I nuovi martiri
Siamo consapevoli di lasciarci alle spalle un secolo drammatico. Era iniziato nella certezza delle magnifiche sorti del progresso, lo concludiamo nell' amara certezza di aver vissuto tante guerre, violenze e ingiustizie, consumatesi in nome di ideologie e di presunte libertà .
Nel cammino giubilare che stiamo compiendo, non poteva mancare un appuntamento con questa consapevolezza, tanto più obbligatoria poiché ha colpito numerosi credenti che per rendere testimonianza a Cristo hanno sacrificato la loro vita: i 'nuovi martiri', come abbiamo imparato a chiamarli.
La parola martirio deriva dal greco e significa testimonianza. I nuovi martiri sono quindi testimoni di una fede antica, quella in Gesù Cristo. Pensavamo che questa forma di testimonianza, così radicale e cruenta, appartenesse a tempi lontani da noi. Constatiamo, invece, che il numero dei martiri del nostro 'civile' secolo è pari, o forse supera, quello di tempi remoti, ritenuti più barbari e feroci.
I primi anni del secolo sono già macchiati di sangue cristiano, quello degli armeni: senza numero le vittime, un autentico genocidio. La persecuzione contro i seguaci di Cristo è poi continuata, con immutata ferocia, sino ai nostri giorni. In ogni angolo del mondo. Non c' è paese, nei vari continenti, che non abbia un proprio nutrito martirologio.
Ci sono stati, tuttavia, momenti in cui la strage è stata, più che in altri, programmata ed eseguita con metodica, inaudita efferatezza. Senza pietà per nessuno: uomini, donne, bambini, anziani, religiosi o laici, tutti uniti dalla stessa fede, dalla stessa volontà di rendere testimonianza al Vangelo, dallo stesso crudele destino di morte. Pensiamo alle centinaia di migliaia di cristiani uccisi dal regime comunista russo o da quello cinese; ai martiri della guerra civile spagnola e della rivoluzione messicana; alle centinaia di migliaia di cristiani assassinati nei lager nazisti o alle vittime dei regimi totalitari dell' America Latina e dell' Africa... per finire con quelle provocate dai fondamentalismi islamici a Timor Est, in Indonesia, nelle Isole Molucche, in Algeria... Per un totale approssimativo di tre, quattro o forse più, milioni di morti. Ciò ha reso ancora attuale l' affermazione di Tertulliano, un padre della Chiesa del III secolo, per il quale 'il sangue dei martiri genera nuovi testimoni', rende profonda, drammatica la fede dei cristiani.
Il dossier di questo numero, composto soprattutto da un' ampia intervista ad Andrea Riccardi, cerca di dare, per quanto possibile, un' idea di quello che è stato il secolo ventesimo a questo proposito. Andrea Riccardi, uno dei fondatori e animatori della Comunità di Sant' Egidio di Roma, è un noto studioso di Storia contemporanea che insegna alla Terza Università romana. Molti i suoi libri; nell' ultimo, Un secolo di martiri, ha raccolto, ordinato e commentato il materiale (lettere, testimonianze, racconti in numero impressionante) che da tutto il mondo è stato inviato a Roma, alla Commissione nuovi martiri, per preparare la Giornata dei testimoni della fede del ventesimo secolo celebrata da Giovanni Paolo II il 7 maggio. A leggere cifre e racconti si resta sbalorditi, attoniti. Pensavamo di essere nell' età dei lumi e della ragione. Può darsi, ma forse si tratta più di un' utopia che non una sua vera realizzazione. Con tante domande, ancora senza risposta, anche per chi vive una fede laica.
I milioni di nuovi martiri testimoniano una fede religiosa capace di arrivare a sacrificare la propria vita, comune a tutte le confessioni cristiane. Tra i nomi che il Papa ha ricordato non ci sono solo i testimoni che la Chiesa cattolica propone alla venerazione dei propri fedeli, ma anche di credenti nel Signore delle Chiese ortodosse d' Oriente e della varie Confessioni evangeliche e della Chiesa anglicana. Il francescano padre Massimiliano Kolbe con l' ebrea carmelitana Edith Stein; monsignor Oscar Romero con il pastore della Chiesa evangelica Dietrich Bonhoeffer e Martin Luther King, solo per citarne alcuni.
Sta emergendo intanto, in tutta la sua vastità e drammaticità , la sofferenza vissuta dalla Chiesa ortodossa sotto il regime comunista. Drammatiche testimonianze, intrise di sangue e violenza, ci giungono dal silenzio degli sconfinati spazi della Russia, dai gulag, dal biancore artico delle isole Solovki. A comporre cifre impressionanti che, assieme a quelle di tutti gli altri martiri, non riescono tuttavia a dare volto e nome a tutte le centinaia di migliaia di persone uccise in nome della fede. Queste schiere senza nome ci riportano alle immagini evocate dall' evangelista Giovanni nell' Apocalisse: '... apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all' Agnello avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani' (Ap 7,9).
È la forza debole della fede, secondo un' espressione cara alla Comunità di Sant' Egidio. Debole perché impotente di fronte alla violenza, ma forte perché testimone del Dio vivente.
Luciano Bertazzo
PER SAPERNE DI PIà
Il secolo del martirio, i cristiani del Novecento di Luigi Accattoli, San Paolo, Cinisello Balsamo 2000, pagine 286, L. 28.000, _ 14.46. Sono raccolte 393 storie cristiane nell' Italia di oggi. |
Il termine martirio deriva dal greco martyrion e significa 'testimonianza resa sotto giuramento'. Nei primi anni del cristianesimo i martiri sono i testimoni del Risorto incaricati di rendere testimonianza della resurrezione tra i pagani. Solo in seguito alle persecuzioni romane il martirio viene associato all' offerta della vita in una morte cruenta e identificato come la testimonianza per eccellenza perché conforma il fedele al suo Signore, morto sulla Croce.
'E tanto più disinteressato è il dono, tanto più crudeli saranno le persecuzioni e atroci le sofferenze' (Pavel Fiorenskij, monaco imprigionato nelle famigerate isole Solovki). Giovanni Paolo II celebra in Colosseo la Giornata della memoria dei martiri del ventesimo secolo (7 maggio), uno dei momenti più forti del Giubileo.
Il primo martire del cristianesimo è stato Stefano. Apparteneva alla comunità di Gerusalemme ed era diacono, distribuiva cioè ai poveri parte dei beni che i fedeli mettevano in comune. Venne accusato di predicare contro il Tempio e contro la Legge perché affermava che l' Altissimo non abita in costruzioni fatte da mano d' uomo. Si difese accusando gli ebrei di aver ucciso i profeti. Lo lapidarono, fuori le mura della città .
MARTIRIO
INGRATITUDINE
IL PRIMO MARTIRE