Identità e villaggio globale

Lavoro, cultura e solidarietà. I veneti del vecchio continente uniti da valori comuni. Numerosi i delegati dall’Est. Ribadito il ruolo delle associazioni mentre i giovani hanno chiesto spazio.
04 Settembre 2002 | di

Berlino

La Conferenza dei veneti d";Europa, svoltasi a Berlino nel giugno scorso, ha lasciato negli oltre 150 delegati dei circoli veneti, nei 15 sindaci e nei rappresentanti di istituzioni del Veneto, molti segnali innovativi: la riconferma del ruolo attivo delle comunità  venete all";estero, alcune prospettive sull";associazionismo e sui contributi che il Veneto potrà  dare alla costruzione dell";Europa del futuro.

La prima novità  è stata proprio la scelta della città  che ha ospitato la Conferenza: Berlino, emblema dell";unificazione di un popolo, è capitale di una nazione che in Europa sta svolgendo un ruolo preponderante e che ospita una comunità  italiana di 650 mila persone. La città  è oggi uno dei punti strategici per l";attuazione dell";allargamento dell";Unione ai Paesi dell";Europa Centrale e Orientale, con i quali molte realtà  venete hanno attuato positive esperienze culturali ed economiche.

La seconda novità  è venuta dalla partecipazione di delegati provenienti da Polonia, Romania, Slovenia e Croazia, alcuni dei quali membri della Confederazione giovanile dei veneti nel mondo. La loro presenza e i loro interventi hanno stimolato il recupero di rapporti con le comunità  italiane e venete residenti in quei Paesi, due dei quali "; Slovenia e Croazia "; sono storicamente legati al territorio e alla cultura veneta. La terza novità  è stata la folta presenza di giovani: soprattutto dal loro vivo interesse per i temi dell";identità , della cultura dei padri e per i rapporti continuativi con la regione d";origine.

Innovativi, per una Conferenza rivolta ai veneti d";Europa, sono stati i temi affrontati dall";assemblea plenaria e dai gruppi di lavoro. I relatori si sono soffermati sulla necessità  di salvaguardare la nostra identità  nel processo di globalizzazione in atto; sui problemi della de-localizzazione delle imprese venete nei Paesi dell";Est; sui problemi emergenti legati alla mobilità , alle espulsioni facili, alle migrazioni e ai rientri che sottendono un coordinamento e una programmazione a livello politico e sociale da parte dei Paesi dell";Unione. Sono state espresse denunce per la libera circolazione ostacolata da qualche ufficio consolare italiano e per la mancata risposta di istituzioni operanti nel settore dell";informazione, come Rai International. Gli interventi della tavola rotonda sulla comunicazione multimediale, coordinata da Bruno Zoratto presidente della Commissione Informazione del Cgie, hanno offerto alla Regione e alle associazioni di categoria, indicazioni sui modi con cui incentivare l";interattività  e l";informazione di ritorno, trasformando gli strumenti telematici in canali di rapporto e di servizio sociale e culturale. Ancora più impegnati gli interventi della tavola rotonda sui diritti di cittadinanza, su formazione, lavoro, sicurezza sociale, coordinata da Maurizio Facincani, sindaco di Villafranca, Verona, e presidente dell";Anci Veneto.

È stata denunciata la mancanza della doppia cittadinanza in alcuni Paesi della UE, e il ritardo dell";Italia nell";adempimento dei necessari provvedimenti normativi; è stato posto l";accento sulle riforme nell";ambito della formazione-lavoro che l";Europa sta attuando, e sulle risorse che l";apparato produttivo veneto può dare ai nostri corregionali e agli oriundi che desiderano ritornare. «Il miglior veicolo contro ogni emarginazione e povertà  è l";integrazione e il lavoro», ha affermato Giorgio Santini, segretario confederale della Cisl. L";allargamento dell";Europa ai Paesi dell";Est è per il Veneto un";ulteriore occasione di sviluppo. Non per sfruttare l";aspetto economico, ma per dare stabilità  ai rapporti tra economia e lavoro, economia e famiglia, economia e servizi alla persona: promuovendo formazione, capacità , soggetti industriali. Temi di grande respiro: europeo e mondiale che hanno caratterizzato l";assise veneta di Berlino, spronando istituzioni e associazioni ad ulteriori approfondimenti e sviluppi operativi.

 
La centralità  delle associazioni

Tutti gli interventi hanno confermato il ruolo insostituibile delle associazioni e la loro domanda di partecipazione attiva in questa fase di riforma e di sviluppo istituzionale. Luciano Alban e Giuseppe De Bortoli, membri del Caves, oltre ad informare sulla situazione sociale e sulle istanze della comunità  italiana in Svizzera, hanno rivolto la loro attenzione alla riforma della Legge regionale 25/95 in materia d";emigrazione. Alla loro richiesta di un coinvolgimento più significativo del mondo associazionistico sul nuovo progetto di Legge n. 262, che tocca gli interessi dei veneti all";estero, l";assessore Zanon nella relazione conclusiva ha garantito che «a tale scopo dovranno essere individuati dei momenti di consultazione permanente per offrire (alle associazioni) l";opportunità  di partecipare attivamente alla costruzione dei progetti e alla formazione delle decisioni».

