Il bello e il brutto della tv La tv delle chiacchiere
Neppure i francesi, diligentissimi e ostinati nello sbarrare la strada a qualsivoglia neologismo straniero, sono riusciti a tradurre nella loro lingua l'americanissimo talk-show. Gli stessi vocabolari inglesi, fino a qualche anno fa, ignoravano l'espressione, oggi tradotta letteralmente «spettacolo di parola» o «parola spettacolo». Non manca persino qualche autore che ricorrendo a una parafrasi definisce la tv del talk-show come un programma per curiosi che amano le chiacchiere, calcando la mano sul significato del verbo to talk, che vuol dire discorrere, ma anche chiacchierare. Di questo genere televisivo, tuttavia, il Maurizio Costanzo Show (Canale 5, ore 23.00 circa) tiene certamente la palma, sia per età della trasmissione (ebbe inizio nel 1982-1983, preceduta, sulla rete Rai, dagli analoghi, anche se più acerbi programmi Bontà loro del 1976, Acquario del 1977 e Grand'Italia del 1978), sia per la riconosciuta fedeltà di un consistente numero di ascoltatori.
Il Maurizio Costanzo Show ha oltre quindici anni di vita e li dimostra tutti. L'indiscussa abilità del conduttore, la sua capacità di tenere in pugno la lunga trasmissione e la sua inesauribile vitalità non fanno velo, però, a qualche ragnatela intessuta dalla routine, anche perché la posizione ideologica, sui più diversi argomenti, di alcuni ospiti a presenza periodica fissa, accentua, soprattutto sui temi di costume di grande interesse, un relativismo etico che, a nostro avviso, non soddisfa nessuno.
Certe indulgenze verso la stravaganza gratuita, per non dire inutilmente irriverente, dei testi di Giobbe Covatta possono provocare un'ilarità tanto contagiosa quanto vacua. Con ciò non si vuol negare l'impatto costruttivo di alcune serate anche memorabili, in cui il Maurizio Costanzo Show ha affrontato temi umani e sociali di enorme rilevanza, chiamando sul palco del teatro Parioli di Roma personaggi benemeriti dell'umanità . È accaduto quando il programma ha affrontato il tema della guerriglia in alcuni paesi del Centro Africa, della deforestazione dell'Amazzonia, dell'immigrazione drammatica dei profughi dei Balcani, dell'adozione.
A parte, invece, la drammaticità di molte situazioni presentate, anche il programma Uomini e donne (Canale 5, ore 14.15) condotto da Maria De Filippi, trascina dibattiti che si distinguono per l'abituale assenza di conclusioni costruttive, salvo eccezioni dovute a mera casualità . Identico rilievo per il settimanale Coppie, condotto in prima serata su Canale 5, sempre dalla De Filippi. Sarà pur vero che fidanzamenti e matrimoni riusciti non fanno notizia, ma c'è da chiedersi che senso abbia offrire un megafono a squallide beghe familiari o a confessioni di persone immature alla ricerca di una inutile notorietà . Anche perché ed è l'aspetto più fastidioso di entrambi i programmi qualche intervento assennato di persone adulte e ricche di esperienza e persino di qualche rara avis giovanile, viene quasi sempre sommerso dalla più chiassosa contestazione del pubblico giovane.
Ha avuto, invece, il merito di un innovativo talk-show lo speciale C'era un ragazzo, condotto da Gianni Morandi su Raiuno, e continua ad averlo il Ci vediamo in tv (Raidue, dal lunedì al venerdì, ore 14.00) condotto da Paolo Limiti, a dimostrazione che anche le canzoni, rivissute a distanza o nell'immediato, dai loro protagonisti, possono rappresentare uno spaccato del nostro quotidiano, sempre bisognoso di associare novità e ricordi, specie quando a saldarli è un'identica e indimenticabile emozione. Particolarmente la trasmissione di Paolo Limiti riesce ad agganciare all'esecuzione di indimenticabili brani musicali, piacevoli e inedite storie di vita di personaggi molto spesso ricordati soltanto perché apparsi nel corso di qualche festival o superficialmente chiacchierati su rotocalchi.
Del tutto sui generis il talk-show di Luciano Rispoli Tappeto volante (Telemontecarlo, ore 16.00) con l'appendice La posta del tappeto volante del medesimo conduttore, molto abile nel lasciar parlare senza troppo intromettersi e del tutto alieno da sbavature ironiche inopportune o da battute salaci.