Il diritto di essere donna

La Giornata internazionale della donna nasce con l’industrializzazione, il lavoro femminile in fabbrica e la rivendicazione delle sue prerogative in campo economico e sindacale.
18 Febbraio 2005 | di

Celebrare una festa è, di solito, un";occasione di gioia. È un momento speciale per manifestare sentimenti di augurio e simpatia. Così come per il compleanno nella vita di una persona, la celebrazione può diventare motivo di riflessione sul tempo che scorre, tra un passato ormai alle spalle e un futuro tutto da costruire.
Quale senso imprimere, allora, al tempo che ci è dato di vivere? Come leggere la realtà  in cui ci muoviamo? Come non arretrare di fronte a tragedie di portata globale rimanendo fedeli alla vocazione di crescita umana alla quale siamo stati chiamati? Questi ed altri sono interrogativi che ci accompagnano specialmente in quest";epoca di incredibili conquiste ma anche di grandi tensioni messe in atto dall";uomo.
Anche la festa della donna dovrebbe essere letta in questa prospettiva, nonostante la sua genesi storica di protesta e rivendicazione di diritti, e nonostante le molte permanenti situazioni di oppressione. Se la stanchezza non prevarrà  (e cedere non è nella natura di una donna), verranno tempi migliori per tutte le donne strumentalizzate e offese nella loro dignità , per tutte coloro ancora oggi oggetto di discriminazioni, soprusi e violenze. Morali e fisiche. In casa e fuori casa. Dentro e fuori il proprio paese natale. Un esempio, estremo, fra tanti spesso sottaciuti: «Le prostitute bambine, quattordicenni, sedicenni, sono ben 70 mila in Indonesia "; ha scritto di recente Marina Corradi, inviata a Medan dall";Avvenire "; e 2 mila sono ";esportate"; in Malesia. I vicini più ricchi importano anche bambine dal Paese attiguo...».
L";8 marzo, «Giornata internazionale della donna», ci offre perciò lo spunto non solo per celebrare la donna e il suo apporto all";umanità , ma anche per richiamare alla memoria alcune tappe storiche che hanno portato l";Onu alla proclamazione ufficiale della Giornata. Nato all";inizio del XX secolo negli Stati Uniti da un gruppo di donne che organizzarono un raduno al femminile per dibattere pubblicamente il tema del diritto di voto, il primo Woman";s Day ebbe luogo nel maggio del 1908. In quell";anno, 129 lavoratrici americane morirono nel rogo di un opificio e in loro memoria si ricordò l";8 marzo di cinquant";anni prima, quando uno sciopero di operaie tessili era stato represso dalla polizia di New York. Proposte per l";istituzione di una Giornata internazionale, sul modello di quella americana, furono successivamente fatte in vari stati d";Europa, ma fu solamente nel 1921, a Mosca, che la seconda Conferenza internazionale delle donne comuniste denominò l";8 marzo «Giornata internazionale dell";operaia» a seguito di una famosa manifestazione antizarista messa in atto dalle lavoratrici di Pietroburgo l";8 marzo 1917.
È bene sottolineare l";indefesso e gratuito lavoro, da sempre svolto dalla donna, all";interno delle comunità  familiare e sociale, e soprattutto il suo prezioso contributo di educatrice nella trasmissione, difesa e tutela dei valori fondamentali della vita e della convivenza umana. Tutto ciò indipendentemente da alcuni eccessi femministi visti in funzione della cosiddetta «liberazione della donna».
«I diritti della donna sono diritti umani», va da anni affermando con intelligenza ed esemplare testimonianza Hillary Clinton, una delle donne americane più in vista nel mondo (avvocatessa, ex first lady, attivissima senatrice, da sempre impegnata nel campo delle riforme sociali). «Si violano i diritti umani "; aveva, tra l";altro, dichiarato con forza, dieci anni fa, nel corso della famosa Conferenza di Pechino "; quando alle bambine si nega il cibo, quando vengono uccise barbaramente solo perché sono nate femmine. Quando donne e ragazze vengono vendute e ridotte in schiavitù o costrette alla prostituzione. Quando sono violentate individualmente o sottoposte a stupri di massa come bottino o strumento di guerra. Quando alle donne si nega il diritto di pianificare la propria famiglia. Se c";è un messaggio che deve risuonare da questa Conferenza, è che i diritti umani sono i diritti delle donne, e che i diritti delle donne sono diritti umani».
Alle protagoniste della Conferenza di Pechino s";era rivolto allora anche Papa Giovanni Paolo II, da sempre instancabile proclamatore della «piena verità  riguardo alle donne». Aveva tra l";altro invitato a porre «nel dovuto rilievo il genio della donna, non tenendo conto soltanto delle donne grandi e famose vissute in passato o nostre contemporanee, ma anche di quelle semplici, che esprimono il loro talento femminile a servizio degli altri nella normalità  del quotidiano. È, infatti, specialmente nel suo donarsi agli altri nella vita di ogni giorno, che la donna coglie la vocazione profonda della propria vita, lei che forse ancor più dell";uomo vede l";uomo, perché lo vede con il cuore. Lo vede indipendentemente dai vari sistemi ideologici o politici. Lo vede nella sua grandezza e nei suoi limiti, e cerca di venirgli incontro e di essergli di aiuto ». Quale migliore augurio, allora, per la Festa della donna? 


Woman in book

Un libro-gioiello sulla Donna, ideato da un uomo e indirizzato specialmente agli uomini. Pagine ispirate, permeate di fede, di storia, di poesia, di messaggi originali. Una tavolozza dalle infinite sfumature, ora tenere ora forti, un canto d";ammirazione e d";amore all";essenza dell";umana femminilità . Woman è uscito in sordina da qualche mese, ma viene presentato ufficialmente a Toronto l";8 marzo in occasione della Giornata internazionale della Donna. L";autore, padre Gianni Carparelli, ben noto per il suo instancabile e «visionario» impegno in campo educativo e sociale, ha detto che l";iniziativa è «intesa a promuovere il concetto della femminilità  nel mondo, offrendo attraverso il pensiero e la cultura, la motivazione per dare alla donna quello che tutta l";umanità  le deve: rispetto, riconoscimento, eterna gratitudine, e soprattutto potere decisionale in tutti gli aspetti della vita».
«Woman, mujer, femme: qualunque lingua si usi "; dice padre Gianni "; il concetto è sempre uno, donna. Ho scritto il libro in inglese perché è la lingua trainante del Canada, il denominatore comune di questo nostro meraviglioso e pacifico Paese multiculturale. Woman ha il mio nome sul frontespizio, ma a scriverlo sono state le donne cui un giorno chiesi: «Donna, cosa significa esserlo?». Woman è soprattutto la raccolta di queste incredibili testimonianze di donne di ogni cultura, religione ed estrazione sociale. Il libro è indirizzato specialmente a quegli uomini che non rispettano le donne con parole, fatti e atteggiamenti. Se lo si legge con attenzione, si scopre quanto dovrebbe essere ovvio: che il mondo sarebbe un posto migliore, fisicamente, mentalmente e spiritualmente, se la donna avesse lo stesso potere decisionale dell";uomo».
Il libro Woman "; 157 pagine a cura della Caritas Project Publishing "; può essere richiesto al costo di $20 che andranno in beneficenza, al Centro Mater Dei di Toronto, telefono: 416-7489988.

Data di aggiornamento: 03 Luglio 2017