Di grande attualità  anche la relazione di Gioachino Bratti, presidente della «Bellunesi nel Mondo», per le puntualizzazioni sui diritti di cittadinanza, sulla sicurezza sociale, sulla formazione e sul lavoro. Interessante l";intervento di Aduo Vio, di Bochum, che si è soffermato sui flussi migratori veneti in centro Europa e in particolare in Germania, e quello di Paolo Fontanella di Krefeld, Germania, che ha evidenziato l";insufficienza organizzativa in settori pure produttivi come quelli della gastronomia e delle gelaterie. Altri delegati hanno presentato il volto e le attese delle loro associazioni, come Luigi Adriano Frigo della Svizzera; Sergio Dal Zotto e Lino Tornicelli, presidenti rispettivamente della «Vicentini di Charleroi» in Belgio, e della «Vicentini di Mondelange» in Francia; Fortunato Pescarolo ed Enrico Boaretto, presidenti della «Padovani d";Olanda» e della «Padovani del Lussemburgo»; Giacomina Savi, presidente della «Bellunesi e Veneti a Parigi».

Hanno avuto notevole rilievo anche le testimonianze sulla cultura e sull";identità  italiana e veneta in Croazia, offerte da Norma e Igor Zani, Carmen Benzan e Gianna Mazzieri, appartenenti all";Anea di Fiume; e da Maurizio Tremul, presidente della giunta esecutiva dell";Unione Italiana che coordina circa quaranta comunità  italiane operanti in Slovenia e in Croazia. A Berlino sono intervenuti anche Felicia Mesiano che ha presentato l";attività  della Confederazione giovanile dei veneti nel mondo, e Li San Stokocac, socia della Confederazione; Massimo Baldinato, Debora Mattiuzzo e Piero Venneri di Bruxelles; Anna Maria Oliver della Romania; Graziella Falone e Claudia Alban della Svizzera. Ha concluso il dibattito il vicepresidente del Comitato Permanente dei Veneti nel mondo, Franco Rebellato. Nei suoi rilievi, anche critici, sui rapporti Regione-Associazioni o su alcuni aspetti organizzativi della Conferenza, c";era la volontà  di evidenziare il ruolo e la domanda di partecipazione delle associazioni e la loro necessità  di un maggiore sostegno per il servizio informativo e per attività  sociali e culturali in atto.

 
Mass media e informazione di ritorno

Ci sarà  un futuro per l";associazionismo veneto se la politica italiana ridarà  orgoglio alle nuove generazioni, ha sottolineato il professor Ulderico Bernardi. Avremo un futuro se cresce tra Regione, associazioni e istituzioni operanti per i veneti nel mondo, uno stile di collaborazione e di rapporto interattivo; se iniziative, come il giornale telematico della Regione, i siti e i mass media delle associazioni diventeranno un «forum» in grado di realizzare l";informazione di ritorno. Un";agora multimediale per scambi di proposte, spazi privilegiati per informazioni sui mondi della scuola, delle università , della previdenza o del turismo sociale; per comunicare esperienze, memorie, storie di vita che costituiscono un patrimonio di valori che rischiano d";essere dimenticati.

Nuove prospettive sono date dai contenuti politici, sociali e culturali delle relazioni dell";assessore Zanon e dai documenti finali che hanno sintetizzato i contenuti dei gruppi, presentati da Beatrice Cecchinato, Aldo Lorigiola, Claudio Valente e Marina Verlato; dalla presenza dei 15 sindaci che, come ha sottolineato Aldo Rondina della presidenza dell";Anci Veneto, hanno garantito un maggiore impegno per le problematiche dei loro concittadini all";estero. Prospettive sono venute dai 30 giovani delegati, alcuni dei quali soci della Confederazione giovanile, coordinata da Felicia Mesiano. La loro età , le loro puntuali osservazioni hanno certamente dato un colpo d";ala alla Conferenza. Cito, come esempio, il brevissimo intervento di Nada Malusà  di Rovigno, Istria: «Ho deciso di parlare con voi, come veterani della vita. Anche noi vogliamo attuare dei progetti: voi indicateci la via, ma dateci la possibilità  di attuarli». Un plauso per i risultati positivi raccolti, va infine rivolto agli organizzatori: Egidio Pistore, dirigente del Servizio emigrazione della Regione del Veneto; Mario Marcello Pagetta e Guido Bolis dirigenti della «Padovani nel mondo».         

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017