Lenzuola bianche per la legalità accolgono Papa Francesco al Brancaccio di Palermo/Getty Images

Il cristiano non è mafioso

Lo ha ricordato papa Francesco durante la recente visita a Palermo, a venticinque anni dalla morte del beato don Pino Puglisi, parroco al quartiere Brancaccio, assassinato dalla mafia.
| Claudio Zerbetto Redattore

«Chi crede in Dio non può essere mafioso»: lo ha ribadito con fermezza papa Francesco  in Sicilia, a Palermo, terra di missione di don Pino Puglisi, il sacerdote assassinato 25 anni fa, primo martire della mafia  dichiarato beato dalla Chiesa.  Poi l’invito diretto ai mafiosi: «Cambiate! Smettete di pensare a voi stessi e ai vostri soldi, convertitevi al vero Dio di Gesù Cristo. Altrimenti la vostra vita andrà persa». Parole che hanno echeggiato sul lungomare di Palermo, al Foro Italico, dove si sono raccolti più di 100 mila pellegrini per partecipare alla Santa messa celebrata dal Papa. Un momento importante per ricordare a tutti che la Chiesa cammina ancora con i passi di don Puglisi, a difesa della dignità umana, dei più deboli, degli emarginati.  

Era il 15 settembre di venticinque anni fa quando il «sacerdote di strada» veniva ucciso nel quartiere Brancaccio, il «fortino» di Cosa Nostra. Qui don Puglisi aveva tradotto il Vangelo in azioni a favore della promozione umana e del riscatto sociale. Un impegno radicale, svolto con grande generosità, senza nessun risparmio, che gli è costato la vita. «Oggi – ha sottolineato Francesco – abbiamo bisogno di uomini di amore, non di uomini di onore; di servizio, non di sopraffazione».

Più volte il Papa, nella sua visita a Palermo, ha ricordato la figura e lo straordinario impegno di don Puglisi, povero fra i poveri della sua terra. Un prete che andava oltre le parole, che «non viveva di appelli anti-mafia, ma seminava bene, tanto bene».  E che don Pino fosse molto amato e sia ancora nel cuore di tutti lo si è visto quando il Papa si è recato al quartiere Brancaccio, dove il sacerdote è nato e ha vissuto da parroco per tre anni, fino al momento del suo martirio. Ad accoglierlo, in piazza Anita Garibaldi, oggi «Piazza Beato Puglisi», moltissima gente: bambini, giovani e adulti, a testimoniare il bene compiuto da don Pino.

Dalle terrazze dei palazzi, gli «alveari» come li chiamano qui, erano appese molte lenzuola bianche per la legalità. Un’accoglienza calorosa, quella riservata a papa Francesco, segno di  riconoscenza alla Chiesa e al suo impegno. Di fronte, l’ingresso alla Casa-Museo del sacerdote assassinato dalla mafia, che il Papa ha voluto visitare e dove ha incontrato anche i parenti di don Pino. Prima, però, ha ricevuto un mazzo di rose da una ragazza disabile e l’ha deposto sul punto esatto dove il sacerdote è stato ucciso. Ultimo atto di un amore sconfinato per i propri fratelli. Un esempio per tutti, perché «abbiamo bisogno di tanti preti del sorriso, di cristiani del sorriso», che «credono nell’amore e vivono per servire».

Data di aggiornamento: 18 Settembre 2018