella scientifica, nella cultura come nello sport. Mi piacerebbe, però, che i nostri figli, nipoti e allievi fossero al corrente dei rischi della «malainformazione» e che questa diventasse materia di osservazione e riflessione in comune con gli adulti. A partire dalla lettura di Franz Kafka. Il grande scrittore di Praga tra il 1914 e il 1915 scrisse un primo frammento del romanzo Il processo (uscito poi nel 1925), con il titolo Davanti alla legge (Vor dem Gesetzt). Inizia così: «Davanti alla legge si erge il guardiano della porta» (Türhüter, nell’originale tedesco). A questo guardiano si presenta un campagnolo chiedendo di entrare nella legge. Ma il guardiano dice che al momento il permesso gli è negato. L’uomo riflette, poi domanda se gli verrà dunque permesso di entrare più tardi. «È possibile –dice il guardiano della porta – ma adesso no». Siccome la porta della legge rimane, come sempre, aperta, e il guardiano si scosta, l’uomo si china per guardare all’interno. Il guardiano nota questo, ride e dice: «Se ti attira tanto, cerca un po’ di entrare nonostante il mio divieto. Ma rammentati di questo: “Io sono potente. E io sono soltanto l’ultimo dei guardiani”» (F. Kafka, I racconti, Longanesi, 1983).

L’uomo semplice, buona parte di noi dunque, si trova davanti a un’infinità di porte e, purtroppo, ad altrettanti guardiani. Di fronte alla nostra curiosità, al desiderio di sapere e di conoscere, si erge quasi sempre un guardiano che fa valere il suo potere e ci ammonisce: trasgredendo i miei divieti, incontrerete altri guardiani sempre più potenti. I guardiani delle porte possono impedirci l’ingresso in vario modo. Prendiamo ad esempio in che modo il nostro diritto a un’informazione completa e, per quanto possibile, obiettiva può essere negato dai guardiani. Un modo rozzo potrebbe essere quello di eliminare del tutto l’informazione, come avviene nei regimi dittatoriali, ma ce ne sono altri più sottili e spesso difficilmente individuabili che distorcono o filtrano le informazioni alle quali ci è consentito di accedere.
Curiosamente, i giornalisti che filtrano le informazioni, decidendo quali notizie dare e come darle, sono chiamati in inglese gatekeepers cioè, ancora una volta, «guardiani delle porte». Costoro filtrano e manipolano le notizie, tacendole o pubblicandole in tutto o in parte, ma sempre rispondendo per convinzione od opportunismo ad altri e più potenti guardiani che sorvegliano altre porte dei palazzi del potere. Istruttivo e illuminante è lo studio attento delle tecniche usate dai guardiani per addolcire o enfatizzare una notizia, per presentarla in tutta fretta e in posizione defilata oppure, per usare il linguaggio della televisione, in prima serata con tutto il tempo necessario. Sono spesso gli stessi giornalisti a segnalare il pericolo. «Pensare di informarsi senza sforzo è un’illusione vicina al mito della pubblicità più che all’impegno civico» (Ignacio Ramonet). Montanelli sull’«Europeo» di molti anni fa: «La maggior parte dei giornalisti, quando compongono un articolo, lo fanno interrogando la censura. Quale? Quella che hanno in corpo da secoli e di cui ormai non riescono a fare a meno». E Giorgio Bocca nel suo ultimo libro È la stampa bellezza! (Feltrinelli, 2008) fa riferimento ai potenti guardiani della pubblicità che «è diventata il vero direttore del giornale poiché fornisce il 60 per cento dei soldi necessari alla stampa». Possiamo ancora sperare nel ritorno del migliore giornalismo, quello di inchiesta ad esempio, al quale dobbiamo luminosi esempi di informazione libera, indipendente, rispettosa del lettore?



SCAFFALE


Non è un libro, ma resta comunque un prodotto editoriale di alto livello. Il calendario interculturale 2009, pubblicato come ogni anno dalla Sinnos, è dedicato ai «pani dal mondo». E non manca, come sempre, la segnalazione delle feste appartenenti alle altre tradizioni religiose.

AA. VV. Calendario interculturale, Sinnos editrice (06 44119098), euro 9,00


Un’esplorazione nel prezioso sentimento dell’amicizia. La propone Beatrice Masini, in un libro in cui trovano spazio amici invisibili, briganti ottocenteschi, ma anche personaggi della cultura classica.

Beatrice Masini, Amici per sempre, Einaudi Ragazzi, euro 14,00


S.F.
 

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017