I vincitori
Con l'assegnazione del primo «Premio internazionale Sant'Antonio» giunge alle ultime battute il centenario del «Messaggero di sant'Antonio», ricchissimo di iniziative che sono servite a richiamare l'attenzione sulla nostra rivista e a farci riscoprire, con gioia, quanto essa sia diffusa, amata e apprezzata, perfino presso persone e ambienti del tutto insospettati. Non per nostri meriti, ma per i valori di cui siamo indegni, ma convinti, portavoce nel nome di sant'Antonio. Valori che sono, poi, quelli eterni, immutabili proposti dal Vangelo, vissuti in modo esemplare dal Santo, e che noi, con ostinazione, continuiamo a riproporre come ancore a cui aggrapparci, come stelle che orientino il nostro cammino in un periodo di grande confusione, percorso da schiere di profeti delle più improbabili salvezze. Ma anche da lupi tanto sfrontati da non usare neppure più l'astuzia di vestirsi da agnelli.
Sono, insomma, i valori della fede, dell'amore a Dio, della carità verso i fratelli, della giustizia, della libertà , del massimo rispetto per la vita e la dignità delle persone e altri ancora..., ignorati da molti, vissuti senza slanci dai più, incarnati da altri, invece, con grande passione e con incontenibile generosità . Sant'Antonio, cui il premio è intitolato, appartiene alla schiera di questi ultimi: la sua carità , verso i più poveri soprattutto, si manifestò in forme così clamorose da far gridare ai contemporanei al miracolo.
Nel mare della confusione sono spesso i più furbi a emergere, a diventare idoli, modelli, soprattutto per i giovani. Modelli spesso poco raccomandabili per le cose che vivono e propongono. Il «Premio internazionale Sant'Antonio» intende proporre all'attenzione e all'imitazione altri idoli (si fa per dire), altri modelli: persone o gruppi che hanno creduto nei valori sopra accennati, che hanno cercato di incarnarli nella loro vita e di promuoverli nelle loro opere.
Questo è il significato dell'iniziativa, che vivrà il suo momento finale, nella fastosa cornice del Teatro Verdi di Padova, il 7 dicembre, con la premiazione di coloro che, nelle varie sezioni in cui il premio è diviso, sono stati ritenuti meritevoli del riconoscimento, a giudizio delle giurie preposte alla scelta.
Le sezioni del premio erano quattro: Testimonianza, Solidarietà , Cinema e Televisione. Iniziamo dagli ultimi due settori.
Per il Cinema, la giuria presieduta da Gian Luigi Rondi e composta da Andrea Piersanti, Francesco Bolzoni, padre Virgilio Fantuzzi, Claudio Siniscalchi, Enzo Natta, Folco Quilici, Angela Ales Bello, Tonino Cervi e padre Mario Conte, ha premiato il regista Alessandro D'Alatri perché con il suo film I giardini dell'Eden ha realizzato un'opera che commuove e coinvolge anche perché svela senza artifici inutili ma con semplice talento cinematografico, la modernità dell'esempio tramandatoci da Gesù.
Per la Televisione, la giuria (Andrea Piersanti, presidente, e Marilia D'Addio, Vittorio Roidi, Antonio Spinosa, Claudia Mori, Elisabetta Gardini, Ivana Monti e padre Luciano Segafreddo, membri), ha scelto l'attore Sergio Castellitto per l'interpretazione di don Milani ne Il priore di Barbiana, fiction televisiva di Rai 2, diretta da Antonio e Andrea Frazi; ha inoltre segnalato i fratelli Antonio e Pupi Avati per la qualità e lo sforzo produttivo nel primo anno di vita della televisione cattolica via satellite, Sat2000.
Per il settore Testimonianza, una giuria molto estesa, composta dai direttori dei quotidiani e periodici italiani e delle maggiori testate radiotelevisive pubbliche e private, ha suggerito una rosa di nomi tra i quali i più votati sono stati: don Oreste Benzi, creatore della «Comunità papa Giovanni XXIII» di Rimini impegnata con passione nel mondo della marginalità ; la Comunità sant'Egidio di Roma, conosciuta per i suoi molteplici interventi a favore dei più disagiati e per il suo lavoro a favore dell'unità delle religioni per la pace; Sister Helen Prejean, una suora americana che nel suo Paese si batte contro la pena di morte; Emma Bonino, commissario europeo e attiva nella difesa dei diritti umani; il cardinale di Milano, Carlo Maria Martini.
Tra questi cinque, i frati del «Messaggero», guidati dal padre provinciale, padre Luciano Fanin, sceglieranno il vincitore che sarà reso noto solo il 7 dicembre, giorno della premiazione. Il criterio che regolerà la scelta: che sia una persona o un movimento, religioso o laico, che abbia dato testimonianza di impegno a favore dei diritti umani sull'esempio di sant'Antonio.
Vincitrice della sezione Solidarietà , scelta dai lettori del «Messaggero» tra sei associazioni di volontariato presentate nella rivista nel corso dell'anno, è stata la Comunità di Capodarco di Fermo (se ne è parlato nel «Messaggero» di luglio), fondata da don Franco Monterubbianesi che, dall'inizio degli anni Sessanta, è impegnata nel mondo dell'handicap e aperta ai problemi del Sud del mondo.
Infine, tra tutti i lettori che inviando le cartoline hanno voluto costituire una folta giuria popolare, sono stati premiati due - come da regolamento - che parteciperanno il 7 dicembre, alla consegna del premio, e inoltre usufruiranno di un viaggio in Portogallo. Sono: Manola Turbini Tofani di Firenze e Federico Brucci di Milano. Incommensurabile la loro gioia e la loro soddisfazione.
La cerimonia, presentata da Elisabetta Gardini, reduce dai successi televisivi di Una donna per amico e dall'attore Alberto Terrani, direttore della Scuola d'arte drammatica di Padova, sarà vivacizzata dalla presenza di molti esponenti del mondo dello spettacolo, della cultura, del volontariato, tra cui Irene Pivetti, già presidente della Camera, suor Paola, ospite fissa di Quelli che il calcio su Rai2, le attrici Ivana Monti e Marianna Morandi, l'attore Massimo Ghini; i registi Tonino Cervi, Pupi Avati, Alessando D'Alatri e il complesso Rondò Veneziano.