IDENTITA’ E MONDIALITA’

Dalla legge n. 25 ai corsi per i figli dei discendenti dei veneti all’estero. Le ultime tappe dell’impegno della regione a sostegno della realtà migratoria
15 Dicembre 1996 | di
La regione del Veneto ha sempre avuto una particolare attenzione verso i propri emigrati: se fino a qualche anno fa la preoccupazione predominante spingeva a promuovere progetti finalizzati a favorire il riassorbimento dei corregionali nel tessuto sociale d'origine, più recentemente, invece, si è cominciato a vedere l'emigrato e i suoi discendenti non più come una realtà  «imbarazzante», ma piuttosto come una potenziale fonte di ricchezza per il Veneto stesso.

Nella presentazione del programma regionale per l'anno in corso, l'assessore ai flussi migratori Franco Bozzolin ha affermato: «Gli emigrati veneti costituiscono una rete ideale di comunicazione che avvicina la regione a ogni paese del mondo; non sono più, quindi, degli 'sradicati' da richiamare in patria, ma possono essere gli 'ambasciatori' della cultura e dell'economia del Veneto nel mondo».

La legge regionale n. 25 del 18 aprile del '95 evidenzia in modo positivo un nuovo approccio con il fenomeno migratorio. In questa legge si indicano e si incoraggiano tutte le iniziative che promuovono la tutela e la diffusione del patrimonio culturale veneto. In particolare, l'articolo 9 recita che «la regione, riconoscendo la cultura come strumento essenziale di civiltà  e di libertà , favorisce iniziative e attività  culturali dirette a conservare e a tutelare, fra i Veneti nel mondo, il valore dell'identità  del paese d'origine e a rinsaldare i rapporti culturali con il Veneto».

«Da questo presupposto - rileva l'assessore Bozzolin - deriva una serie di opportunità  attraverso le quali la regione viene concretamente incontro, anche con consistenti finanziamenti, alle necessità  degli emigrati, e si impegna alla diffusione della cultura veneta». Tra le attività  promozionali previste, una particolare attenzione viene riservata ai giovani, figli di emigrati: li si incoraggia a conoscere la cultura veneta grazie a «borse di studio, stage di specializzazione post-diploma e post-laurea, in collaborazione con università , associazioni di veneti nel mondo, e istituzioni economiche regionali».

Si propone loro di partecipare a corsi di preparazione professionale che ne facilitino l'inserimento in aziende venete. Inoltre, la regione premia tesi di laurea, ricerche, produzioni artistiche, bibliografiche o audiovisive sulle tematiche dell'emigrazione; programma, al contempo, soggiorni culturali e formativi, e prevedendo «il sostegno a visite di gruppi teatrali, musicali e culturali della regione presso comunità  venete all'estero». Agli emigrati che rientrano in patria si continuano a garantire agevolazioni fiscali e finanziamenti per la costruzione o la sistemazione della casa; si propongono corsi di formazione e di riqualificazione professionale, non trascurando di accompagnare l'inserimento scolastico dei loro figli.

Alcune di queste iniziative hanno già  avuto positive realizzazioni: a Vicenza, lo scorso settembre, ventidue giovani canadesi, discendenti di emigrati vicentini, invitati dall'Ente vicentini nel mondo, d'intesa con il Centro produttività  veneto - Fondazione Giacomo Rumor, e con il contributo della regione del Veneto, hanno partecipato a un corso di formazione sull'economia e sull'organizzazione produttiva e imprenditoriale veneta. Visitando alcune città  venete, essi hanno potuto conoscere la storia sociale, culturale e artistica del Veneto e del vicentino in particolare. L'assessore Bozzolin e il presidente dell'Ente vicentini nel mondo, Danilo Longhi, hanno presentato l'iniziativa come un investimento umano, che rende «questi giovani i nostri ambasciatori nel mondo».

Nello stesso periodo è giunto a Padova un gruppo di giovani veneto-brasiliani che ha voluto conoscere direttamente i «segreti» di alcune aziende agricole e imprese artigianali della provincia. Il presidente dell'Anea, Aldo Lorigiola che, insieme al dipartimento per l'emigrazione della regione del Veneto, ha curato l'accoglienza di questi giovani, ha spiegato che l'iniziativa mirava a «favorire il loro aggiornamento nei campi della viticoltura, della frutticoltura, della ristorazione, dell'artigianato e del folklore». Questi giovani, infatti, una volta rientrati nel loro paese, applicheranno le nuove cognizioni acquisite nelle terre che furono dei loro padri.

Dal primo ottobre si sta svolgendo a Longarone, nel bellunese, un corso formativo nel settore turistico'alberghiero, destinato a dieci giovani sudamericani. Con questa iniziativa che si protrarrà  fino alla fine di novembre, l'Associazione bellunesi nel mondo intende offrire, con il contributo della regione del Veneto, una preziosa opportunità  per far conoscere direttamente ai convenuti alcune specialità  della tavola veneta, insegnando loro non solo ad apprezzare gustose leccornie, ma anche a prepararle. Il programma di studio contempla anche un breve corso di lingua italiana e permette agli iscritti di apprendere gli elementi essenziali della conversazione.

Queste esperienze documentano una volontà  operativa di ravvivare e incrementare tutto ciò che unisce la terra veneta a ogni parte del mondo - ricorda l'assessore Bozzolin». La nuova legge regionale, dunque, sembra aver visto nella direzione giusta: è possibile salvaguardare l'identità  veneta solo se si sa educare alla mondialità .

 

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017