I nostri nuovi ambasciatori

L’incontro ha aperto prospettive d’integrazione e collaborazione con i giovani oriundi, volte a coltivare rapporti culturali ed economici.
02 Febbraio 2001 | di

 Abano Terme, Padova
Il Veneto ha salutato i suoi ambasciatori più giovani: oltre un centinaio di oriundi tra i 18 e i 33 anni chiamati ad Abano Terme, in provincia di Padova, dall'assessore per i Flussi migratori della Regione del Veneto, Raffaele Zanon. Tutti accomunati dall'identica matrice veneta e dal desiderio di confrontarsi tra loro, con i loro coetanei veneti e con giovani imprenditori.
Così il 'Primo Meeting dei giovani oriundi veneti nel mondo' - promosso dall'assessorato ai Flussi migratori della Regione del Veneto e organizzato dall'Associazione Trevisani nel mondo - è stato denso di dibattiti, seminari e relazioni. 'La Regione attende da questo incontro segnali, idee e proposte concrete con cui dare una svolta alla politica nel settore dell'emigrazione - ha detto Zanon - . Tanto che la Giunta veneta vuole percorrere nuove strade politiche e istituzionali per consentire ai veneti all'estero di migliorare il loro ruolo all'interno dei nuovi scenari internazionali. I figli e i nipoti di quelle straordinarie persone che emigrarono, costituiscono l'unione tra diverse sponde, terre e culture'.
Questo calore è stato ricambiato dall'entusiasmo dei giovani oriundi provenienti da ogni parte del mondo: Argentina, Australia, Belgio, Brasile, Canada, Cile, Croazia, Danimarca, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Lussemburgo, Messico, Olanda, Paraguay, Romania, Sud Africa, Svizzera, Uruguay, Venezuela.
L'inizio dei lavori è stato preceduto dall'inno di Mameli. Successivamente hanno portato il loro saluto il sindaco di Abano Terme, Cesare Pillon; il presidente della Provincia di Padova, Vittorio Casarin, che ha auspicato un coordinamento di tali iniziative a livello regionale. È poi intervenuto il presidente della Provincia di Belluno e dell'Unione delle Province venete, Oscar De Bona, riconoscendo che 'è stata una scelta importante, quella della Regione, di far camminare con le gambe dei giovani i loro progetti, in quanto significa investire nel futuro e dare continuità  ad una presenza che tanti successi e soddisfazioni garantiscono al Veneto nel mondo'.
'Lo spirito di appartenenza alla terra d'origine - ha osservato Vanni Mengotto, sindaco di Este e vicepresidente dell'Associazione nazionale comuni d'Italia - è quasi più forte nelle comunità  venete della Croazia e dell'America latina'.
Particolarmente applaudito è stato l'intervento del vicepresidente del Comitato permanente dei veneti nel mondo, Franco Rebellato, per il quale l'operato delle associazioni venete d'emigrazione è stato determinante per trasformare il concetto di emigrazione in quello di cittadinanza. Anche se oggi, purtroppo, si assiste al fenomeno della rimozione. Negli anni a venire occorre innestare esperienze nuove che solo i giovani possono portare se si vuole rivitalizzare l'associazionismo.
Dal canto suo, il presidente dell'Associazione degli industriali del Veneto, Luigi Rossi Luciani, ha ammesso che negli ultimi trent'anni il Veneto è diventato una sorta di grande metropoli e che il merito di questo sviluppo va riconosciuto anche ai corregionali all'estero. 'Oggi - ha detto Rossi Luciani - bisogna incoraggiare quei giovani oriundi che vogliono muoversi per affrontare qui esperienze professionali da riportare poi nel loro Paese'.
Gli ha fatto eco il professor Gabriele Orcalli dell'Università  di Padova, intervenendo sul tema: La presenza dei veneti in un'economia globalizzata. Orcalli ha ribadito che 'la tecnologia, come il lavoro e il capitale è un fattore della produzione mobile, nel senso che può essere trasferito da un Paese all'altro. I processi d'integrazione economica, specie nelle aree di umanesimo latino, hanno rafforzato le culture locali che hanno trovato incentivi per salvaguardare la propria identità . Un valore tuttora condiviso tra i veneti è l'iniziativa individuale nell'economia, la sua condivisione con la comunità  d'appartenenza, la centralità  dell'impresa collegata al ruolo della famiglia, la cultura del fare, e quella dell'affrontare gli oneri in termini di lavoro e di rischio'.
Ai valori dell'umanesimo latino ha fatto cenno anche padre Luciano Segafreddo, direttore del Messaggero di sant'Antonio-edizione italiana per l'estero, ribadendo il loro primato anche 'nell'era dell'informazione e della comunicazione globale, dove un'attenzione specifica va rivolta alle nuove tecnologie che incentivano i rapporti e motivano il coinvolgimento dei giovani oriundi'.
Il professor Ulderico Bernardi, sociologo dell'Università  di Venezia ha illustrato il concetto di emigrazione inteso come viaggio, e la necessità  di conoscere le altre culture come premessa di ogni negoziazione commerciale. In questo senso, le figure dei cosiddetti 'mediatori culturali' oggi richiesti dal mercato e formati dalle università , hanno proprio negli oriundi dei candidati privilegiati per questo ruolo, in quanto soggetti multiculturali. 'Il futuro non ci presenta nuovi viaggi - ha detto Bernardi - . Il futuro va verso culture e persone radicate nella storia. Il pellegrino della modernità  è quello che cerca stabilità  nella mobilità . A questo sta dando il suo contributo anche l'Adrev, l'Archivio di documentazione e ricerca sull'emigrazione veneta.
La professoressa Monica Centanni dell'Università  Ca' Foscari di Venezia, oltre a tenere una relazione sul tema: Radici, percorsi, suggestioni della civiltà  veneta nella tradizione culturale occidentale, ha guidato un lavoro di gruppo su cultura e comunicazione, coinvolgendo i giovani oriundi. Partendo dall'humus storico della gens veneta sono stati forniti ai partecipanti tre obiettivi-modelli di lavoro da sviluppare: una mostra e un convegno itineranti e una mappatura dell'editoria.
Altri lavori di gruppo hanno poi toccato i temi dell'economia e dell'associazionismo. L'assessore alla Cultura della Provincia di Padova, Vera Slepoj, ha condotto un focus group su Identità  dell'Italia e degli italiani nel mondo. Infine, alcuni tra i maggiori operatori della comunicazione in lingua italiana: editori e giornalisti, hanno animato un dibattito sul tema: Rete ed etere. Il ruolo della Regione nel futuro della comunicazione da e per gli italiani all'estero.
Alla fine dei lavori del 'Primo Meeting internazionale degli oriundi veneti nel mondo', i giovani stessi hanno elaborato un documento conclusivo in cui è stata auspicata una politica innovativa sui temi della cultura, dell'identità , dell'economia e della comunicazione, documento poi presentato anche alla Prima Conferenza degli italiani nel mondo, svoltasi a Roma.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017